2.4.13

USTICA: IL FALSO SCOOP DI REPUBBLICA

  
Relitto Dc9 Itavia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

 

di Gianni Lannes

 
Niente di nuovo se non una distorsione dei fatti: si prende una notizia vera (l'esercitazione Nato nel Tirreno) e si mescola ad una falsa (la portaerei francese Clemenceau che spara un missile con l'aereo civile italiano). Ecco come si è ridotta La Repubblica, da quando  non c'è più D'Avanzo: a sparare balle. Un classico buco nell'acqua per il quotidiano del clan De Benedetti. Anzi, di peggio: sembra proprio un depistaggio, non si sa quanto in buona fede o teleguidato. Tra l'altro il 28 giugno 1980 (l'indomani della strage) il quotidiano La Repubblica fu stranamente uno dei pochi a non dare proprio la notizia dell'avvenuta strage. Allora, un buco incredibile, adesso ancora peggio.


Secondo il giornale fondato da Scalfari, si aprono nuovi e inediti scenari per la strage di Ustica. A rivelarli in presunta esclusiva è 'la Repubblica' che ha parlato con un ex pilota Alitalia sentito nei giorni scorsi dalla procura capitolina, che passò con due voli di linea sopra la zona della tragedia il giorno prima ed il giorno stesso della sciagura, avvenuta il 27 giugno 1980 nella quale morirono 81 persone. Il pilota, un ex militare, vide vicino alla zona dell'esplosione una flottiglia di navi, nello specifico una portaerei ed altre tre-quattro imbarcazioni di supporto. Parole che sono un riscontro inedito alle dichiarazioni che nel 2008 rilasciò Francesco Cossiga, che nel 1980 era primo ministro, secondo cui ad abbattere il Dc-9 sarebbe stato un missile a risonanza lanciato dalla portaerei francese Clemenceau. Non ci sarebbe quindi stata nessuna battaglia tra mig libici e mirage francesi nei cieli di Ustica all'origine della tragedia, ma un missile partito dal mare che colpì per errore il Dc-9 Itavia, inseguendo il mig di Tripoli. Ma perché parla solo ora questo pilota Alitalia? "Sono stato chiamato dalla procura, nel 1981 provai a dire ciò che sapevo ma non fu ritenuto interessante, ora invece interessa ciò che so" spiega il comandante che però non hja riferito di alcun missile. 

La verità indicibile è un'altra. In quei giorni del giugno 1980 era in atto un'esercitazione navale del Patto atlantico. Ma la prima utile testimonianza è  di un ex ufficiale di macchina della Marina Militare - all'epoca imbarcato sul Vittorio Veneto - oggi di professione ingegnere, da me scovato - unitamente ad altri tre testimoni significativi (ex militari dell'Aeronautica tricolore) e prontamente segnalati nel 2010 ai due magistrati della Procura della Repubblica di Roma che hanno riaperto l'inchiesta, vale a dire Erminio Amelio e Maria Monteleone. Tutte le unità aero-navali presenti non prestarono soccorso al Dc 9 Itavia precipitato in mare: anzi al Vittorio Veneto fu ordinato di fare immediato rientro a La Spezia. Due F-104 decollati da Grosseto e pilotati dagli ufficiali italiani Naldini e Nutarelli intercettarono i velivoli israeliani prima della tragedia, ma fu loro intimato di fare immediato rientro all'aeroporto toscano. E così gli aerei camuffati della Stella di Davide poterono comopiere indisturbatamente la loro missione. Una sorta di avvertimento finale all'Italia che forniva tecnologia nucleare all'Iraq.


Come ha attestato inequivocabilmente, il giudice Rosario Priore - nella sentenza-ordinanza del 1999 -  quella sera c'era uno scenario di guerra in Italia. E non si è trattato di un errore. Infatti, Cossiga con le sue deliranti dichiarazioni ha messo in atto un altro dei suoi pericolosi depistaggi, adesso avvalorato dal quotidiano La Repubblica. Come ho già dimostrato qualche anno fa inn un'inchiesta, la responsabilità è del governo sionista di Israele che aveva già inviato avvertimenti al governo italiano. Proprio Cossiga in qualità di primo ministro continuava a fornire tecnologia nucleare a Saddam Hussein. Repubblica, come al solito, sorvola sui fatti e spara corbellerie in esclusiva!

Infine, alle rogatorie internazionali dei magistrati italiani - non appoggiate dai governi italiani - non c'è stata alcuna risposta della NATO e degli USA.

strage di Ustica, responsabilità di Israele:

4 commenti:

  1. " Due F-104 decollati da Grosseto e pilotati dagli ufficiali italiani Naldini e Nutarelli intercettarono i velivoli israeliani prima della tragedia, ma fu loro intimato di fare immediato rientro all'aeroporto toscano. E così gli aerei camuffati della Stella di Davide poterono compiere indisturbatamente la loro missione. Una sorta di avvertimento finale all'Italia che forniva tecnologia nucleare all'Iraq."
    Dott. Lannes, vorrei porle una domanda alla quale non riesco a dare risposta. Non é polemica la mia ma desiderio di conoscenza. Da dove erano decollati i jets militari di Israele? Non credo che, allora, avessero tanta autonomia da intercettare ed abbattere un aereo a 30 miglia dalla Sicilia. Forse sono partiti dalla Sardegna o dalla Sicilia Orientale. Grazie per una cortese risposta. Enzo Filogamo

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  2. "..governo sionista di Israele che aveva già inviato avvertimenti al governo italiano". Si allude per caso alla "bomba alla stazione di Bologna" ? Con rif. alle famose dichiarazioni di Rino Formica ?

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  3. "..governo sionista di Israele che aveva già inviato avvertimenti al governo italiano". Includiamo come ultimo avviso anche "la bomba alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto stesso anno"? Rif. le dichiarazioni di Rino Formica.. Anche la mia domanda è per semplice desiderio di conoscenza, per farsi largo fra i vari depistaggi e cortine fumogene abilmente stese ad arte. Marco Monte

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  4. Un avvertimento? Il 27 febbraio 1980 ci fu la sparizione momentanea di Edoardo Pancaldi, ex ufficiale di Marina. Era partito da Bologna, diretto a Bagdad, in missione per conto della Snia Techint, l'azienda che aveva fornito all'Iraq tecnologia nucleare (celle calde per estrarre il plutonio). Il suo camion fu trovato tempo dopo completamente vuoto.Il materiale sensibile era sparito. Nell'aprile del 1980 il governo italiano autorizzò la Snia Techint ad inviare in Iraq 6.0003 chilogrammi di uranio impoverito e ben 4.006 chilogrammi di uranio naturale per il collaudo del laboratorio atomico. Quanto a chi ha colpito l'aereo civile italiano. I velivoli (dotati di particolari serbatoi supplementari)usati per abbattere il Dc 9 Itavia decollarono da Israele e furono riforniti in volo al largo di Creta e di Malta. La missione, ordinata da Begin, era stata preparata meticolosamente dal Cheyl ha Avir (corpo aereo). A capo infatti delle operazioni speciali c'era il veterano Ran Goren. Soltanto due velivoli - guidati da un Boeing 727 trasformato per il Sig.Int., ossia la guerra elettronica, che orbitava ad est della Corsica - bucarono la difesa aerea tricolore, punzecchiata per prova nei mesi precedenti (da maggio a giugno. Si trattava di un F-4 Phantom (intercettore) ed un Kfir (identificatore). Questo secondo aereo di rientro nella terra promessa fu intravisto da un testimone oculare (Enrico Brogneri) mentre sorvolava Catanzaro. Basta così? E mi fermo qui, aggiugendo solo: al velivolo scambiato, anzi spacciato per un Mig libico sulla Sila. La pista libica è stata uno dei migliori depistaggi di Sismi, Cia, Mossad ed Aman. Il governo presieduto da Francesco Cossiga era al corrente!La NSA (Echelon), tra l'altro con la loro base segreta a San Vito dei Normanni, avevano registrato tutto. E quando i magistrati italiani hanno chiesto i nastri, la risposta è stata il silenzio!

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