Foto: Quirinale.it |
di Gianni Lannes
Il Presidente della Repubblica è la
massima espressione dello spirito democratico, l'alto presidio del
nostro traballante ed eterodiretto sistema politico istituzionale. Ma
dal 15 maggio 2006 ci ritroviamo un alto traditore della patria, non
un garante della legalità. Le documentate denunce degli avvocati
Paola Musu (foro di Cagliari) e poi Gianfranco Orelli (foro di
Varese) hanno più di un fondamento, ma purtroppo non avranno
seguito, anche perché la magistratura indipendente ha le mani legate
e comunque non hanno risvegliato (per ora) una mobilitazione
popolare, ma solo minoranze attive. Eppure i reati contestati su
riscontri oggettivi sono oltremodo gravi: “Attentato contro
l'integrità, l'indipendenza e l'unità dello Stato; Associazioni
sovversive; Attentato contro la Costituzione dello Stato; Usurpazione
di potere politico; Attentato contro gli organi costituzionali;
Attentato contro i diritti politici del cittadino; Cospirazione
politica mediante accordo; Cospirazione politica mediante
associazione”.
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Nella “Penisola felice” va in
onda quotidianamente la disinformazione pilotata su vasta scala,
grazie anche all'altra casta dei giornalisti venduti. Il tormentone
in voga - nell'illusione di brandire il potere - è la modifica della
legge elettorale per accaparrarsi ancora e sempre soldi pubblici e
poltrone. In un Paese serio, dove vale lo Stato di diritto e non la
legge del più forte, uno come Napolitano si sarebbe dovuto dimettere
immediatamente, a parte le intercettazioni casuali della Procura
della Repubblica di Palermo, dove sono incappati l'attuale presidente
del Consiglio superiore della magistratura (Napolitano Giorgio) e
l'ex vice presidente del Csm, già ministro della Repubblica (tale Nicola
Mancino, accusato di false dichiarazioni). E' emerso uno spaccato della trattativa “Stato & Mafia”,
ovvero una faccia della stessa medaglia e sono saltate fuori le
pressioni indebite di “re Giorgio”.
Repubblica delle banane -
L'Italia non è come ce la raccontano da 151 anni, omettendo crimini,
misfatti e ruberie fino ai giorni nostri. Il popolo è sovrano recita
l'articolo 1 della Costituzione, ma solo sulla carta, ormai straccia,
dopo l'approvazione in sordina del Trattato di Lisbona che ha
sospeso la nostra Costituzione repubblicana ed antifascista. Grazie
al voto “bipartisan” di europarlamentari tricolore di centro,
destra e sinistra.
L' approfondimento è nato da un
amore profondo per la democrazia, i suoi organi, i suoi istituti, i
suoi valori e dal rispetto per le istituzioni. Purtroppo negli anni
di vita dello Stato italiano questo sentimento è andato deluso:
parallelamente al corrompersi della vita politica e al decadere delle
istituzioni si è avuta una progressiva degradazione dell'immagine
del rappresentante del Belpaese. Tra i due fenomeni c'è sicuramente
correlazione. Senza scomodare la lucida analisi risalente al 1981 di
Enrico Berlinguer (“I partiti hanno occupato lo Stato...”), se
le cause del malanno vanno ricercate nella storia repubblicana, i
sintomi e gli effetti possono essere colti oggi solo da un severo
accertamento diagnostico. Su chi? Ma sull'attuale capo dello Stato
(uscente), sulla sua carriera politica dal Partito comunista italiano
fino alle sue amicizie con lo Zio Sam ed i suoi emissari. Oggi,
insomma, tocca ad un caporione della casta, un intoccabile che
bivacca in Parlamento solo dal 1953, quando già i governi
democristiani autorizzavano gli Usa ad installare missili ed ordigni
atomici in Italia (da Longare, Site Pluto in Veneto, ai Jupiter in Puglia).
Allora, occorre dare un'occhiata alle relazioni di Napolitano col
potente padrone Usa, compreso l'ultimo incontro a Roma con il
macellaio su scala planetaria, premio nobel per la pace, Henry Kissinger.
Elogio nucleare - In
archivio ho trovato una copia di Aspenia (edita dal
Sole 24 ore), rivista di Aspen Institute Italia,
un' enclave locale
della massoneria internazionale in cui militano tutti i gruppi
industriali dello Stivale e gran parte della casta dei politicanti
italioti (da Letta Enrico a Tremonti)
e altre figure minori in divisa. Si tratta del numero 27,
pubblicato nell'anno 2004 - titolato “La seconda era nucleare” in
cui figurano in qualità di direttore editoriale e responsabile,
rispettivamente Marta Dassù & Lucia Annunziata (quella di
“sinistra”). Per la cronaca: tra i collaboratori troviamo
interventi di Corrado Clini (attuale
ministro per l'ambiente nel governo Monti), Paolo Scaroni,
Enrico Letta, Paolo Savona, e i
generali Carlo Jean & Fabio Mini (esperto di
“guerra ambientale”, scie chimiche incluse). A parte
l'editoriale, un elogio spudorato della “seconda era nucleare” -
firmato Dassù e Annunziata - in cui è scritto tra l'altro che “di
energia nucleare non possiamo fare a meno”, mi ha colpito un
intervento del collaboratore Giorgio Napolitano.
L'amico americano - L'allora
senatore a vita ha scritto un'illuminante recensione (pagine
344-348) ad un libro intitolato Mission: Italy. In
altri termini, roba se conosciuta per tempo a livello popolare, da
precludergli il posto ben remunarato da capo dello Stato.
Ci
riferiamo ad una sorta di marchetta a Richard
Gardner: «non
una semplice testimonianza del suo servizio di ambasciatore americano
a Roma»
annota
Napolitano. «Nel
libro sono riprodotti stralci di documenti che furono messi a
disposizione di Dick Gardner dal dipartimento di Stato, in vista del
suo arrivo a Roma e dell'inizio della sua missione. In uno di questi
documenti, dell'inizio del 1977, si legge: “I problemi che
affliggono oggi l'Italia, un governo debole e inefficiente, un
clientelismo diffuso, uno dei più alti tassi di inflazione nel mondo
industrializzato, una grave disoccupazione strutturale, criminalità
e agitazione civile, arretratezza sociale, sono tutti sintomi di un
fallimento generale dell'Italia nella modernizzazione dei suoi
costumi e delle sue abitudini politiche, in contrasto con lo
spettacolare tasso di industrializzazione che ha caratterizzato il
paese fin dalla conclusione della guerra. Con il collasso del
ventennale miracolo economico, durante la crisi del 1974, le
implicite carenze strutturali dell'Italia sono venute in
superficie”».
Prosegue
Napolitano: «Ci
fu un cambiamento netto (…) Quel cambiamento significò, per
l'autore di questa recensione, oltre che la possibilità di un primo
viaggio negli Stati Uniti, l'avvio a partire dalla primavera del
1978, di incontri informali e riservati con Dick Gardner. L'impegno
alla segretezza di quei colloqui fu totalmente rispettato. Per il PCI
ne era al corrente solo Enrico Berlinguer; l'ambasciatore Gardner
informava chi di di dovere, ma nell'ambito di una riservatezza
assoluta».
Peccato che Berlinguer non sia più tra i comuni mortali a raccontare
la sua versione dei fatti e a smentire mister Napolitano.
Nel
periodo gennaio-marzo del 1978 c'era una crisi politica, scaturita
dalla possibilità - voluta da Aldo
Moro
con il compromesso storico - di inserire i comunisti nel governo.
L'epilogo è noto: Moro fu sequestrato, previa eliminazione militare
della sua scorta e poi assassinato due mesi dopo. L'interesse a far
deragliare lo sdoganamento dei comunisti e l'ingerenza del governo
Usa, ovviamente, non è mai emersa. Chi ha ammazzato Moro? E perché?
Altro che quei dilettanti allo sbaraglio ma controllati a distanza
delle Brigate Rosse.
Dulcis
in fundo: un elogio dell'Alleanza atlantica e una pugnalata a
Berlinguer già morto: «Infine
gli euromissili, altra vicenda vissuta fino al 1981 da Dick Gardner e
ricordata nel libro - chiosa Napolitano - Il fatto che USA e NATO
affrontarono la prova di forza fino in fondo, con la decisione di
installare i missili a medio raggio (…) Ma il carattere
irrealistico e la contraddittorietà delle posizioni del PCI e di
Berlinguer sugli euromissili furono il riflesso non tanto della
persistente riluttanza ad andare ad andare avanti nel distacco
dall'URSS, quanto di un legame con il movimento pacifista che si
considerava irrinunciabile».
In
conclusione la beffa di Napolitano, ovvero una sventagliata di
retorica ed ipocrisia a buon mercato: «In definitiva su Dick Gardner ambasciatore a
Roma, il giudizio più gratificante lo ha lasciato Moro, nel
drammatico memoriale ritrovato a via Montenevoso (e scritto nelle
condizioni terribili della prigionia nel covo delle brigate rosse):
“Quest'ultimo diplomatico è il più delicato e sensibile, ha il
polso delle cose italiane ed è condizione di svolgere con efficacia
un ruolo effettivo nelle cose italiane”».
Massoneria illuminata - A
parte quello che avevo già scritto in passato in riferimento ai
collaboratori di Beppe Grillo e a certe strane omissioni del
comico urlante, aspirante rivoluzionario con villa faraonica e
automobili di gran lusso, ecco la voce ufficiale cosa dichiara.
“L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale
non profit fondata nel 1950 e finalizzata a incoraggiare le
leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo
sui problemi contemporanei, Aspen Institute Italia è
un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e
senza fini di lucro dedicata alla discussione, all’approfondimento
e allo scambio di conoscenze, informazioni e valori. La sua missione
è l’internazionalizzazione della leadership attraverso un metodo
che privilegia l’approfondimento di temi strategici della realtà
contemporanea e il confronto tra culture e posizioni diverse in
condizioni di riservatezza e libertà espressiva”.
Ne fa parte l'aristocrazia
dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni: dalle
Generali alla Fincantieri, da Confindustria alla Rai a Mediaset; da
Pirelli alle Poste Italiane, dalla società Autostrade all’Enel,
dalla Fiat alla IBM Italia, dalla Italtel alla Banca nazionale del
lavoro. Fuori confine ci sono anche il “filantropo” Soros ed il
premio nobel Kissinger.
Gianni De Michelis è stato
il presidente della sezione italiana dal 1985 al 1992. L'organigramma
attuale vede come presidenti onorari Cesare Romiti,
(presidente della RCS) e Carlo Scognamiglio, mentre il
presidente in carica è Giulio Tremonti (casualmente membro
anche della Fondazione Res Publica e della Fondazione Liberal). In
qualità di vice presidenti figurano John Elkann, Enrico Letta,
Paolo Savona (vicario), Lucio
Stanca (Tesoriere).
Cosa sia realmente l’Aspen
Institute lo sintetizza sapientemente Miguel Martinez: «Sono
un’emanazione dei miliardari che li finanziano, e a loro volta
permettono ai miliardari riuniti insieme di dettare la linea alle
istituzioni dello stato, ai media, al mondo militare, alla culturale,
alla cosiddetta “opinione pubblica”. E di farlo con qualunque
governo ci sia al potere. Ovvero, proprio cio’ di cui parlava
Pasolini nel ’75. Con la fondamentale differenza che ora non si
nascondono più, i convegni li fanno direttamente a Villa Madama e i
politici non sono più inconsapevoli burattini, ma si sono fatti
direttamente e consapevolmente cooptare all’interno del meccanismo.
A margine, vale la pena di sottolineare una delle affermazioni di
Napolitano al convegno: “L’Italia deve liberarsi da quella che
gli americani chiamano ‘hyperpartisanship’, ovvero da un eccesso
di partigianeria politica che e’ l’esatto contrario della
‘bipartisanship’”. Il capo dello Stato sottolinea “la
necessita’ di non lasciarsi dividere o paralizzare da contrasti
ideologici. Dobbiamo liberarci da questa sorta di ‘camicia di
forza’ per procedere avanti”».
E' membro di Aspen anche Romano
Prodi naturalmente, e perfino il Presidente della Repubblica,
l'ex comunista Giorgio. Napolitano, appunto, ha partecipato a un
convegno dell’Aspen Institute a Villa Madama. Come mai può
permettersi l'Aspen di indire un convegno nella sede di
rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri? Il quotidiano La
Stampa ne fa un resoconto (2 luglio 2008): «Molto
si è parlato di quanto grave sia la crisi economica oltre Atlantico
nella conferenza “Italy, Europe and the U.S.” organizzata
dall'Aspen Institute in memoria di Gianni Agnelli (…) potrebbe
essere la più grave dopo la seconda guerra mondiale secondo l'ad
della Fiat Sergio Marchionne. “L'Italia ce la farà se ritroverà
la fiducia e saprà fare i sacrifici necessari a costruire il futuro”
augura il presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Con ironia
risponde l'ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, che ha
dibattuto con lui sui legami storici tra i due Paesi». Era presente
anche Mario Draghi (allora
in veste di governatore della banca d'Italia), già membro di diritto del Club
Bilderberg e della Trilateral Commission.
Quelle immagini in bella mostra sono una vergogna per l'intera Italia che si proietta in tutto il mondo civile. Con estrema disinvoltura, tant'è
che le foto campeggiano tuttora sul sito del Quirinale il presidente
della Repubblica pro tempore Giorgio Napolitano ha colloquiato
accanto al famigerato criminale internazionale Henry Kissinger,
come se il genocidio di milioni di persone niente fosse. Il premio
nobel per la pace Kissinger ha notoriamente sul groppone anche
numerosi colpi di Stato orditi dalla Cia in paesi democratici come il
Cile di Salvador Allende. Sicuramente il capo dello Stato
italiano soffre di provvidenziali amnesie.
Il mantenuto - Giorgio
Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana, ha vissuto a spese
dell'Europa mentre era Presidente della Commissione Costituzionale
dell'Unione Europea, il super-Stato di destra desiderato anche da
Hitler. Lo documenta un video tedesco. Il filmato è andato in onda
sulla tv Tedesca il 17. marzo 2004 (è visualizzabile al seguente
link: http://www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ&feature=sh...3).
Ecco la trascrizione della
traduzione italiana di questa prova visiva censurata in Italia:
«L'aeroporto di Bruxelles. I parlamentari che atterrano qui riescono
riescono ad ottenere di regola, per ogni volo, una grossa somma
poiché viene loro rimborsata l'intera tariffa. Non ha infatti alcuna
importanza quanto devono pagare per il biglietto. E capita a pennello
che Bruxelles sia l'aeroporto Hub di una delle più grosse compagnie
aeree low-cost in Europa. Virgin vola da qui verso molte grosse
capitali. Il lunedì i velivoli della Virgin giungono da tutta
Europa. Ore 12. Dal velivolo proveniente da Roma, scende Giorgio
Napolitano, deputato italiano dei Socialisti. Napolitano è
Presidente della Commissione Costituzionale, una delle commissioni
più importanti del Parlamento Europeo. Per il volo di andata da Roma
a Bruxelles riceve dal Parlamento Europeo un rimborso pari a circa
800 Euro. La sera prima abbiamo controllato su Internet quanto
costasse il volo. Il prezzo, inclusivo di tasse, era meno di 90 Euro.
E alla fine della giornata, con un solo volo, il parlamentare ha
guadagnato più di 700 Euro, cifra netta che finisce nelle sue
tasche».
Incalzato correttamente da un
giornalista, l'attuale presidente della Repubblica italiana fugge via
imbarazzato e con la coda fra le gambe. In realtà non avrebbe nulla
da nascondere, poiché, in base alla norma che hanno approvato gli
stessi parlamentari, la fregatura dei voli a basso costo è legale
(si fa per dire).
Giornalista: “Quanto denaro ha
ricevuto?”. Napolitano: “Non dico nulla, anche se Lei
insiste in modo così scortese, i questori Le potranno dare una
risposta”. Giornalista: “Ma è denaro pubblico”. Napolitano:
“Chiamo la Polizia se non la smette, mi lasci stare”.
Giornalista: “Sto ponendo domande in rappresentanza dei cittadini,
è denaro pubblico. Lei ha pagato molto poco per il volo, ma ha
ricevuto molto denaro”. Napolitano: “Io parlo solo con i
contribuenti italiani”. Giornalista: “Ma i tedeschi pagano
moltissimo per la Comunità Europea”. Giornalista: “Ciò che
viene chiamata “indennità di viaggio” rappresenta effettivamente
un rimborso delle spese di viaggio?”.
Hans Peter Martin [euro-parlamentare
austriaco]: «Quello che
avviene qui ha poco a che fare con il rimborso delle spese di
viaggio. Esso rappresenta essenzialmente un secondo stipendio. Solo
quando si abita molto vicino al Parlamento, non vengono corrisposti
grossi extra. Altrimenti, a partire da una determinata distanza in
poi, si aggiungono dai 20 ai 40 mila Euro netti all'anno. E ciò è
insostenibile e ingiustificabile, in nessun Paese del mondo, secondo
la mia opinione».
Ecco uno così, peggio di Giovanni Leone (costretto a dimettersi per lo scandalo Lockheed) è diventato
addirittura presidente della Repubblica. Recentemente
Napolitano ha dichiarato: «Dobbiamo
tutti fare dei sacrifici».
Indubbiamente, ma a partire subito da lei Napolitano: tolga il disturbo
perché ha inquinato pesantemente la democrazia in Italia. A quanto pare ha chiuso in bellezza con il golpe Monti. E visto che il
Quirinale ci costa 26 mila euro l'ora, è ora di sbaraccare e di
trasformare quel colle di Roma in un museo.
Ecco Napolitano che scappa di fronte alle domande civili di un giornalista tedesco:
http://www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ
Ecco Napolitano che scappa di fronte alle domande civili di un giornalista tedesco:
http://www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ
Querela a Napolitano
Aspenia
Aspenia 1
Aspenia 2
Aspenia 3
Foto: Quirinale.it |
Foto: Quirinale.it |
a completamento del quadro d'insieme:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=J7IYq8JOP_c
Agnesina Pozzi
Bell'esempio di stanatura al nostro presidente,
RispondiEliminami sembrava un pò 'impaurito'povero nonnino!! Napolitano,se penso che è stato il mittente di una mia lettera scritta col cuore,vorrei riaverla indietro non è degno il suo nome in quello scritto.
Scusate naturalmente dovevo scrivere destinatario...
RispondiEliminaHo trovato l'articolo molto interessante. Qualcuno potrebbe passarmi il numero 27 della rivista Aspenia in formato pdf in privato? Mi piacerebbe leggere direttamente la fonte completa (senza dovermi abbonare alla rivista).
RispondiEliminaECCO UNO COSI' E' DIVENTATO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - Appunto, sono gli americani che li nominano attraverso la pantomima di tutti i nostri onorevoli (disonorevoli). Chi ce lo ha messo Mattarella? Io no, e meno ancora i nostri disonorevoli.
RispondiElimina