26.9.24

OBBEDIRE E PUNIRE...

 

Regime tricolore - foto Gilan

 

di Gianni Lannes

Sotto regime è proibito dissentire. Obbedire e punire. Peggio, vietato pensare con la propria testa; infatti, alla prova dei fatti conta soltanto sorvegliare e reprimere a scuola e nella società, vale a dire ovunque. Insomma, è bandito il senso critico, contestare a buon diritto le autorità e non adeguarsi al peggio. Eppure la Costituzione repubblicana italiana che il governino Meloni/Salvini vuole annichilire, vieta la violenza, ma legittima il conflitto e la libertà del dissenso. I post fascisti che bivaccano per conto terzi a Palazzo Chigi, pretendono di riaffermare il principio autoritario della superiorità dello Stato in cui i cittadini devono limitarsi a credere e obbedire. Per i politicanti ammaestrati e parassitari lo Stato di diritto è un intralcio: per essi il principio di autorità prevale su quello di legalità. Addirittura le nuove linee guida per l'Educazione civica contengono comandamenti come la patria finanziaria e la mentalità privata d'impresa, dove conta soltanto il profitto economico a scapito della pedagogia. A proposito: gli extraprofitti delle banche nel Belpaese nel periodo 2022-2023 ammontano a ben 66 miliardi di euro lordi (dati Abi).

C'è un filo nero che lega il disegno di legge "sicurezza" numero 1660 (approvato ieri dalla Camera con appena 154 si) del ministro pro tempore Piantedosi e il castigo del voto in condotta preteso dal ministro Valditara. Si tratta di provvedimenti fuorilegge, ossia incostituzionali e anticostituzionali che sfruttano le insicurezze delle persone, alimentandone le paure, al fine di guadagnare facile consenso e legittimazione politica. Questa torsione antidemocratica in salsa tecnocratica si inserisce nel percorso di attacco frontale alla Costituzione che l'esecutivo meloniano sta realizzando dal suo insediamento nel 2022, con i deleteri progetti di cosiddetta "autonomia differenziata" che favoriscono la secessione delle Regioni e di premierato e che persegue senza tener conto dei fondati rilievi critici. Comunque la sicurezza si realizza investendo sulla sanità pubblica, superando la precarietà sociale, colpendo inflessibilmente la gigantesca evasione fiscale, non limitando la libertà degli esseri umani.

Adesso in un' Italia sempre più eterodiretta, priva di indipendenza e in declino cosa rimane della libertà di riunione e di manifestazione del pensiero, se anche la scuola viene equiparata a un centro di recupero come il carcere minorile e nelle prigioni si rinchiudono anche gli incolpevoli neonati con le loro madri? L'istruzione non è una pena e la classe non è un luogo di espiazione. La cittadinanza è continuo processo di partecipazione attiva e democratica, di tensione verso il potere decisionale. In ogni caso non si possono riportare le lancette della storia a un passato deleterio e nefasto come il ventennio fascista.

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