24.4.16

DAL NAZIFASCISMO ALLA COLONIZZAZIONE ANGLOAMERICANA




di Gianni Lannes


L'orrore della guerra infinita, lo sterminio della popolazione civile, le ideologie rosse e nere per il divide et impera, la fagocitazione della lingua italiana, il controllo del nostro immaginario collettivo, la disintegrazione della nostra identità mediterranea, l'eliminazione di chi ha provato nel secondo dopoguerra ad ottenere l'indipendenza (politica ed energetica) dell'Italia, ed altro ancora. L’Italia è un paese a sovranità inesistente dal 3 settembre 1943, quando i Savoia per scamparla svendettero con l’armistizio corto di Cassibile, l’Italia, forze armate comprese, ai nuovi colonizzatori di Londra e Washington, grazie anche agli accordi con la mafia italo-americana, capeggiata da Lucky Luciano, libero in seguito di impiantare il traffico di droga in Europa con la benedizione della autorità a stelle e strisce e tricolori. I cosiddetti "liberatori" si trasformarono presto in biechi colonizzatori e da allora hanno subordinato, eterodiretto e schiavizzato il popolo italiano.


Il cosiddetto trattato di “pace” firmato a Parigi nel 1947 (incluse le incidibili clausole segrete mai riportate dai libri di storia e storiografia) non tenne conto della lotta italiana di liberazione contro i nazifascisti che deportarono oltre agli ebrei anche 710 mila militari italiani che non aderirono al nazifascismo di Salò. Così fu siglata una resa incondizionata. Il primo risultato fu l’esodo forzato degli istriani dalla loro terra. E sempre nel 1949 il parlamento nostrano ratificò l’adesione ai macellai della Nato. Ne conseguì la nuclearizzazione bellica del belpaese realizzata dallo zio Sam, nonché la guerra fredda (mai terminata) decollata con la strage di Portella della Ginestra (il primo maggio 1947). Il corollario fu l’uso del terrorismo rosso e nero per destabilizzare la nostra nazione, mediante tanti innumerevoli massacri di popolazione civile ignara e inerme. Nel 1962 si aprì l’interminabile stagione denominata “strategia della tensione”, con l’uccisione di Enrico Mattei. Nel 1978 toccò ad Aldo Moro, già minacciato di morte dal criminale impunito Henry Kissinger, in tempi più recenti ricevuto in pompa magna dal Napolitano. Esatto: proprio quell’abusivo che ha imposto l’ineletto Renzi, quel fantoccio telecomandato che sta martoriando per conto terzi e definitivamente, l’ex giardino d’Europa.

Che fare? Lamentarsi non serve a niente, tantomeno cadere nella trappola retorica del 25 aprile. Occorre mettere in campo una nuova Costituente, dare vita ad una nuova lotta di liberazione per emancipare l’Italia dalle grinfie straniere, cacciando istantaneamente l’accozzaglia di politicanti parassiti telecomandati dall’estero, e chiudendo al contempo tutte la basi militari nordamericane. La ribellione è da sempre la base di ogni civiltà umana.


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