di
Gianni Lannes
Al peggio sembra non esserci mai fine. Bambini iscritti ad un portale Internet senza il consenso dei genitori? Basta inserire un indirizzo qualsiasi di posta elettronica. Fare
i compiti da casa in situazione di emergenza può nascondere un'insidia, anzi un vero e proprio pericolo che minaccia il diritto comune alla riservatezza, specie dei più piccoli. Attenzione ai proclami pubblicitari: il loro slogan è addirittura il seguente: "Cambiamo ogni giorno la scuola italiana". Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Accade in Italia sotto gli occhi
distratti di tanti, forse troppi: insegnanti, presidi, dirigenti
scolastici e genitori in buona fede. Anche a causa del nuovo coronavirus che ha
provocato la chiusura alle calende greche delle scuole - da parte del primo ministro pro
tempore - si riscopre la didattica a distanza di società private. La prima cosa che salta all'occhio è
la palese violazione della riservatezza relativa ai minori, ma anche
agli adulti che si iscrivono alla piattaforma digitale Weschool con
sede a Milano, specializzata nella didattica elettronica a pagamento.
Ieri pomeriggio ho provato l'iscrizione ed ho verificato
l'esposizione di nomi, cognomi e date di nascita, dei minori, nonché
il conseguente trattamento illecito dei loro dati sensibili. Il
Garante per l'Infanzia è al corrente di questa incredibile
situazione? Perché le scuole pubbliche non attivano piattaforme interne? Non hanno le competenze tecniche o non hanno le risorse economiche? Purtroppo ci sono docenti che invogliano il pericoloso utilizzo degli smartphone (vietato nelle scuole pubbliche in Francia) in mano a bambini di 10-11 anni. E che dire delle interminabili connessioni alla Rete durante la giornata, con la motivazione dei compiti? E il deleterio wi-fi dove lo mettiamo? Mai sentito parlare dell'inquinamento elettromagnetico: una sorta di bombardamento invisibile - in tempi recenti - a cui sono sottoposti gli esseri umani fin dall'infanzia, di cui però non hanno consapevolezza?
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parti, relative alla navigazione dell'utente e alle preferenze
manifestate, ciò che desta legittima preoccupazione è la
partecipazione di Telecom Italia, già agli albori della cronaca in
un recente passato. Com'è noto, lo scandalo Telecom-Sismi è una
vicenda accaduta in Italia relativa a presunte intercettazioni
illegali e attività di dossieraggio di cui sono stati accusati
alcuni responsabili della sicurezza di Telecom Italia col
coinvolgimento del SISMI, venuta alla luce delle cronache nel
settembre 2006. Portò al rinvio a giudizio di 34 persone, tra cui
vari dipendenti di Telecom ed agenti della Polizia di Stato,
dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Mi comunica i suoi dubbi Luisa Piarulli, docente all'Università Cattolica di MIlano, preziosa pedagogista:
«Una
società che faccia delle tecnologie lo stendardo del progresso, non
mi piace, la rigetto. Oggi l'uomo ne è al completo servizio, anziché
essere il contrario. Trovo che sia una delle maggiori cause
dell'isolamento sociale, della solitudine generalizzata, delle
svariate forme di disagio umano. Siamo dentro la “disumanizzazione”.
In tutta questa brutta storia, indipendentemente dalle cause e dalle
responsabilità, questo virus ci sta mettendo di fronte alla povertà
culturale che siamo stati capaci di creare. Comunque, a parte queste
riflessioni, la a scuola insieme alla salinità è protagonista. Le
due aree più deprivate economicamente, più tartassate, oggi sono in
primo piano. La didattica a distanza: non siamo preparati, tranne
quei docenti appassionati di tecnologie o i giovanissimi (scia dei
nativi digitali). Ci chiedono, ci tartassano, esigono. Personalmente
uso molto la mail, ma i bambini e i ragazzi sono impauriti, ansiosi e
vanno aiutati a ritrovare il loro equilibrio. Dunque è pure
necessario il contatto voce, sguardo, arola. Naturalmente le
piattaforme digitali stanno lievitando e i “tecnologici” così
ambiziosi non aspettavano altro».
Ecco
quanto legge sul profilo della WeSchool (gia Oilproject srl):
«L'azienda,
partecipata da Telecom Italia, Club digitale e Club Italia
Investimenti 2, ha come obiettivo la digitalizzazione della scuola
italiana. Aiutiamo i docenti italiani a portare le classi online con
una piattaforma di classe digitale che punta su semplicità,
collaborazione, interazione in tempo reale e utilizzo da smartphone.
Offriamo formazione ai professori sulle nuove metodologie didattiche
e lavoriamo con aziende su progetti che portano valore al mondo della
scuola. La sezione Library, già "Oilproject", aiuta
invece 2 milioni di studenti italiani a ripassare e approfondire con
contenuti digitali di alta qualità. Con 15.000 ore di formazione
erogata ogni giorno e migliaia di video, testi ed esercizi curati da
docenti ed esperti (da Massimo Temporelli fino a Umberto Eco),
WeSchool Library è uno dei progetti di divulgazione culturale più
massivi in Italia».
Non
è tutto: WeSchool (per sua stessa ammissione: "fa uso di cookies, anche di tipo analitico di terze parti") lavora e se ne vanta anche con la guerrafondaia
NATO, nonché famigerate multinazionali specializzate nel calpestare
i diritti umani, distruggere l'ambiente, corrompere chiunque, come
nel caso conclamato da decenni dell'Eni (denunciata da Amnesty International e dal governo delle Filippine, ma non solo), nonché delle banche armate,
tra cui svetta SanPaolo Imi. Una piattaforma con discutibili partner, usata da bambini,
ragazzi ed insegnanti, non può avere un'impronta simile, contraria
all'etica e ai valori della vita, altrimenti non credibile, anzi evitabile. Insomma, un delirio pedagogico, peggio psicopatologico che investe anche i pargoli delle elementari, invitati a guardare costantemente dagli insegnanti video demenziali su youtube. Ma che razza di insegnamento a distanza è mai, una simile didattica da baraccone che rimanda spesso alla spazzatura pedagogica in rete?
Riferimenti:
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d912bc1d-cc29-4c09-afbe-4e5aa5622769-tg1.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/12/clima-filippine-denunciano-47-societa-per-violazioni-dei-diritti-umani-rischiano-il-processo-anche-eni-e-italcementi/5610677/
https://www.amnesty.it/petrolio-e-violazioni-dei-diritti-umani-in-nigeria/
https://asud.net/nigeria-secondo-amnesty-shell-e-eni-responsabili-di-violazioni-di-diritti-umani/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=telefonino
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/03/il-virus-della-conoscenza.html