Il disegno di Federico, morto a 9 anni nel 2014 |
di Gianni Lannes
Accade in Italia: il governo italiano il 4 marzo 2020 ha condannato Taranto a morta sicura. Contando sulla distrazione di massa indotta da chi ha propagato il cosiddetto "nuovo Coronavirus", il governo grulpiddino del Conte Bis sposta al 2025 il termine della messa a norma degli impianti siderurgici a Taranto (ex Italsider ,ex Ilva, ormai ex Arcelor Mittal). La Corte Costituzionale aveva “chiuso un occhio” sul primo decreto salva-ILVA contando sul fatto che i lavori di messa a norma sarebbero stati rapidissimi. Ciò che sta avvenendo adesso è invece l’esatto contrario: ben dieci anni di ritardo vengono previsti e pianificati in barba alle norme di salvaguardia della popolazione, in particolare di neonati e bambini. Quante vittime lascerà sul campo un ritardo istituzionale di tale portata criminale? L’accordo prevede tale proroga nonostante la VIIAS (Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario) certifichi la pericolosità degli impianti in funzione che causano un rischio sanitario “non accettabile” agli attuali livelli produttivi di 4,7 milioni di tonnellate/anno di acciaio. Come farà il governo italiano a garantire un rischio sanitario accettabile prospettando un aumento della produzione da 4,7 a 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio? Come farà il governo dell'avvocato del popolo a dimostrare che da qui in poi non vi saranno vittime in questo prolungarsi del percorso di messa a norma degli impianti? ArcelorMittal andrà via da Taranto pagando una penale di appena 500 milioni di euro, ma avendo acquisito il clienti dell’ILVA. Grazie all'esecutivo tricolore più telecomandato dell'ex repubblica italiana.
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