27.3.20

NUOVO CORONAVIRUS: ERRORI E MENZOGNE DI BURIONI!


 
di Gianni Lannes


Esiste un vaccino efficace e senza controindicazioni letali per curare la somarite patologica di gradassi, boriosi, arroganti, saccenti, prepotenti e scientisti, di cui possiamo tranquillamente fare a meno nella tragedia che ha investito l'Italia? Una vera autorità accademica: la voce della verità assoluta, indiscutibile e indiscussa? «Tutti sono morti a causa del coronavirus» pontifica il prof Burioni Roberto, mettendo a tacere in un solo colpo l'Istituto Superiore di Sanità e la Protezione Civile. Ma è proprio così come sostiene - a ruota libera e senza contraddittorio - il virologo impiegato presso il San Raffaele di Milano? Proprio l'onnipresente Burioni. Quello che oggi dicono: “Eh, lui sì che aveva previsto tutto!”. Ma cosa? A febbraio Burioni andò in tv e disse: “Rischi per l’Italia? ZERO”. E poi su Twitter: “Preoccupatevi più del meteorite che del virus”. Burioni e Speranza da Fazio: "zero rischio Coronavirus e Italia pronta". Il televirologo è una contraddizione ambulante? Se passa tutto il giorno ossessivamente sui social network e freneticamente in televisione, quando mai fa ricerca?
 








In realtà, almeno in Italia, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, la situazione non è ancora definita relativamente alle cause di morte delle vittime. «Le confermo che al momento l'ISS sta analizzando i dati di tutti i deceduti COVID positivi nel paese. Non sono al momento disponibili criteri certi per etichettare i decessi come causati da Coronavirus» mi ha testualmente riferito - via posta elettronica e confermato al telefono - il 24 marzo 2020, il dottor Graziano Onder, responsabile dell'ISS, incaricato di analizzare la situazione. Infatti nel portale online della Protezione Civile, si legge chiaro e tondo quanto segue, nel rapporto relativo al 27 marzo 2020: «I deceduti sono 9.136, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso». Insomma, la ragione per cui una persona muore non può essere stabilita a priori, per giunta a distanza e peggio a tavolino, senza cognizione diretta dei fatti, utilizzando come una clava il discutibile principio di autorità, in antitesi palese con i dettami epistemologici della scienza. Se Burioni ha dichiarato pubblicamente il falso va processato per direttissima: l'azione penale è obbligatoria, sancisce la Costituzione. Comunque, chi specula sui defunti a cui non è stata offerta neanche degna sepoltura, può essere considerato socialmente uno sciacallo oppure un'analfabeta funzionale alla ricerca perenne di notorietà?







C'è qualcosa che non torna e non quadra, anzitutto nei numeri ufficiali, ma soprattutto sulle presunte cause di morte dei trapassati, propinati all'opinione pubblica. I dati ufficiali abilmente mescolati e manipolati sono falsi? La dottoressa Rita Celli, medico legale di chiara fama nazionale ed internazionale, consulente di svariati Tribunali e Procure della Repubblica, nonché di Commissioni parlamentari, raggiunta al telefono non ha proprio dubbi di sorta e conferma: 
 
«Dati falsi. Statisticamente parlando non significano nulla. Non sappiamo il numero esatto dei contagiati. Andava fatto subito il tampone a tutti. Fare i tamponi sui ricoverati e sui familiari è stupido. C'è un grave difetto di gestione dell'emergenza. Se perde un rubinetto a casa continui a spalare acqua o chiudi la saracinesca principale? Che fare? Separo gli infetti dai non contagiati, così che quelli sani continuino a lavorare e produrre reddito. Allo stesso tempo contengo la diffusione. Non sarebbe tutto immensamente più facile se si dovessero sorvegliare solo i positivi, invece di 55 milioni di italiani a random. Tutto questo nell'ottica del fatto che questa strategia avrebbe dovuto essere attuata a inizio febbraio. Ora è ancora possibile, ma decisamente tardiva».



A rigor di logica, delle due l'una: in questo caso il prof Burioni ha mentito spudoratamente per terrorizzare l'opinione pubblica, oppure ignora la situazione reale e spara a raffica fesserie alla stregua di un somaro ragliante? Ecco forse perché autorità e mass media in coro e a reti unificate, lasciano intendere che le vittime siano trapassate a causa del nuovo coronavirus. Se lo dice il tuttologo in camice bianco, allora sarà vero. Invece, è tutto falso. Infatti, e non a caso, nel suo ultimo saggio, intitolato Virus la grande sfida (pubblicato a Milano dalla Rizzoli il 10 marzo 2020), nella seconda pagina di copertina è scritto testualmente, a proposito della SARS COV 2, confusa addirittura a più riprese da Mattarella, Conte nonché da tutto il cucuzzaro governativo dei ministri, con la patologia Covid-19: «Rispetto alla SARS la nuova malattia è meno mortale ma molto più contagiosa». 



Ecco un'altra crepa contraddittoria, con il suo enunciato indimostrato di chi propina i numeri al lotto. A pagina 188 del predetto libro, Burioni ha scritto alla lettera: «Un elemento che finora abbiamo trascurato è la letalità di questo virus, sarebbe a dire la percentuale di persone infettate che a causa della malattia ci lasciano la pelle. È un dato molto difficile da calcolare “in corsa” durante una nuova epidemia». Alle pagine 189-190 Burioni insiste: «se teniamo conto che solo in Italia alla fine di gennaio 2020 si sono verificati circa 6 milioni di casi di influenza (una malattia contro la quale abbiamo una pregressa immunità e pure un vaccino), una letalità dell'1% significherebbe 60.000 morti... Così non è per un'infezione che uccide “solo” l'1%. In questo caso, infatti, è indispensabile che il vaccino sia dotato di un profilo elevato di sicurezza: un vaccino che causa gravi effetti collaterali in una percentuale anche bassa di pazienti potrebbe essere più pericoloso della malattia stessa». Suona alquanto strano, perché proprio il prof Burioni (un crociato vaccinale) ha sempre detto e ripetuto fino alla nausea, che i vaccini - in sostanza - sono perfetti, insomma un toccasana, tant'è che nel 2016 ha pubblicato con Rizzoli, un precedente volume dal titolo emblematico: Il vaccino non è un'opinione. Infine, a pagina 191, Burioni propina la sua insindacabile ricetta: «Isolamento: è l'unica procedura che può rallentare o addirittura fermare, la diffusione del virus. Isolamento fatto come si deve...».





Chi è l'ispiratore dietro le quinte dell'esecutivo Conte bis? Se più o meno 60 milioni di italiani sono stati reclusi in casa oltre i 14 giorni di quarantena (scaduti il 24 marzo scorso, n base al dpcm 9 marzo 2020) stabiliti a livello scientifico dal Regolamento sanitario internazionale, probabilmente devono ringraziare dopo il Conte bis, anche il prof Burioni che tanto ha insistito con la sua magica soluzione fondata sulla reclusione forzata per tanti, anzi per tutti, calpestando in un lampo la Costituzione repubblicana italiana, compreso il Parlamento. Peccato che il prof Burioni non sia un epidemiologo. Anzi, un imbonitore da avanspettacolo che le spara sempre più grosse, come nell'anno 2017. Parole, appunto, di Roberto Burioni riportate fedelmente dal quotidiano La Stampa, il 9 ottobre 2017: «Le spore del batterio del tetano sono dovunque, quindi qualunque ferita è a rischio" di causare questa "infezione pericolosissima" contro cui "non esiste immunità naturale. Neanche chi l'ha avuto ed è guarito è protetto" nei confronti del tetano. "L'unico modo in cui si può essere protetti è grazie alla vaccinazione che non ha efficacia perpetua: per questo è indispensabile sottoporsi ai richiami nei tempi prescritti». Una balla immensa. Infatti, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, si tratta di «un bacillo Gram-positivo che cresce solo in assenza di ossigeno (cioè è anaerobio), ed è presente in natura sia in forma vegetativa, sia sotto forma di spore». Uno che ha così tanto tempo libero, da dedicare a tutta questa evangelizzazione sanitaria da far sembrare che non abbia un lavoro.



E quindi, la sua tesi in materia è soltanto una mera opinione (una burionata condominiale), non suffragata dalla letteratura scientifica a livello mondiale, nonché dalla storia dell'umanità che ha sempre convissuto con i virus e non in una camera iperbarica sterilizzata a regime. I numeri inventati, o peggio a volte falsificati, servono a sconquassare la parte irrazionale delle persone, l'emotività su cui far leva per spaventarle a morte.


Il dubbio? In altri termini, non si muore di Covid-19, ma per lo scompenso del Covid-19 che aumenta la gravità delle complicanze che fanno morire i pazienti in numero molto maggiore del solito? Le persone anziane colpite dal nuovo coronavirus, ma con diverse patologie - come attestano le relazioni bisettimanali dell'ISS - passano all'altro mondo perché appunto questa patologia aggrava il loro stato di persone malate irreversibilmente e le fa morire? Se di dice “il Covid-19 aumenta irreversibilmente l'aggravio di uno stato patologico dovuto ad alcune malattie pregresse e conduce alla morte”, tale affermazione va dimostrata con metodo scientifico e non con dichiarazioni rilasciate in tv e sui social network senza un briciolo di prova. Le vittime inserite nella contabilità generale del presunto killer, potrebbero essere morte del loro stato patologico pregresso e il SarCov 2, era presente come virus semplicemente diffuso. Altrimenti, si rimedia la figura dei ciarlatani con l'aggravante e la recidiva dei somari. In Germania chi ha altre patologie ed è positivo, non viene conteggiato come morto Covid-19.



Appunto, ma chi è Burioni per stabilire cosa è la scienza e per distribuire patenti scientiste? L'anno scorso Franco Bechis, direttore responsabile del quotidano Il Tempo, ha offerto all'opinione pubblica un'illuminante risposta. Il prof è un medico impiegato a Milano, nel nosocomio fondato dal famigerato don Luigi Maria Verzé (quello che ha insignito con il premio cedro d'oro Silvio Berlusconi e Nichi Vendola, per intenderci: alla voce naufragata a causa di un'inchiesta giornalistica del "San Raffaele del Mediterraneo" a Taranto), al centro di scandali anche giudiziari per 40 anni, culminati con un fallimento miliardario e un suicido eccellente.




Come avevo già scritto e documentato sul diario internautico SULATESTA!, l'11 ottobre 2017 e nel mio libro di inchiesta Vaccini dominio assoluto (Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017), due anni prima di Bechis, all'università di Camerino, proprio il prof Roberto Burioni non è riuscito a superare un concorso pubblico (con appena 9 partecipanti complessivi non migliaia, lui stesso incluso), non all'Università di Harvard, per ricoprire il posto di “professore universitario di ruolo di prima fascia”. Non ha superato l'esame per il concorso a cattedra anche alle università La Sapienza di Roma e a quella degli Studi di Catanzaro. Mister “so tutto io...” che si arroga il diritto di dire a tutti cos'è la scienza, lui che ha così tante solide certezze, che però non gli hanno consentito di superare gli esami in diversi atenei, al fine di ottenere una cattedra ordinaria. Bocciato a ripetizione all'università e pretende di decidere per tutti noi. Basta leggere i verbali delle commissioni di concorso universitario che hanno respinto le sue domande per una cattedra, giudicandolo “appena sufficiente”. 



Lui che offende tutti dall’alto del suo scranno di cartone, ma non ha i titoli cattedratici da Nobel. Ecco l’incommensurabile genio, quello che si auto-osanna e auto-incensa come l’unico che ha il diritto di parlare, o meglio dissertare di "scienza" propinando ricette discutibili. Adesso tenete bene a mente chi è questo “sapientone” marchigiano pompato dai mass media, uno che non è un'autorità scientifica, uno piuttosto che dovrebbe rispondere dinanzi alla giustizia penale, quantomeno di procurato allarme, nonché di attentare alla sicurezza dello Stato e alla salute del popolo italiano, con i suoi allarmismi imposti ovunque senza confronto dialettico, sopra la voce critica di chiunque. L'ennesimo imbonitore tv ha affermato tutto ed il contrario di tutto. Per dirla con Gaber: "Il tutto è falso, il falso è tutto". Il principio della falsificazione di Popper apre la mente anche ai ciucci laureati.



La scienza è per definizione dubbio, non certezza assoluta o dogma.  L'azione penale non è un optional, ma un obbligo costituzionale. C'è un giudice almeno a Camerino? Qualcuno ora aggiorni, per dovere di completezza e di cronaca documentata, la pagina Wikipedia del prof Burioni. Grazie!




Per dirla con Socrate, senza scomodare Ippocrate o Galeno: “io so di non sapere”. La nostra conoscenza del mondo e di noi stessi è ancora estremamente limitata. Dietro i fatti, gli avvenimenti e le apparenze c’è una verità che sfugge alla rete dei nostri sensi, ai criteri della nostra minuscola scienza e della nostra striminzita ragione. I tre principali quesiti a cui la scienza non sa ancora rispondere con precisione sono: la nascita dell’universo; il passaggio da materia inanimata a materia animata, ovvero la nascita della vita nel cosmo; il passaggio dall’animale all’essere umano, vale a dire la nascita della razionalità e della coscienza.

La storia della scienza è tutta una sequela di verità che si dimostrano presto errori alla luce di nuovi fatti e di nuove verità. Quanto alla medicina non è una scienza, bensì una disciplina, dunque non può avere pretese coercitive sulla vita, soprattutto quando il mercato e il lucro economico sono tutto quel che conta e l’unica moralità è dettata dal profitto speculativo.



Riferimenti: