5.3.20

ITALIA PROIBITA DAL CONTE BIS!






di Gianni Lannes

“Nel paese della bugia, la verità è una malattia”: parola di Gianni Rodari. "Situazione grave" sibila il primo ministro Conte il 4 marzo 2020, mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio il giorno precedente aveva tranquillizzato gli animi, inaugurando alle scuderie del Quirinale una straordinaria mostra su Raffaello. Se c'è veramente pericolo perché il capo dello Stato è stato esposto a un tale rischio, a contatto stretto con tanta gente? Banali incongruenze di incolumità o peggio?

fonte: Quirinale


A rigor di logica, delle due l'una.  In ogni caso, attenzione alle mistificazioni di chi confonde il virus con la malattia, addirittura in un atto ufficiale che sequestra l'intera nazione. In Italia non dilaga alcuna pandemia, in compenso sulla scena istituzionale imperversa l'analfabetismo funzionale che pregiudica e condiziona pesantemente la vita di 60 milioni di cittadine e cittadini, mediante sgangherati allarmi privi di fondamento scientifico. Nel decreto del presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte (attorniato da esperti qualificati ai massimi livelli), datato 4 marzo 2020, l'errore macroscopico, è addirittura nell'incipit del dpcm, che legittima, (si fa per dire), l'isolamento di ogni italiano, compresa la disastrosa chiusura di scuole e università. Infatti, l'articolo 1, comma 1, riporta testualmente: 
 
«(Misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19)
  1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure...».
Secondo l'Istituto Superiore di Sanità "al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la fonte dell'infezione. Studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus".

Ma cosa sarà mai il SARS-Cov-2? Il virus che causa l'attuale coronavirus è stato chiamato "Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2" (SARS-CoV-2). Lo ha comunicato l'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus (ovvero specie, genere, famiglia, eccetera). A indicare il nome un gruppo di esperti appositamente incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Secondo questo pool di scienziati il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2. La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
 

Dunque, com'è possibile che il capo sia pure pro tempore del governo italiano, di professione avvocato, commetta un errore così grossolano che inficia in punta di diritto costituzionale, ma soprattutto sotto l'aspetto scientifico, l'operazione di congelamento della popolazione italiana, a fronte di un'inesistente pandemia, mai dichiarata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità? Inoltre tale provvedimento si basa apparentemente sul parere del Comitato tecnico scientifico che, però non era affatto favorevole al provvedmento, la cui efficacia è ritenta dagli esperti "priva di evidenza scineetifica". Il professor Walter Ricciardi (ex presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, nonché membro dell'OMS) avrebbe definito tale misura "inutile e dannosa"; solo Silvio Brusaferro (numero uno dell'ISS) ha espresso parere positivo. La scelta del governo è dunque tutta squisitamente politica. Non a caso, il parere del suddetto comitato non è allegato al dpcm ma solo menzionato positivamente. Allora qualcuno ha dettato il copione a Palazzo Chigi?


Peraltro, proprio in Italia, come attestano i comunicati stampa del ministero della cosiddetta Salute (31 maggio e 1 giugno 2013), nonché due interrogazioni parlamentari presentate il 4 giugno 2013 ( di cui una in veste di prima firmataria della virologa Ilaria Capua), il Coronavirus si era già manifestato senza conseguenze catastrofiche. Invece sempre nello Stivale, isole incluse, secondo i dati stilati dall'Istat sulla mortalità, in media quasi 25 mila persone perdono la vita ogni anno, mentre ben 80 mila muoiono da noi per l'inquinamento dell'aria. Rispetto a tali autentiche emergenze incancrenite sempre più, non è dato sapere quali provvedimenti siano stati adottati dal governo italiano per salvaguardare realmente e concretamente la vita della popolazione italiana. In altri termini, prove ufficiali alla mano, i politicanti italidioti risultano assolutamente latitanti sui temi fondamentali per la vita.

Uno spettacolo menzognero a danno di ogni italiano e del nostro meraviglioso paese. Dallo Stato di diritto alla Stato di Polizia, dalla democrazia alla tecnocrazia il passaggio è compiuto, almeno nel belpaese eterodiretto dagli interessi economici, sanitari e militari stranieri. Questa misura senza precedenti indica la sterile sostanza dell'esecutivo grulpiddino, nonché del relativo analfabetismo funzionale. Allarmismo sociale e inadeguatezza istituzionale delle misure repressive adottate. I danni per l'Italia procurati dall'esecutivo Conte 2 sono attualmente incalcolabili. Chi governa (sia pure per conto terzi) una nazione (e non un condominio oppure una colonia) non può iniettare la paura nel corpo sociale, alimentando il panico generale. L'avvocato del popolo sa almeno che differenza intercorre tra epidemia e pandemia? Prevenzione non vuol dire proibizione, o peggio repressione.