14.3.20

IL CORONAVIRUS ALLONTANATO DAI BAMBINI!




Signor primo ministro Conte, 

ho 11 anni e frequento la prima media nella scuola statale di Vico del Gargano "Michelangelo Manicone", in Puglia, la terra dove anche lei è nato. Le scrivo perchè vorrei essere ascoltato. Ho chiesto al mio papà di mettere questa mia lettera sul suo diario internautico così lei potrà capire. Quando il mio papà ha letto tutto ciò che ho scritto si è messo a piangere come un bambino lui che è una roccia e non ha mai paura. E così l'ho abbracciato e stretto forte forte. Prima di tutto, lei dice bugie? Ci dica la verità lei ci libererà dopo averci fatti prigionieri? Ma quando? Che colpa abbiamo noi bambini se l'aria è sporca e le stagioni sembrano impazzite? La Costituzione dice che la salute viene prima di tutto, ma allora perché in Italia c'è tanto inquinamento e il governo non fa niente per arrestarlo? Non è giusto pensare solo al coronavirus quando ci sono mali più pericolosi che si portano al camposanto tante persone, anche i più piccini.

I grandi dicono che la democrazia è il sistema più democratico che ci sia. Ma allora perché la scuola è chiusa dal 5 marzo? I grandi dicono che la colpa è di un virus chiamato corona, cattivo e spietato che tante persone fa ammalare all'improvviso. Io non ci credo tanto e lo dico al mio fratellino, perché sbircio il lavoro del mio papà. E dalle sue carte si vede che la vera bestia nera dell'Italia e del mondo è l'inquinamento. Gianni Rodari ha scritto che “nel paese della bugia, la verità è una malattia”. Non so se questo bravo scrittore si riferiva all'Italia. Comunque ci sono medici coraggiosi che fanno i miracoli per salvare le persone e lavorano in ospedale giorno e notte, senza mai riposare.

Da più di una settimana non c'è più la scuola e nessun adulto ci dice cosa succede veramente nel nostro paese. La preside ora ha fatto un video e si vede che è triste e ci abbraccia nel silenzio. Lei dice che questo brutto momento “passerà presto”. Però io non voglio più stare prigioniero dentro casa giorno e notte. Mica siamo bestie. Però quasi quasi vorrei essere un cane, perché loro possono uscire liberamente. Dalla mia finestra io li vedo che loro vanno dove vogliono. Noi no. Ma cosa abbiamo fatto di male?

Lei dice che la scuola viene a casa, ma come fa ad entrarci tutta? La scuola è più grande della mia abitazione. Il mio papà sostiene che internet fa male e i bambini possono provarlo solo a piccolissime dosi, senza esagerare. I grandi hanno paura. Io lo vedo: il timore è dipinto nei loro occhi. Adesso sono stanco di essere prigioniero in casa. Con me ho solo il mio fratellino che ha 8 anni e il mio papà che non ci lascia mai soli. La mamma non ce l'ho più perché l'anno scorso un cancro improvviso l'ha portata via.

Mentre fuori è primavera noi piccoli non possiamo uscire a giocare all'aria aperta o alla luce del sole. Eppure i grandi non vanno più a lavorare: così è scritto sui giornali del mio papà. 

A lei signor primo ministro è mai capitata una disgrazia così quando era piccolino? Oggi per fuggire da questa sua prigione, ho dipinto un arcobaleno di colori; così tutti i bambini prigionieri possono scappare sulle stelle.

A casa abbiamo una televisione, ma il mio papà l'ha spenta da un sacco di tempo: lui ripete che ci fa il lavaggio del cervello. Il mio papà ripete sempre: “spegnete la tv, accendete la mente e aprite il cuore. In compenso da noi abbondano i libri e la musica. Comunque i nostri muscoli si stanno addormentando. Come facciamo a crescere sani in queste condizioni se non vediamo neanche più la luce del sole? Io giocavo a pallavolo in una bella squadra di bambini a Vico; ci allenavamo due volte alla settimana, ma ora è tutto fermo.

Il mio papà è convinto che l'ubbidienza non è una virtù, quando ci parla di don Lorenzo Milani, lui si che voleva tanto bene ai bambini e lo ha dimostrato non a parole fritte. Quando tornerò a scuola vorrei che tutti leggessero un bel libro: Lettera a una professoressa. Il mio papà ha una vecchia copia e mi dice di trattarla con cura.

La mia mamma era una bravissima insegnante: una prof di italiano e storia all'istituto Olivetti. Una volta fu chiamata a realizzare con i bambini uno spettacolo sul racconto del Piccolo principe. Erano tutti felici di recitare una parte. Il messaggio era che “l'essenziale è invisibile agli occhi. L'importante è il cuore”. Allora, pensando agli altri oggi ho scritto una ballata per chitarra intitolata “Adolf kaputt!”. Ho fatto un sogno e ho chiamato “Adolf” questo pericolo microscopico che viene da lontano e salta i muri e il filo spinato delle frontiere. Nella realtà accadrà che i bambini d'Italia si prenderanno per mano in girotondo e canteranno questa canzone con il ritornello fino a spaventare questo mostro invisibile, tanto da spedirlo in un baleno per sempre sulla luna. Quel giorno, presto, l'Italia sarà finalmente libera da ogni flagello. Dite a tutti i grandi che una volta sono stati piccini, che i bambini sono i fiori che salveranno il mondo.

 F. Lannes