18.3.20

NUOVO CORONAVIRUS? NO: 80 MILA MORTI A CAUSA DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IN ITALIA!

Fonte: ministero della Salute (Italia)


di Gianni Lannes

Aria inquinata e gente malata. Anno 2020: 2 morti accertati dall'Istituto Superiore della Sanità, provocati dal nuovo coronavirus in Italia. Anno 2019 sempre da noi: ufficialmente 80 mila morti solo per l'inquinamento dell'aria e 7 mila per malasanità, senza contare i decessi causati dall'influenza. Cronache documentate alla mano: nel 1969 un virus che veniva da Hong Kong (definito “spaziale”) mise a letto 13 milioni di italiani e causò circa 5 mila decessi in Italia, ma non ci fu nessun sensazionalismo e isteria mediatica, come adesso e nessuna segregazione forzata della popolazione italiana. E ancora. In uno studio pubblicato su International Journal of Infectious Diseases a novembre dell'anno 2019, intitolato “Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons 2013/14-2016/17 seasons”, il dato annuale di morti per influenza nello Stivale (isole comprese) oscilla fra 7mila e 24mila individui.

Tranquilli: se lo dice l'avvocato del popolo. «La possibilità di diffusione del virus in Italia è pressoché remota. Da noi non ci sono i presupposti per un allarme» parole di Giuseppe Conte, attuale primo ministro, pronunciate pubblicamente il 22 febbraio 2020. L'inquilino di Palazzo Chigi che ha arrestato più o meno 60 milioni di italiani, ora è latitante: infatti non ha risposto a ben 84 atti parlamentari relativi al nuovo coronavirus, vale a dire alle interrogazioni di deputati e senatori, i quali con atti ispettivi hanno chiesto delucidazioni al governo del Conte bis.

Il rischio di decesso in caso di contagio da nuovo Coronavirus è statisticamente basso: la matematica non è una mera opinione. Per comprendere i casi che finora sono risultati fatali è importante conoscere le condizioni di salute delle vittime. A spiegarlo in un recente articolo è l’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche, secondo cui «dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, l’infezione causa sintomi lievi/moderati - ovvero una specie di  influenza - nell’80-90% dei casi». 
 
Nel 10-15 per cento può svilupparsi una polmonite, «il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva». Il rischio di gravi complicanze, purtroppo, esiste: aumenta con l’età e soprattutto sono più a rischio le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o con deficit del sistema immunitario, allo stesso modo in cui - precisa il Cnr - sarebbero a rischio nel caso di una normale influenza. 
 
Anche il ministero della Salute precisa che «come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo Coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache».  

Indipendentemente dai singoli numeri sbattuti in un faccia alla popolazione italiana, tramite il bollettino pomeridiano sparato dalla Protezione Civile, la curva statistica dimostra che l'epidemia in Italia sta crescendo, ma ogni curva ha un picco e una decrescita, ovvero una discesa. Tradotto: un calo. Elementare Watson.

A ben vedere, nel corso degli ultimi due decenni qualcuno si è dato molto da fare nel globo terrestre, per convincere numerose popolazioni che la specie umana viva sotto minaccia di estinzione da parte di agenti letali. Questo ruolo è stato attribuito dapprima a morbi esotici e sconosciuti, come la peste suina, l’aviaria o l’ebola. Epidemie coperte da una ampia campagna di stampa (fake news) e da lucrose attività di vaccinazione finanziate dalla Gates Foundation sotto l'egida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, in seguito dimostratesi tutte false emergenze, provocate in laboratorio da scienziati sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche. Evidentemente il modello “malattia esotica” non ha avuto l’impatto sociale desiderato, così si è passati a demonizzare malattie comuni ed endemiche, come il morbillo e la pertosse o persino tirare fuori dal cappello malattie ormai praticamente scomparse come la difterite. Finché non è arrivato qualcosa di adeguato a spargere il terrore: il Covid-19 della famiglia dei Coronavirus. Abbastanza infettivo, ma meno letale della comune influenza. Lo attesta inequivocabilmente la letteratura scientifica: la patologia provocata dalla famiglia dei Coronavirus è precisamente il “raffreddore”. Certo, come ogni comune raffreddore può evolvere in polmonite, e forse questo ceppo lo fa con maggiore insistenza del solito. Però minaccia seriamente la salute degli ultraottantenni già affetti da gravi patologie, in linea con ogni altro raffreddore stagionale. Qualunque cosa stia per accadere in Europa e nel mondo attiene alla geostrategia, non alla virologia. Quindi, si raccomanda l'autorità giudiziaria di mettere a cuccia una volta per tutte, gli esperti italidioti che alimentano boriosamente il panico.

Insomma, il virus è quello del raffreddore, modificato in laboratorio e mandato in circolazione in Cina per distruggere quella economia, mirato sugli anziani e su chi ha già altre patologie; ci sono anche giovani con polmoniti gravi. Questo virus, tuttavia, non è un essere vivente, bensì una proteina inerte. La crisi sanitaria è reale, però i numeri sono manipolati ad arte dall'autorità. Gli scopi sono molteplici: economia, demografia, soprattutto democrazia e libertà da annientare; insomma un esperimento (finestra di Overton) anche per testare la reazione popolare. Non a caso 37mila soldati nordamericani sono sbarcati in Europa senza mascherina, in compenso armati di tutto punto.

L'epidemia non la vedi, ma la senti ampificata a più non posso. In televisione, infatti, blaterano di epidemia perché i giornalisti e i medici sono soliti adottare una sostituzione di significato (tropo). Peraltro, i decreti del presidente del consiglio dei ministri relativi al nuovo coronavirus sono effettivamente dispositivi che mirano a produrre effetti psicologici, prima che giuridici. L’indeterminatezza delle proposizioni apre il campo alla discrezionalità del potere. Nella gente è stata radicata in breve tempo la convinzione che questo particolare virus del raffreddore sia "mortale". Questo timore sociale ha arrestato concerti, conferenze ed eventi pubblici. La paura ha portato alla quarantena e al blocco dei viaggi. Ciò che è fuorviante, da rasentare il falso, è la paura che tutti coloro che prendono questo virus possano morire per il raffreddore. La salute di quasi tutte le vittime di questo Coronavirus era già compromessa prima che fossero infettate. Infatti, in Italia, a tutt'oggi, l'Istituto Superiore della Sanità, ossia l'unico ente scientifico titolato nel belpaese per esprimersi in tal senso, ha accertato il decesso a causa del coronavirus, soltanto per due persone. Esattamente due di numero in cifre (2) alla data del 13 marzo 2020.

Ora, alla luce dei fatti esposti, proviamo ad allargare l'orizzonte riflessivo per dipanare ombre, dubbi ed angoscia collettiva. Lo stress è responsabile fino al 90 per cento delle patologie correnti, comprese le malattie cardiache, il cancro e il diabete. Quando un individuo è stressato, il rilascio di ormoni dello stress (cortisolo) annichilisce il sistema immunitario per conservare l'energia del corpo e sfuggire dallo stress percepito. Gli ormoni dello stress sono così efficaci nell’inibire il sistema immunitario, che i medici li somministrano a scopo terapeutico ai trapiantati di organi: in questo modo impediscono al loro sistema immunitario di respingere l'impianto estraneo. In sostanza: la paura del coronavirus è più mortale del virus stesso.

Un freschissimo studio pubblicato sul Pubmed il 5 marzo relativo alla inaffidabilità dello screening all’acido nucleico (“Potential false-positive rate among the ‘asymptomatic infected individuals’ in close contacts of COVID-19 patients”, “Tasso Potenziale di falsi positivi tra gli individui infetti asintomatici a stretto contatto con i pazienti COVID-19”) secondo il quale l’80,33 per cento dei positivi alla Real- Time PCR sarebbero falsi positivi. Grazie alla PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia, disciplina che si occupa delle relazioni tra psiche e i sistemi di regolazione fisiologica che costituiscono l’organismo umano: endocrino, nervoso e immunitario) siamo ormai consapevoli dell’impatto che fattori stressori quali rabbia, angoscia, sofferenza, tristezza, paura hanno sulla diminuzione o persino soppressione della risposta immunitaria, tramite la cascata di ormoni che vengono rilasciati nell’organismo da queste autentiche tossine emotive, che si sommano all'infinità di altre tossine ambientali (alimentazione, inquinamento, farmaci, vaccini) in grado di ingenerare malattie agendo sull’espressione genica, mediante processi di acetilazione e metilazione del DNA. Insomma, l’ambiente modifica il DNA e le emozioni umane. Senza scomodare tanto il sociologo Ivan Illich (Nemesi medica), una diagnosi di Coronavirus avrebbe attualmente lo stesso effetto fisiologico di una sentenza di morte, cui si aggiunge l’isolamento e il terrore di non avere un posto in rianimazione. In tal modo, si seguita a praaticare di fatto l'eugenetica per via epigenetica, che sia iatrogena o ambientale (si muore se si entra in ospedale ma anche se si respira da nord a sud. Traduzione: la vera causa dell’asfissia del nostro sistema sanitario, non è proprio il virus, bensì i crassi politicanti italidioti, analfabeti e boriosi.

La scienza è interpretazione della realtà, mai verità assoluta o peggio dogmatica. L'Italia è un belpaese pieno di talenti, è un peccato vederli sprecati, spesso a sragionare. Amici, parenti e conoscenti, storditi dal bombardamento propagandistico dei mass media veicolato dal governo tricolore, sembrano aver perso improvvisamente il senno, colpiti dalla dissonanza cognitiva. Ecco, se riusciremo a non perdere la testa, mentre molti sembrano averla persa; se sapremo capire lo scetticismo del mondo, smentendolo con i fatti, allora potremo dire; noi siamo italiani. Non sottovalutateci mai.

In conclusione vi invito a rileggere una poesia di Rudyard Kipling. S'intitola If (Se). Un padre spiega al figlio come diventare un essere umano. Inizia così:

If you can keep your head
when alla about you
Are losing theirs
and bòaming in on you,
If you can trust yourself
when all men doubt you,
But make allowance for their
doubting too

Se riuscirai a non perdere
la testa quando tutti
la perdono intorno a te,
dandone a te la colpa;
se riuscirai ad avere fede in te
quando tutti dubitano,
mettendo in conto anche il loro dubitare.

In questi casi anche uno scrittore come Aldous Huxley, torna utile per riflettere:

«…è chiaro che un governo del terrore funziona, nel complesso, meno bene del governo che, con mezzi non-violenti, manipola l’ambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini, donne e bambini. Il castigo pone un temporaneo arresto alla condotta indesiderata, ma non contiene permanentemente la tendenza della vittima a tale condotta. […] La società descritta in 1984 è una società controllata quasi esclusivamente dal castigo e dal timore di esso. Nel mondo immaginario della mia favola il castigo è raro e, di solito, mite. Il governo realizza il suo controllo, quasi perfetto, inducendo sistematicamente la condotta desiderata, e per far questo ricorre a varie forme di manipolazione pressoché non-violenta, fisica e psicologica, ed alla standardizzazione genetica (Ritorno al mondo nuovo 1958)».