di
Gianni Lannes
Un
delitto perfetto, grazie al nuovo coronavirus atterrato nel belpaese al momento opportuno. Dopo la Grecia capitola anche l'Italia, per mano di un esecutivo telecomandato dall'estero. La scelta del governicchio
grulpiddino è fatta: sarà la banca centrale a decidere per noi.
Sarà miseria e povertà per la stragrande maggioranza della
popolazione italiana, già stremata dagli arresti domiciliari e
dall'arresto forzato dell'attività produttiva.
Eppure la legge 24 dicembre 2012, numero 234, parla chiaro: qualsiasi accordo finanziario internazionale deve preventivamente passare dal Parlamento.
Giri di parole, ma la sostanza truccata non cambia, a danno dell'Italia. La Merkel - attraverso il governo eterodiretto del Conte bis - mette in ginocchio gli italiani, non a caso imprigionati agli arresti domiciliari dal 10 marzo scorso, proprio per volontà del sedicente avvocato del popolo. Che fare? Uscire immediatamente e senza indugi dall'Unione europea e dal sistema capestro dell'euro; insomma acquisire sovranità. A proposito: che fine ha fatto la nostra ingente riserva aurea? Per caso, il trattamento sanitario obbligatorio e di massa serve a disinnescare le proteste popolari? Per Sassoli "Il Mes è opportunità, l'Italia può avere 37 miliardi di euro". Insomma, un'elemosina a tassi poi da usura.
«Il Meccanismo europeo di stabilità è stato creato durante un altro tipo di crisi, quindi deve essere adattato alle nuove circostanze in modo da poter utilizzare tutta la sua potenza di fuoco - aveva detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Financial Times il 19 marzo 2020 - La strada da seguire è quella di aprire linee di credito del Mes a tutti gli Stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia di Covid, a condizione che ogni Stato membro renda pienamente conto del modo in cui le risorse vengono spese».
Eppure la legge 24 dicembre 2012, numero 234, parla chiaro: qualsiasi accordo finanziario internazionale deve preventivamente passare dal Parlamento.
Financial Times (19 marzo 2020: Giuseppe Conte) |
Giri di parole, ma la sostanza truccata non cambia, a danno dell'Italia. La Merkel - attraverso il governo eterodiretto del Conte bis - mette in ginocchio gli italiani, non a caso imprigionati agli arresti domiciliari dal 10 marzo scorso, proprio per volontà del sedicente avvocato del popolo. Che fare? Uscire immediatamente e senza indugi dall'Unione europea e dal sistema capestro dell'euro; insomma acquisire sovranità. A proposito: che fine ha fatto la nostra ingente riserva aurea? Per caso, il trattamento sanitario obbligatorio e di massa serve a disinnescare le proteste popolari? Per Sassoli "Il Mes è opportunità, l'Italia può avere 37 miliardi di euro". Insomma, un'elemosina a tassi poi da usura.
«Il Meccanismo europeo di stabilità è stato creato durante un altro tipo di crisi, quindi deve essere adattato alle nuove circostanze in modo da poter utilizzare tutta la sua potenza di fuoco - aveva detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Financial Times il 19 marzo 2020 - La strada da seguire è quella di aprire linee di credito del Mes a tutti gli Stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia di Covid, a condizione che ogni Stato membro renda pienamente conto del modo in cui le risorse vengono spese».
Se
non avesse cambiato linea, per non rompere con i Cinque Stelle, a
favore del teatrale ma inutile «No al Mes, sì all’Eurobond»,
ieri Conte avrebbe potuto evidenziare che l’Eurogruppo dei 27
ministri economici ha sposato la sua proposta, stanziando però la
metà di quanto richiesto 18 giorni prima: 240 miliardi: «Il solo
requisito per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli
Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese
sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione
collegata al Covid-19 - si legge nel comunicato - La linea di credito
sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza. Dopo, gli Stati
restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici,
coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa
la flessibilità».
La
conclusione dell’Eurogruppo è ambigua: può significare che, a
emergenza sanitaria finita, saranno ripristinate le regole del Mes,
ma soprattutto quelle del Patto di Stabilità e del Fiscal Compact
oggi «sospesi», e non riscritti. Insomma, sarà chiesto un piano di
rientro da centinaia di miliardi a un paese stremato e drasticamente
impoverito. A
breve saranno calcolati i costi economici indotti dai «lockdown»
imposti dall'ineletto. A quel punto non sarà solo il controverso
“Fondo Salva Stati” ad essere insufficiente, oltre che
impraticabile, ma anche le prime misure finanziarie adottate.
L’«inadeguato»
Mes sarà presentato e, probabilmente, votato dai capi di Stato del
consiglio Europeo il prossimo 23 aprile, unitamente a un mandato alla
Banca europea degli investimenti per impegnare 200 miliardi di euro e
al «Sure» per la cassa integrazione in Italia, il Kurzarbeit in
Germania o lo chômage partiel in Francia. Funzionerà solo se tutti
gli Stati metteranno a disposizione una garanzia, la somma può non
raggiungere il totale dei 100 miliardi annunciati, cifra che potrebbe
risultare inadeguata: per nove settimane l’Italia ha stanziato 11
miliardi per la cassa integrazione. E altri 15 arriveranno con il
decreto di aprile. Non solo: l’Eurogruppo ha precisato che questo
prestito a lungo termine andrà restituito a un tasso basso. Il
«Sure» è temporaneo. Significa: «Support to mitigate Unemployment
Risks in an Emergency», sostegno per mitigare i rischi di
disoccupazione in caso di emergenza.
Chi
pagherà le conseguenze saranno coloro che percepiranno i sussidi e
poi li perderanno. Conte ha evidenziato che il 23 aprile non firmerà
l’accordo senza l’istituzione, in tempi certi, del «fondo comune
per la ripresa» per il quale si prevede un finanziamento
«inadeguato» da 500 miliardi di euro che si aggiungono agli altri
500 miliardi complessivi a cui ha pensato l’Eurogruppo. È la
proposta franco-tedesca che, dal 26 marzo, ha cominciato a chiamare
«European Recovery bond» anche se in Italia si parlava di
«Coronabond», sinonimo di «Eurobond». Entrambi bocciati da Angela
Merkel il 9 aprile come mutualizzazione strutturale del debito.Gli italiani, a dirla tutta, hanno già pagato oltre misura, sobbarcandosi con l'adesione all'euro, voluta da tale Romano Prodi, i costi economici della riunificazione tedesca.
Ancora
il 20 marzo Conte precisava di volere trasformare il Mes in un
«coronavirus fund», i suoi bond avrebbero dovuto essere «concessi
senza alcuna condizionalità». Ipotesi respinta e trasformata, nel
comunicato dell’Eurogruppo, in un fondo affidato alla Commissione
Europea che agirà attraverso il suo risicato bilancio ora bloccato
dai veti incrociati dei governi. L’ipotesi è stata confermata dal
vicepresidente Valdis Dombrovskis. Si sta scommettendo sul fatto che
questa emergenza rientrerà e dopo si tornerà la normalità di
un’Europa squassata dagli interessi nazionali.
La
modestia del compromesso celebrato con toni entusiasti conferma che
non è possibile una politica economica comune strutturale, una Banca
centrale Europea che finanzia i debiti pubblici nazionali, sospende
il pagamento degli interessi, eroga un reddito di base direttamente
alle persone attraverso i governi. Ora, cantate pure dai balconi, gregge di pecoroni italopiteconi.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mes
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=euro
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=oro
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=fiscal+compact
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2013/12/autodeterminazione-del-popolo-italiano.html
https://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/21/0387_Comunicato_Presidenza_Cdm_3_agosto_2011.pdf?fbclid=IwAR3XsEuPrkkvRUEslSeL2nQ-geSsWo08Vy8t9-EK7n75jTAuX1Kf5KtXwfQ
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=euro
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=oro
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=fiscal+compact
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2013/12/autodeterminazione-del-popolo-italiano.html
https://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/21/0387_Comunicato_Presidenza_Cdm_3_agosto_2011.pdf?fbclid=IwAR3XsEuPrkkvRUEslSeL2nQ-geSsWo08Vy8t9-EK7n75jTAuX1Kf5KtXwfQ
Post scriptum
Il
Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi IV ha approvato il 3
agosto 2011 il “disegno di legge per la ratifica della decisione
del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del
Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di
stabilità (Esm – European Stability Mechanism), nei Paesi in cui
la moneta è l’euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti
gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un
meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio
per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’Euro”. Il
Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011 ha fatto seguito al
Consiglio Europeo del 25 marzo 2011, nel quale l’allora premier
Berlusconi ha rappresentato l’Italia al tavolo in cui sono stati i
contenuti del meccanismo di stabilità. Del governo Berlusconi IV
hanno fatto parte Bossi (ministro per le Riforme), Meloni (ministra
per la Gioventù), Calderoli (ministro per la Semplificazione), Nitto
Palma (ministro per la Giustizia dal 27 luglio 2011), La Russa
(ministro della Difesa), Tremonti (ministro per l’Economia) e
Gelmini (ministro per l’Università).
Chi
ha dato il primo via libera al Mes? Come ricorda l'Agi, il disegno
di legge intitolato “Ratifica ed esecuzione del Trattato che
istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes)” è stato
presentato al Senato italiano il 3 aprile 2012, due mesi dopo la
firma del Trattato (avvenuta il 2 febbraio 2012). Il voto favorevole
del Senato è arrivato il 12 luglio 2012, mentre l’approvazione
definitiva è stata data dalla Camera dei Deputati una settimana
dopo, il 19 luglio 2012. All’epoca era in carica il governo tecnico
di Mario Monti. A Montecitorio, come ha tenuto traccia ‘Openpolis’,
il via libera alla ratifica del Trattato sul Mes è stato dato con
325 voti favorevoli, 53 contrari, 36 astenuti e 214 assenti. Tutti i
168 deputati del Partito Democratico presenti hanno votato a favore,
così come 83 parlamentari del Popolo della Libertà, 30 dell’Unione
di Centro e 14 di Futuro e libertà. La Lega (con Roberto Maroni
segretario) è stata l’unica a votare contro (51 no), assieme a due
voti “ribelli” all’interno del Pdl (Guido Crosetto e Lino
Miserotti). Il giorno della votazione, la futura leader di Fratelli
d’Italia Giorgia Meloni, all’epoca deputata del Popolo della
Libertà, era assente.
Infatti. Rilegga attentamente quanto ho scritto!
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