23.4.20

IMMUNI: CONTROLLO TOTALE!



di Gianni Lannes

L'oligarchia è un'ammucchiata Immuni. Chi costruirà l’applicazione per il monitoraggio elettronico (contact tracing) nella cosiddetta Fase 2 della farsa tricolore, come da copione - preconfezionato all'estero - del nuovo coronavirus? Chi svilupperà la app Immuni? Scontato: Bending Spoons. La stessa azienda italiana ha presentato un’offerta da 260 milioni di dollari per l’acquisto di Grindr (entro il 20 giugno 2020), la app di incontri dedicata alla comunità lgbt+ (gay, lesbiche, trans e così via). Un regime totalitario ha bisogno delle informazioni sensibili (magari volontarie) di ogni suddito per funzionare al meglio.


Tra i padroni di Immuni regna una rete di intrecci affaristici che non sono una garanzia di democrazia: Bending Spoons è partecipata dai Berlusconi e coadiuvata dagli Elkann. Il Centro Sant'Agostino è guidato da un leopoldino. Jakala organizzava le cene elettorali di Beppe Sala. Le aziende coinvolte nella App “Immuni” per tracciare i possibili contagi da nuovo virus a corona (tutto ancora da dimostrare sul piano scientifico) sono almeno tre: Bending Spoons, che realizza l’infrastruttura, il Centro Medico Sant’Agostino di Luca Foresti e il colosso dell’e-marketing Jakala, guidato da Matteo de Brabant. Insomma, la solita partitocarzia affaristica con contorno di paradisi fiscali, banche e tanti appetiti speculativi stranieri.



A luglio 2019 sono entrati col 5,7 per cento nella compagine proprietaria - fino ad allora costituita dai fondatori e da alcuni dipendenti di Bending Spoons - tre società, vale a dire H14 di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, Nuo Capital dalla famiglia Pao Cheng di Hong Kong e StarTip (veicolo di Tamburi Investments Partners SpA). La H14 ha una quota anche nel capitale di Jakala. Il fondatore è Matteo de Brabant, sostenitore ai tempi dell’Expo del candidato sindaco Beppe Sala. Luca Foresti che guida la rete di poliambulatori Centro medico Sant’Agostino a Milano è vicino a Matteo Renzi: nel 2013, quando il fiorentino si preparava a giubilare Enrico Letta, partecipò alla Leopolda.


 
La società tecnologica italiana Bending Spoons, che sviluppa app per dispositivi mobili, punta a espandersi e ha presentato un’offerta di acquisto da 260 milioni di dollari per acquisire il social network Grindr, app di incontri che conta oltre 4 milioni di utenti nella comunità lgbt+. In 16 anni di attività, Bending Spoons è riuscita a raggiungere la cifra di 180 milioni di download delle sue app e può vantare circa 300mila nuovi utenti ogni giorno. La società ha anche margini operativi molto alti, attorno ai 35 milioni di euro su un totale di ricavi complessivo che si aggira attorno ai 45 milioni di euro.


Inoltre, a luglio dello scorso anno sono entrati nel capitale di Bending Spoons come soci di minoranza anche la banca d’affari StarTip, fondata dal banchiere Giovanni Tamburi, la holding H14, che fa capo ai figli di Silvio Berlusconi, Luigi, Barbara ed Eleonora, nonché il fondo di investimenti asiatico con sede in Italia Nuo Capital. L’offerta per l’acquisizione di Grindr è supportata anche da alcuni importanti gruppi bancari italiani, come Intesa Sanpaolo e Banco Bpm, Banca Ifis e Illimity, la banca fondata dall’ex ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera. Secondo la Reuters, Bending Spoons potrebbe anche approfittare di una situazione particolare nel cambio di proprietà della famosa app di incontri. Tra il 2016 e il 2018 Grindr è stata acquisita dalla società cinese di videogame Beijing Kunlun Tech Company per un totale di oltre 260 milioni di dollari, ma lo scorso marzo il Comitato sugli investimenti esteri negli Stati Uniti d’America ha imposto alla società asiatica di vendere la sua quota nella piattaforma per possibili rischi alla sicurezza nazionale. Kunlun ha acconsentito alla richiesta e per completare l’operazione di vendita è stata fissata la data del giugno 2020. Con l’acquisizione di Grindr, l’azienda italiana potrebbe aggiungere ora una nuova app importante al suo ventaglio di proposte che già conta, tra le altre, alcune delle applicazioni più scaricate al mondo, come 30 Day Fitness per allenarsi da casa e Slide Show per selezionare foto da postare sui social.



Il comunicato stampa datato 13 dicembre 2019 del centro sanitario privato Sant'Agostino, di cui è amministratore delegato lo stesso Luca Conforti, non lascia dubbi:

«Un nuovo socio, grandi obiettivi di crescita, stessa mission: offrire una risposta efficace, accessibile, di alta qualità e innovativa nelle modalità erogative ai bisogni di salute extra-ospedalieri. Per Centro Medico Santagostino si prepara un periodo di importanti sfide con l’ingresso nella compagine sociale del Fondo L-GAM, società d’investimento partecipata dalla famiglia regnante del Liechtenstein e da altre importanti famiglie imprenditoriali europee, americane e asiatiche».
 
L’azienda, appunto, si chiama Bending Spoons ed è stata fondata da cinque informatici. Come già detto, nel capitale sono recentemente entrati con il 5,7 per cento la H14, che fa capo ai figli di Silvio Berlusconi, la holding di investimenti Nuo Capital della famiglia Pao Cheng di Hong Kong, e StarTip di Tamburi Investments. Nel progetto della app sono coinvolti il Centro Medico Sant’Agostino, rete di poliambulatori privati nata nel 2009, e Jakala, società di e-marketing di François de Brabant. Ma chi sono i soci del Centro Medico Santagostino per cui lavora Luca Foresti (una vecchia conoscenza del piddì), che insieme con Bending Spoons ha sviluppato appunto l’app anti Sars Cov-2, scelta dal governo del Conte bis, senza una gara pubblica? Il controllo è di L-GAM partecipata dalla famiglia regnante del Liechtenstein e da altre importanti famiglie imprenditoriali europee, nordamericane e asiatiche, incluse alcune banche. L-GAM è una società d’investimento fondata nel 2013 da Ferdinando Grimaldi (ex senior partner di Bain Capital e di Investcorp), Yves Alexandre (ex  capo degli investimenti europei di Investcorp) e Felipe Merry del Val (ex senior partner di Bain Capital). È supportata da capitali della famiglia regnante del Liechtenstein e da altre importanti famiglie imprenditoriali europee, americane e asiatiche. E’ stato coinvestitore di Clessidra e della cinese Chow Tai Fook Entreprises  in Roberto Cavalli, mentre nell’ottobre 2018 ha comprato da Cristina Calori il brand statunitense di outwear Woolrich International Ltd.

Ferdinando Grimaldi (ex senior partner di Bain Capital e di Investcorp), Yves Alexandre (ex  capo degli investimenti europei di Investcorp) e Felipe Merry del Val (ex senior partner di Bain Capital, per esempio aveva curato l’investimento in Cerved nel 2009) hanno tenuto a battesimo la nascita di  L-GAM, una holding di investimento costituita grazie al supporto della famiglia reale del Principato del Liechtenstein e dotata di un capitale di 240 milioni di euro. L-GAM investirà con altre controparti per una potenza di fuoco complessiva di 325 milioni. Obiettivo degli investimenti saranno società europee non quotate anche in situazione di stress nei settori manifatturiero, servizi, beni di consumo e retail, per finanziare la crescita, il passaggio generazionale, la ricapitalizzazione, lo spin off aziendale. Il tutto con un’ottica di investimento di lungo periodo. Grimaldi, Alexandre e Merry Del Val, soci fondatori di L-GAM, saranno affiancati nella gestione da Jerome Bertrand (ex senior principal di Bain Capital). Ecco la fotografia del sole 24 ore:

«I tre figli di Silvio Berlusconi e Veronica Lario (Luigi, Eleonora e Barbara), Tamburi e il fondo Nuo Capital, che investe in Italia con capitali cinesi, in Bending Spoons. Famiglie e imprenditori di spicco (tra cui Renzo Rosso, Paolo Marzotto, Giuliana Benetton, i Dompè e i Lucchini), Mediobanca, il finanziere Davide Serra, il fondo internazionale Ardian e sempre la holding H14 dei tre figli di Berlusconi, in Jakala. Nella serata di ieri, il commissario straordinario Domenico Arcuri ha scelto la app “Immuni”, che effettuerà il tracciamento per fronteggiare l'emergenza Coronavirus e le società che si occuperanno del dossier hanno nel proprio azionariato vari esponenti dei salotti buoni della finanza: il progetto del software – la cui licenza verrà concessa gratuitamente – sarà come noto della milanese Bending Spoons, che verrà affiancata dalla società di marketing Jakala e dalla rete lombarda di poliambulatori del Centro Medico Santagostino. Bending Spoons, oltre ad H14 anche Nuo Capital e Tamburi. La milanese Bending Spoons, che ha chiuso il 2018 con ricavi per 32 milioni e un utile di 3 milioni, è uno sviluppatore di app per smartphone su scala europea e lo scorso luglio i soci fondatori e di controllo Francesco Patarnello, Luca Ferrari, Luca Querella e Matteo Danieli, hanno aperto il capitale: con una quota complessiva del 5,7% sono entrati H14, Nuo Capital (che in Italia ha rilevato anche quote in marchi noti come Tannico e Proraso) e StarTip, veicolo della famiglia Tamburi. A gennaio, peraltro, proprio Bending Spoons era salita agli onori della cronaca per le indiscrezioni su un tentativo di scalata di Grindr, la più popolare app mondiale di incontri dedicata a gay, bisessuali e transgender. Jakala, da Arnault al club deal di Mediobanca. I figli di secondo letto di Berlusconi si ritrovano anche nel capitale di Jakala, società di marketing fondata e controllata da Francois e Matteo de Brabant che nel 2000 aveva come socio di peso Europ@web, al tempo holding di Arnault. Poi l’azienda si è rifocalizzata sul marketing e negli ultimi due anni ha visto entrare quali soci di minoranza Paolo Marzotto (10,5%), il fondo Ardian (7,5%), la H14 dei Berlusconi (2,5%) e Davide Serra (2,7%). Non solo, nel 2018, l’azionariato di Jakala si è arricchito anche in virtù di un club deal organizzato dal veicolo Epic di Mediobanca: così al suo interno, seppure attraverso una holding, figurano tra gli altri Renzo Rosso, le famiglie Dompè e Branca, i Lucchini, Giuliana Benetton e la stessa Mediobanca».


Come è stata individuata la ditta Bending Spoons? La scelta è ricaduta in capo al ministero dell’Innovazione, in accordo con il ministero della Salute. È stato formato un gruppo di lavoro composto da 74 esperti e hanno fornito pareri anche l’Agcm e l’Agcom e il Garante della Privacy. Gli otto sottogruppi formati dai 74 esperti hanno selezionato la app Immuni di Bending Spoons tra le 319 proposte arrivate. Il gruppo di lavoro si è riunito due volte (il 30 marzo e il 4 aprile) per discutere e analizzare i progetti. I verbali delle riunioni non sono stati però resi pubblici, in palese violazione del decreto legislativo numero 33 del 2013 sulla trasparenza amministativa. Al momento non lo è addirittura neanche il parere reso dal Garante della Privacy.

Esistono diverse tecnologie per l'uso dell'app? Tecnicamente si tratta di approcci. Uno è il “centralizzato”, l’altro “decentralizzato”. Le differenze principali sono due. La creazione di un identificativo per ogni utilizzatore, che avviene solo nel primo caso, e il luogo fisico in cui vengono conservati i dati. Nel centralizzato tutti i dati di contatto tra gli smartphone, man mano che verranno rintracciati casi di positività, verranno stoccati in un server centrale. Nel decentralizzato, invece, i dati - tranne che dei positivi - resteranno sullo smartphone. Nell’approccio centralizzato esisterà un “cervellone” dove sono disponibili molti dati degli utilizzatori e dei contatti che sono avvenuti tra di loro, seppur in maniera anonimizzata (quindi con il rischio di poter risalire all’identità dei singoli). Nell'approccio decentralizzato, invece, i dati disponibili sul “cervellone” saranno molto inferiori e sono certamente esclusi i contatti di chiunque non risulti positivo. Quindi chi ha accesso al server o chi dovesse riuscire a violarne la sicurezza avrebbe a disposizione molti più dati se l’app verrà sviluppata con un approccio centralizzato. Con un approccio decentralizzato i rischi di violazione della privacy sarebbero decisamente minori. Quale approccio seguirà Bending Spoons? Attualmente non è stato ufficializzato quale sarà l’approccio seguito dall’azienda per lo sviluppo della app Immuni. Chi gestirà i dati e quando verranno distrutti? Il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri (alla voce Massimo d'Alema) e il ministero dell’Innovazione hanno assicurato che la gestione del server sarà in mano pubblica. Il ministero ha inoltre comunicato che il funzionamento della app “potrà cessare non appena terminerà la fase di emergenza, con cancellazione di tutti i dati generati durante il suo funzionamento”. C'è da crederci?

Palazzo Chigi e il ministero dell’Innovazione hanno ribadito che “il download e l’uso saranno su base volontaria”. Perché la app abbia un impatto reale sulla possibilità di tracciare i contatti dei nuovi casi, tuttavia, è necessario che ad installarla sia circa il 60 per cento della popolazione. I movimenti di chi la usa saranno tracciati? Sono previste limitazioni delle libertà per chi deciderà di non usarla? Il governo ha smentito, salvo ripensamenti. Possono scaricarla anche i minorenni? Per ora non sono previste limitazioni d'età. Cosa dovrà fare chi non ha uno smartphone? Al momento non esistono comunicazioni ufficiali a riguardo. Un’ipotesi allo studio prevede l’uso di braccialetti elettronici per chi è sprovvisto di un cellulare o di un tablet con connessione a internet e volesse far parte del programma di contract tracing. Il grande fratello ringrazia per tanta grazia italidiota in un colpo solo. Se non è cosa buona e giusta, allora non siate grullini o grulloni italidioti, non scaricatela assolutamente. La pandemia non esiste, lo attestano i riscontri statistici, matematici e scientifici: è un'invenzione dell'OMS, un'organizzazione corrotta, al soldo della Gaates Foundation.



Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.