19.5.20

INDAGINI SANITARIE INVASIVE!



di Gianni Lannes

Etica assente, deontologia latitante e rispetto umano non pervenuto. L'imperativo generale di istituzioni e burocrazia è la sottomissione assoluta della popolazione. Le persone sono trattate dai fantocci al potere dell'intera scala gerarchica, peggio di oggetti, cose senza dignità. Schedatura poliziesca e riservatezza dei cittadini abolita, mediante un maldestro pretesto governativo. Grazie al nuovo coronavirus (Sars CoV-2), sempre confuso dalla massime autorità, a partire dal capo dello Stato e dall'inquilino di Palazzo Chigi, addirittura con la malattia (Covid-19) nei decreti legge, nei dpcm e nelle ordinanze ministeriali, lo Stato o chi per esso, adesso entra addirittura nel corpo dei cittadini e dei lavoratori, in violazione dei diritti costituzionali. Come? Attraverso un'indagine sierologica a campione, in barba all'intimità personale. Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato il decreto-legge numero 30 del 10 maggio 2020; esso introduce misure urgenti in relazione alla realizzazione di una indagine di sieroprevalenza sul “Covid-19” condotta dal ministero della Salute e dall’ISTAT.

   


Ecco un esempio documentato: prontamente gli Ospedali Riuniti di Foggia (assurti alle cronache per la parentopoli nelle assunzioni facili) eseguono gli incredibili, anzi irricevibili ordini governativi, sotto la supervisione del direttore generale Vitangelo Dattoli. Infattti, stanno invitando in maniera persuasiva i dipendenti, a sottoporsi al predetto test, calpestando in un colpo solo i dettami costituzionali, ma anche lo Statuto dei Lavoratori, nonché la Convenzione di Oviedo. Chi - giustamente - non accetta questo obbligo coercitivo, incostituzionale ed anticostituzionale, per ora viene additato in cagnesco dalla dirigenza ospedaliera.


 

Tale decreto legge emanato dall'avvocato Sergio Mattarella che alberga al Quirinale e forse non legge attentamente certi provvedimenti, riportando confusamente il falso in riferimento al Covid-19 prevede “l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, relativi alla salute e al corredo genetico, per fini statistici e di studi scientifici svolti nell’interesse pubblico nel settore della sanità pubblica”. Il testo, secondo la vulgata ufficiale “considerata la necessità di disporre con urgenza di studi epidemiologici e statistiche affidabili e complete sullo stato immunitario della popolazione, indispensabili per garantire la protezione dall’epidemia in atto, prevede l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, relativi alla salute e al corredo genetico, per fini statistici e di studi scientifici svolti nell’interesse pubblico nel settore della sanità pubblica. L’indagine sarà svolta nel rispetto di quanto stabilito dal protocollo approvato dal Comitato tecnico scientifico costituito presso la Protezione civile, nonché nel rispetto delle pertinenti Regole deontologiche allegate al Codice per la protezione dei dati personali”.

Tuttavia, questo fantomatico comitato di esperti non è il Parlamento, dunque non ha alcun potere legislativo, alla stregua del governo grulpiddino. L'indagine si svolgerà su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 150.000 persone. Per dirla con il consiglio dei ministri: «L’indagine a campione sulla sieroprevalenza ci permetterà di capire il livello di diffusione del virus nel Paese e di pianificare le prossime fasi e il ritorno all’attività. È uno dei cinque punti della nostra strategia sanitaria insieme al rafforzamento della rete territoriale, ai Covid-Hospital dedicati, alla App di tracciamento e assistenza a distanza e al mantenimento di misure di distanziamento sociale e di protezione individuale».

A scanso di equivoci scientifici, l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) ha classificato il nuovo coronavirus denominandolo Sars-CoV-2 ed è con questo nome che lo European Centre for Disease Prevention and Contro (ECDC) si riferisce al nuovo coronavirus sul suo portale. Eppure, le autorità italiane ancora non comprendono la semplice differenza tra virus (Sars CoV-2) e malattia (Covid-19). Può essere mai credibile un governo e un cao dello Stato che confondono sgangheratamente - da mesi - delle semplici denominazioni terminologiche? La Corte costituzionale ha nulla da obiettare? C'è un giudice almeno a Berlino?


Post scriptum

L'articolo 32 della Costituzione repubblicana italiana parla chiaro:

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività... Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

L'articolo 5 della legge 20 maggio 1970, numero 300 (Statuto dei lavoratori), è inequivocabile:

«Sono vietati accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente». E i sindacati? Non pervenuti: sono ancora latitanti.


Riferimenti:














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