8.5.20

CORONAVIRUS: QUANTO NON SAPPIAMO...!



di Anna Turletti con il supporto della biologa Paola Ferrazzi


Il virus CoV-2 travolge il mondo, le nostre certezze e la nostra vita. Repentinamente cambiano i comportamenti sociali, si blocca l’economia mondiale e iniziano le restrizioni. Le vite di 3,5 miliardi di persone sono sospese: alcuni perdono il lavoro, altri chiudono le loro attività commerciali per questioni inderogabili di sicurezza. Il virus scoppia a Wuhan e velocemente si diffonde. Il mondo trema e in poche settimane si parla di pandemia. L’Italia, in particolare modo la Lombardia, viene colpita dal CoV-2 . Aumentano i casi e parallelamente i decessi.

Ma realmente qual è l’origine del virus? È davvero così aggressivo da mietere numerose vittime in in così poco tempo?

L’epicentro si sviluppa in Cina nell’area di Wuhan, zona popolosa quanto l’Italia, ma in 76 giorni i cinesi mettono alla porta il virus con procedure restrittive che eliminano anche ogni forma di libertà personale. La popolazione viene reclusa e isolata in casa e ogni attività economica, industriale e produttiva viene sospesa. Il problema che subito emerge è la presenza di un Laboratorio Nazionale di Bio-sicurezza (National Laboratory Bio-Safety, BSL4) proprio a Wuhan. Laboratorio cinese per i patogeni più pericolosi del mondo: il CoV-2 pare sia uscito accidentalmente proprio da lì. Al BSL4 lavorano ricercatori provenienti da ogni parte del mondo e da questo presupposto inizia il valzer delle accuse tra vari stati. Sul quotidiano le Figaro, l’editorialista degli esteri Isabelle Lasserre parla di una possibile fuga di questo virus dal laboratorio di Wuhan a causa di negligenze del personale. Il direttore del laboratorio cinese di massima sicurezza respinge ogni tipo di accusa. (1)

Ernesto Burgio medico pediatra, esperto in epigenetica e biologia molecolare afferma che (2) il Cov2, virus della famiglia dei coronavirus, è un virus sconosciuto per il nostro sistema immunitario, cioè è un coronavirus emergente che ha trovato, probabilmente, la sua origine da un pipistrello. “Non è facile capire come sia avvenuto questo passaggio dal pipistrello all’uomo” dice Burgio durante la sua intervista a Radio Ondarossa. Secondo l’esperto “il virus ha subito alcune mutazioni pericolose nel sito della proteina S (spike protein), che aggancia le cellule delle vie respiratorie dell’uomo”. 
 
Nel novembre 2015, il conduttore del TGR Leonardo annunciava un servizio di Maurizio Menicucci, nel quale venivano riportati i seguenti contenuti: “Scienziati cinesi innestano una proteina presa dai pipistrelli sul virus Sars, la polmonite acuta, ricavato da topi. Ne esce un supervirus che potrebbe colpire l’uomo. Resta chiuso nei laboratori, serve solo per motivi di studio, ma vale la pena correre il rischio? Creare una minaccia così grande solo per poterla esaminare?”
In quelle parole sembra di sentir parlare dell’emergenza coronavirus che in questi mesi sta colpendo tutto il mondo e ci si chiede se non ci siano dei legami tra Cov2 e gli esperimenti del 2015. Questo video aveva suscitato molte discussioni nell’opinione pubblica, ed è stato censurato; in molti hanno smentito questo legame e hanno voluto sottolineare come il coronavirus che oggi colpisce l’Italia e il resto del mondo non sia lo stesso di cui si parla nel servizio. (3)

Differente, ma non di molto, è la visione del premio Nobel della medicina, Luc Montagnier, al quale si deve la scoperta del virus HIV, riguardo l’origine del pericoloso CoV-2. Luc Montagnier giunge a conclusioni che suonano come bombe atomiche. Secondo il parere autorevole del premio Nobel sembrerebbe che siano state effettuate delle manipolazioni che hanno portato al CoV-2, operando su una parte del virus, non sulla la totalità della sequenza del virus. Secondo lo scienziato questo virus è un tipo di Coronavirus proveniente dal pipistrello a cui sono state aggiunte delle sequenze di HIV, cioè del virus dell’AIDS. L’obiettivo di questa manipolazione non è chiaro ma non è dovuto -assicura il Nobel- a un processo naturale. Da queste affermazioni sorgono molteplici domande su chi possa avere fatto questo tipo di manipolazione e sul perché: per quest’ultima domanda la risposta sempre essere collegata a un ipotetico vaccino contro l’HIV.Il materiale genetico del virus -spiega Montagnier durante l’intervista fatta dalla CNEWS- è una catena di RNA e in questa catena, in un certo punto, hanno fissato delle piccole sequenze di HIV, piccole ma non prive di significato perché hanno la possibilità di modificare quelli che si chiamano siti antigenici: vale a dire che, se si vuol fare un vaccino, si può modificare la proteina che è esposta per il vaccino stesso, con una piccola sequenza derivante da un altro virus”. Lo scienziato continua affermando che la traccia di HIV non può risultare da un incrocio naturale tra uomo e animale, ma dall’intervento della mano dell uomo. (4)

Il virus intanto si diffonde e le ipotesi sulla sua origine dividono l’opinione pubblica tra chi dice che arrivi dai pipistrelli per un salto genetico di specie e chi invece parla di un virus manipolato per opera di professionisti, biologi molecolari, o di incidente accidentale nel laboratorio BSL4 di Wuhan.
Tra discussioni infinite per definire quale ipotesi sia da trasmettere, come ufficiale, all’opinione pubblica, ci sono le contrastanti dichiarazioni degli esperti italiani.

Il 2 Febbraio u.s. il virologo Roberto Burioni afferma -“In Italia il rischio è zero. Il virus non circola”. (5) Contrariamente a quanto detto, il CoV-2 si diffonde ampiamente e colpisce, soprattutto in Lombardia.

Il 25 Febbraio u.s., Walter Ricciardi membro italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e neoconsigliere del Ministro della Salute, parla così: “Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, che non è da sottovalutare, ma va posto sotto nei giusti termini: su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente e solo il 3%, degli infetti -aggiunge- muore.”
Anche le mascherine non servono a proteggere le persone sane -prosegue- queste servono a proteggere le persone malate e i sanitari”. (6)

Qualche settimana dopo la sua affermazione, le mascherine diventano obbligatorie per uscire, mascherine che tuttavia non si trovano, in quanto l'Italia da tempo non ne produce più e le scorte non esistono.

Il 10 Marzo u.s. i contagi e i decessi aumentano in modo costante, particolarmente in Lombardia, e l’Italia si avvia a diventare la prima nazione al mondo per numero di casi (7), entrando in uno stato di lockdown, con confinamenti, sul modello bellico.

18 Marzo u.s. viene chiamata in causa Ilaria Capua esperta mondiale di virologia per tentare di fare chiarezza sulla situazione, in un clima compromesso da insofferenze generali e già propenso a sfumature cospirazioniste. La virologa Capua, già conosciuta in passato per i suoi studi, ma anche per essere stata inserita nel registro degli indagati per traffico illecito di virus e successivamente prosciolta il 5 luglio del 2016, non si sbilancia, invita alla razionalità e afferma quanto segue: “troppi morti in Lombardia, un ceppo diverso o un errore umano, un rebus”, infine ammette che la situazione è difficile e che la ricerca di un vaccino sia alquanto importante. Le sue affermazioni non forniscono dati scientifici oggettivi che spieghino le cause del numero elevato dei decessi in Lombardia e nemmeno una spiegazione dell'origine del virus stesso. (8)

Al contempo gli esperti dell’informazione italiana, compresa la Protezione civile, snocciolano ogni giorno dati numerici di decessi senza che vengano generalmente correlati alla media del numero dei decessi giornaliero e stagionale degli anni passati. Intimoriscono la gente con titoli come questi: “Coronavirus: OMS, tasso di mortalità 3,4%, i virus stagionali uccidono meno dell’1% degli infetti”, creando confusione di significato tra tasso di mortalità e tasso di letalità. I lettori cadono nello sconforto e si crea una drammatica psico-pandemia collettiva. (9)

La confusione presentata dai media tra tasso di mortalità, riferito all’intera popolazione di una nazione, e quello di letalità riferito alla sola popolazione infetta, fa sì che entrambi i parametri siano considerati uguali, grazie e soprattutto alla loro sottile distinzione di significato che gioca a favore di chi non vuole (o non può) offrire un’informazione corretta e libera, e a sfavore di chi invece, pesantemente, la subisce. 
 
Nel frattempo il virus CoV-2 continua a svilupparsi a macchia d’olio e molti stati adottano le linee di sicurezza e di prevenzione dettate dall’OMS (WHO) e dal suo comitato scientifico ufficiale, ma i contagi purtroppo non decrescono. Per contrastare meglio il virus, gli esperti del settore propongono due test per diagnosticare la sua presenza: il tampone nasale e l’esame sierologico, ma questi test non darebbero risultati certi. Vediamo perché.

In un video del giornalista Paolo Barnard (uno dei creatori del famoso format TV Report) vengono spiegati i limiti di affidabilità di questi esami diagnostici, limiti evidenziati anche dalle più autorevoli riviste della letteratura scientifica, come New England General Medicine, The Lancet, Science e MIT Technology Review (10). 
 
Nel video il giornalista afferma, sulla base di quanto riportato nelle pubblicazioni ufficiali sopra citate, che i tamponi sono validi per trovare il CoV-2 e danno esito positivo se il virus è attivo nella persona nel momento in cui si effettua il test. Sul tampone viene effettuato l’esame di laboratorio, l’RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction) che rileva pezzi di RNA virale, specifici del CoV-2, li amplifica e li rileva con una buona precisione. Quindi un tampone RT-PCR positivo segnala la presenza attuale del virus. La situazione si complica se la malattia è stata fatta in passato, che di fatto non vuol dire che un paziente sia immune dalla malattia. Essere negativi all’esame RT-PCR significa che non siamo spargitori di contagio adesso, ma non assicura che domani non ci contageremo. Per capire se abbiamo contratto il CoV-2, o se siamo immuni alla sua malattia, il covid19, ci sono esami sierologici, cioè esami del sangue, ma anche questi non sono sicuri. Se si è positivi, gli esami sierologici rilevano di sicuro la presenza nel soggetto di anticorpi al coronavirus, ma questi coronavirus sono una famiglia di virus ben noti, che vanno dal raffreddore, alla sars, al CoV-2. Gli esami sierologici attuali hanno però difficoltà a rilevare con precisione gli anticorpi specifici del CoV-2 rispetto a quelli specifici di un raffreddore o di una influenza, quindi nessuno dei test sierologici dà totale certezza. Il grosso problema pare essere quello della “Cross Reactivity” cioè della reazione incrociata tra gli amminoacidi di queste proteine (spike protein) che stanno sulla superficie dei coronavirus. Questi amminoacidi, tra cui quelli del coronavirus del raffreddore, quello della Sars e quello del CoV-2 sono identici dal 60% al 75%, per cui il l'identificazione del virus specifico può sovente essere imprecisa. Se all’inaffidabilità dei test per diagnosticare la positività o la negatività al virus, si aggiungono la mancanza di tamponi per effettuare analisi di massa e la presenza di alcuni Kit di tamponi non perfettamente sterili, come quelli contaminati destinati alla Gran Bretagna, si comprende che la situazione è molto complessa e che ha lati oscuri inspiegabili. La notizia dei Kit infetti, compare sul “The Sun” e rimbalza sul sito internet www.ultimavoce.it, il quale riporta che i Kit, provenienti dalla compagnia Eurofins, sarebbero dovuti arrivare nei laboratori britannici ma ci sarebbero stati ritardi nelle consegne per la presenza di tamponi contaminati dal virus. L’intera vicenda lascia i lettori perplessi e si tinge di noir. (11)

Intanto tra mille contraddizioni e mille turning point, emergono nuove derive e nuove “figure professionali”: i cosiddetti “balconisti” di quartiere, i paladini della giustizia, che spiano i loro vicini, incitando le forze dell’ordine a sanzionare coloro escono per fare la spesa, per andare a lavorare o semplicemente per sgranchirsi le gambe con i loro bambini. 
 
La tensione serpeggia nell’aria e il trend dei decessi rimane costantemente alto. I malati vengono isolati, senza contatti con le famiglie. I fortissimi problemi respiratori che colpiscono gli individui più gravi vengono trattati con respiratori automatici e con l'intubazione, che comunque sovente non dà risultati positivi. Gli individui più colpiti risultano uomini con età sopra gli 80 anni e con altri problemi di salute.

Passano i giorni e il 3 e il 4 Aprile l’Italia raggiunge il picco e la questione ospedali rimane una spada di Damocle. Mancano posti letto, ventilatori e personale sanitario, a causa di precedenti operazioni politiche che hanno tagliato i fondi alla sanità per destinarli, ad esempio, all’acquisto degli F35 e alla Sanità privata. Per gestire l’emergenza vengono costruite in tutta fretta, grazie a donazioni private, strutture ospedaliere di supporto, che tuttavia faticano ad entrare in funzione. Scaturiscono comunque polemiche, si crea una divisione sociale tra gente comune, tra chi supporta l’operato del governo e chi invece è critico nei suoi confronti. 
 
A inasprire ulteriormente la situazione e a renderla ancora più complessa sono le affermazioni del dottore Gianpaolo Palma, cardiologo del Centro Medico di Nocera, che sostiene che i malati di covid-19 non siano morti a causa di una polmonite interstiziale, bensì a causa di microtrombosi venose.(12)

Secondo Palma le microtrombosi dovrebbero essere trattate con Eparina, nonché con l’apporto di coadiuvanti, come vitamina C e D. Tuttavia la notizia inerente all’utilità dell’impiego dell’eparina come anticoagulante e di vitamina C e D, viene bollata da alcuni come una fake news.

Alcuni giorni dopo anche Maurizio Viecca, Primario di Cardiologia dell’ospedale Sacco di Milano, sembra concordare nell’affermare che i malati di Covid19 non muoiano di polmonite interstiziale bensì di trombosi tanto da aver redatto velocemente un protocollo chiamato Protocollo Viecca, nel quale si somministra un antiaggregante che è cento volte più potente dell’aspirina. Il primario, inoltre, afferma che questa procedura non evita la polmonite ma almeno non si muore di essa. (13)

Se da un lato queste nuove ipotesi danno speranza, dall’altro, ci si chiede perché sia stato necessario tutto questo tempo per fare una diagnosi corretta. Intanto sono morte persone, intanto si parla di vaccini, intanto si ipotizza che non si è immuni nemmeno se ci si ammala di Covid 19, intanto emergono altre informazioni inquietanti che a detta degli esperti della scienza sono solo fake.
Una di queste viene rilanciata dal Mirror e allora potrebbe non essere proprio una fake… 
 
Sulla famosa testata giornalistica inglese infatti viene riportato quanto segue -“Britons who get the annual winter flu jab fall into the government’s “high riskcategory and should self-isolate, a top medic warns”- ossia: I Britannici che hanno effettuato il vaccino influenzale sono categorie ad alto rischio e dovrebbero auto-isolarsi, così avverte un medico dirigente dell’NHS. (14)

Perché questa raccomandazione? Consideriamo altri due dati.
L’Eco di Bergamo evidenzia che Bergamo è la città più colpita assieme a Brescia ma anche la più vaccinata: 185000 dosi di vaccino anti influenzale somministrate a fine 2019. (15)

Uno studio militare, pubblicato sul sito disabledveterans.org, sito fondato dal giornalista Benjamin Krause, evidenzia come i vaccini contro l’influenza aumentino del 36% il rischio di contrarre il CoV-2. (16)

Sarà per questo che sul Mirror è comparsa la raccomandazione da parte dei medici del’NHS (National Health Services) per coloro i quali avessero fatto il vaccino contro l’influenza, di rimanere a casa in self isolation per 12 settimane?

Questa è in estrema sintesi la storia “noir” del CoV-2 che sta paralizzando e facendo crollare l’economia mondiale, terrorizzando 3,5 miliardi di persone, creando discordia tra gli esperti della scienza, evidenziando come ognuno possa dire la propria opinione senza dare spiegazioni scientifiche plausibili e sottolineando come ogni “esperto” della scienza (o dello scientismo?) possa gestire le sorti di un’intera umanità.

NOI. NOI, esseri umani fragili e non trasparentemente informati, in mezzo alla tempesta.


Fonti

(1) https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/covid-19-scappato-dal-laboratorio-di-wuhan-nuove-accuse-da-le-figaro-il-p4-creato-da-parigi-e-poi-sfuggito-a-controllo_17500394-202002a.shtml
(4) CNEWS, Intervista del 17 aprile 2020 a Luc Montagnier, virologo, professore , Premio Nobel per la medicina nel 2008 e scopritore del HIV.
(6) https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/coronavirus-ricciardi-oms-dobbiamo-ridimensionare-allarme-95-per-cento-dei-malati-guarisce/354639/355205
https://espresso.repubblica.it/attualita/2016/07/05/news/capua-prosciolta-da-traffico-virus-da-intercettazioni-emerge-grande-business-1.276215
https://www.thesun.co.uk/news/11296594/coronavirus-testing-delayed-kits-contaminated-covid19/