Italya: che vuole dire? Alla lettera: terra delle meraviglie. Ho concluso un viaggio
nell'Italia dimenticata, una terra lambita dal Mediterraneo, unica al mondo,
dove i popoli del Sud e dell'Oriente vanno a spiaggiarsi da millenni.
E vi ho ritrovato tanti valori perduti, massacrati dalla modernità
consumistica, ideali che nel belpaese trovano il loro ultimo
disperato rifugio. Cose inestimabili come empatia con la natura,
convivialità, accoglienza, amore per i luoghi, ritualità,
gentilezza attraverso l'ascolto dell'altro. Persino brandelli di
democrazia, lontano comunque dalle istituzioni. Mari, colline,
montagne e boschi di silenzio: un sollievo per l'anima.
Nella stagione del disamore ho comunque trovato grandiosi presìdi dello spirito umano, circondati però dal frastuono del nulla assoluto. Minacciati non da orde di migranti, bensì dalla nostra folle corsa alla liquidazione della nostra civiltà. Ci sarà pure un motivo per cui l'Italia asfissiata dalle vetrine televisive, divorata dall'incuria, avviluppata dal degrado peggio di una cancrena, asfaltata dal cemento armato, bastonata dalle burocrazia dei politicanti nullafacenti, deviato dai servizi segreti, ostaggio di inamovibili gerontocrazie, azzoppato dalle mafie nostrane e straniere, bersagliato dall'evasione fiscale dei potentati economici, insomma un belpaese dove si malmenano le insegnanti e migliaia di giovani fuggono ogni all'estero, mentre scarseggia sempe pù il lavoro produttivo e la barbarie galoppa sul web, non pensa che ai duelli televisivi (finti) dei parassiti politici di turno.
Sono stanco di assistere “impotente”
al declino accelerato dei nostri autentici valori, ma proprio per questa ragione, non posso far finta di
niente, come tanti altri. La popolazione italiana ha bisogni di parole
nuove e di azioni concrete, non di populismo a buon mercato propandato
dai soliti imbonitori sfaccendati della partitocrazia. Non voglio
che i miei figli un giorno mi dicano: "Papà, perché hai taciuto?". La libertà è partecipazione.