16.11.19

ARIA INQUINATA: 412 MILA MORTI PREMATURE IN EUROPA

 
Italia, 15 novembre 2019

L'aria che tira è "malsana". Lo afferma l’Agenzia europea per l’ambiente. Il rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente sulla qualità dell'aria mostra come l'esposizione all'inquinamento atmosferico abbia causato nel 2016 circa 400.000 morti premature nell'Unione europea.

 


Italia, 15 novembre 2019


L'inquinamento atmosferico continua ad avere impatti significativi sulla salute della popolazione europea, in particolare nelle aree urbane. A provocare i maggiori danni alla salute degli europei sono il PM, il biossido di azoto e l'ozono. Questo è quanto registrato dall’Agenzia europea per l’ambiente nel suo rapporto che prende in considerazione i dati ufficiali sulla qualità dell'aria nel 2017. Tale rapporto, tuttavia, non prende in considerazione l'inquinamento bellico provocato dall'aerosolchemioterapia bellica in atto, ovvero dalle irrorazioni igroscopiche aviodisperse. 


Italia, 15 novembre 2019

Alcune categorie di cittadini sono più colpite dall'inquinamento atmosferico rispetto ad altre, perché più esposte o vulnerabili ai rischi ambientali. I gruppi socioeconomici più bassi tendono ad essere più esposti, mentre gli anziani, i bambini e le persone con problemi di salute preesistenti risultano più vulnerabili.

Oltre a danneggiare la salute e ridurre l'aspettativa di vita, la scarsa qualità dell'aria causa anche perdite economiche, ad esempio per i costi sanitari più elevati, ridotti rendimenti da agricoltura e silvicoltura e minore produttività del lavoro.

Le stime degli impatti sulla salute attribuibili all'esposizione all'inquinamento atmosferico indicano il PM2,5 quale responsabile, nel 2016, di circa 412.000 decessi prematuri in 41 paesi, di cui circa 374.000 verificatisi in Unione europea. Gli impatti sulla popolazione in questi 41 paesi a causa dell'esposizione a concentrazioni di biossido di azoto e ozono sarebbero stati, nel 2016, rispettivamente, di circa 71.000 e 15.100 decessi prematuri all'anno e nell'UE-28 di circa 68.000 e 14.000, rispettivamente.

I maggiori impatti sulla salute in termini di decessi prematuri e anni di vita persi attribuibili al PM2.5 sono stimati in Germania, Italia (con 58.600 morti premature), Polonia, Francia e Regno Unito. Tuttavia, in termini relativi, considerando gli anni di vita persi per 100.000 abitanti, si osservano gli impatti maggiori nei paesi dell'Europa centrale e orientale dove si osservano anche le concentrazioni più elevate, vale a dire Kosovo, Serbia, Bulgaria, Albania e Macedonia settentrionale. Gli impatti relativi più piccoli si riscontrano in paesi situati nel nord e nel nord-ovest dell'Europa, vale a dire Islanda, Norvegia, Svezia, Irlanda e Finlandia.

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