12.11.19

ILVA: LICENZA DI UCCIDERE ANCORA A TARANTO



di Gianni Lannes

Acciaio a buon mercato o esistenze umane e vite naturali? Profitto economico o etica? Proteggere vite umane, bonificare e preservare la bellezza naturale, salvaguardare la storia, valorizzare l'archeologia della Magna Grecia a Taranto e provincia. Invece il governicchio grulpiddino manda in onda il peggio. Lo scudo penale promesso alla multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal dal primo ministro pro tempore Giuseppe Conte è in sostanza una licenza di uccidere ancora operai, persone, soprattutto bambini e territorio. Insomma, è una condotta criminale avallata dalle più alte cariche dello Stato.

Ecco la cronaca documentata a livello istituzionale. Promesse mai mantenute dallo Stato italiano: il 30 novembre 1990 con deliberazione del consiglio dei ministri, il “territorio della provincia di Taranto è stato dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale”. Già allora, il ministero dell'Ambiente e la regione Puglia, di concerto, avrebbero dovuto avviare concretamente il disinquinamento. Invece niente, anzi l'inferno sulla terra e nel mare Jonio, usato peggio di una discarica ecomafiosa proprio dallo Stato tricolore, grazie alla compiacenza anche del governatore Nichi Vendola (rinviato a giudizio). L'11 luglio del 1997 fu la volta dell'ennesima deliberazione del consiglio dei ministri. Infine con decreto del presidente della repubblica, datato 23 aprile 1998, fu varata solo sulla carta l'“Approvazione del piano di disinquinamento del territorio della provincia di Taranto”.  La salute dei bambini vale più di qualsiasi posto di lavoro.

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