10.3.22

ITALIA: A RISCHIO NUCLEARE BELLICO!

 



di Gianni Lannes

Oggi, quanti italiani sanno che il Belpaese e' stato imbottito dagli "alleati" yankee, di ordigni nucleari - col favore dei politicanti italidioti e di ogni autorità nostrana di ordine e grado - e che non esiste effettivamente un reale ed efficace piano di sicurezza per la popolazione civile italiana?

Ecco il vero pericolo eluso: in caso di esplosione sia pure accidentale, nello Stivale non resterebbe nulla di intatto. L'Italia trasformata in una portaerei a stelle e strisce nel cuore del Mediterraneo, e' un obiettivo nucleare di guerra, poiche' detiene bombe atomiche ad alto potenziale made in United States of America, con il beneplacito delle autorita' nostrane, da Mattarella a Draghi.

Annunci di propaganda a reti unificate. Il cosiddetto “piano di gestione delle emergenze radiologiche e nucleari” nell'ex giardino d'Europa risale all'anno 2010. E non e' stato ancora effettivamente aggiornato. Infatti, non basta cambiare la data a uno studio datato, assemblato 12 anni fa, in riferimento tardivo al decreto legislativo 31 luglio 2020, numero 101 (Direttiva 2013/59/Eurotom); e in pompa magna annunciare l'aggiornamento ieri. La falla e' che non tiene conto di un'emergenza nucleare proprio in Italia, dove Washington ha installato illegalmente, in violazione della Costituzione repubblicana Italia e del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), un potente arsenale di ordigni atomici, sparso lungo tutta la Penisola tricolore: dal Friuli Venezia Giulia, alla Lombardia, dalla Toscana alla Sicilia. 

 



Il Governo dell'ineletto Draghi “aggiorna” (si fa per dire) dopo dodici anni il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. E lo fa a pochi giorni dal presunto attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (a quanto accertato, senza alcuna conseguenza). Si tratta di un piano carente che si fonda su alcuni inutili palliativi. Riparo al chiuso, con porte e finestre serrate e sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, iodioprofilassi e controllo della filiera produttiva. Inoltre un’azione di intervento in tre diverse fasi, da prendere in considerazione in base all’evoluzione dello «scenario incidentale considerato», valutando le differenze tra un impianto nucleare posto entro i duecento chilometri dai confini nazionali e uno oltre quella distanza oppure per un incidente in territorio extraeuropeo.

Lo schema di decreto, firmato dal capo della Protezione Civile, sarà giovedì 10 marzo all’esame della Conferenza Unificata per un parere. E proprio mentre crescono i timori di attacchi alle centrali nucleari in Ucraina. Il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari «individua e disciplina le misure necessarie a fronteggiare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari di potenza ubicati “oltre frontiera”, ossia impianti prossimi al confine nazionale, in Europa e in paesi extraeuropei».

«La misura del riparo al chiuso - si legge nella bozza firmata dal capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - consiste nell’indicazione alla popolazione di restare nelle abitazioni, con porte e finestre chiuse e i sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, per brevi periodi di tempo, di norma poche ore, con un limite massimo ragionevolmente posto a due giorni». Nelle aree interessate dalla misura del riparo al chiuso, sono attuate in via precauzionale una serie di ulteriori misure protettive: «blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente (verdure fresche, frutta, carne, latte), blocco della circolazione stradale, misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico».

Tra i vari compiti delle autorità competenti, ci sono anche comunicazioni alla popolazione, il tempo di inizio e la durata della misura di riparo al chiuso, istruzioni specifiche alle scuole, far fronte ai bisogni primari della popolazione (cibo, acqua, assistenza sanitaria, energia, eccetera).Un piano ridicolo, appunto, all'italiana. Insomma, una barzelletta tricolore. Ma non e' una farsa, piuttosto una tragedia.


Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIEDEL DOMINIO, Draco edizioni, Modena, 2012.

Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61 

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32013L0059

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/sg 

https://rischi.protezionecivile.gov.it/static/e374b1132ff397e55a6032f18b2d57f4/Piano_nazionale_revisione_1marzo_2010.pdf


https://www.protezionecivile.gov.it/it/


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