di Gianni Lannes
Giorgia Meloni non è al di sopra della
legge, notoriamente uguale per tutti, almeno sulla carta nazionale e internazionale. Finalmente
un meritato "avviso di garanzia" (in base all'articolo 6 della legge numero 1 dell'anno 1989) all'inquilina pro tempore di Palazzo
Chigi (favoreggiamento e peculato), per non aver dato seguito al mandato di cattura internazionale
che pende sul famigerato torturatore libico di esseri umani
(migranti), tale Osama Elmasry Njeem. «Io ho fatto una denuncia ipotizzando dei reati come
atto dovuto, non è certo un fatto anomalo, la Procura di Roma ha
iscritto nel registro la premier e i ministri» ha commentato
l'avvocato Luigi Li Gotti, chiarendo che sarà compito ora della
stessa fare le valutazioni del caso. Nel registro degli indagati ci sono anche i ministri dell'Interno Piantedosi e della Giustizia Nordio, nonché il sottosegretario Mantovano. Meloni e i ministri che hanno liberato e riportato a casa con un volo di Stato italiano il criminale libico Elmasry potrebbero aver commesso dei reati. La Procura di Roma chiama in causa il tribunale dei ministri. La Meloni si autoassolve in video e rivendica la protezione offerta all'impunito torturatore di migranti. Infine inquina il pozzo attaccando Li Gotti che però proviene dal suo stesso areale politico, ovvero il Movimento sociale italiano fondato dal fascista Giorgio Almirante (fucilatore di partigiani) e teorico della razza ariana.
Mediante l’esposto in Procura sul caso Almasri ha dato avvio alle indagini su Giorgia Meloni: l’avvocato ed ex politico Luigi Li Gotti è stato definito addirittura come una figura “di sinistra” dal Presidente del Consiglio. Nulla di più fuorviante e clamorosamente falso. Noto in particolare come difensore di pentiti della mafia, Li Gotti ha in realtà un passato nel Msi e in Alleanza Nazionale, prima di passare all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
“Ex politico di sinistra” e persona cara a Romano Prodi, nonché avvocato di “pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Questo è il profilo che in un video Giorgia Meloni ha tracciato a proposito di Luigi Li Gotti, la persona che con la sua denuncia ha aperto la strada all’indagine e all’avviso di garanzia ricevuto dal primo ministro per il caso Almasri. Una descrizione che sebbene presenti qualche elemento dimostrabile, appare complessivamente fuorviante rispetto alla carriera del legale, oggi 78enne, percorso che appare più vicino alle posizioni di Meloni che a quelle del centrosinistra. A proposito: essere di "sinistra" non è un marchio di infamità come invece l'erede ideologica del fascismo vuol far credere.
Il legale Luigi Li Gotti ha mosso infatti i primi passi in politica negli anni Sessanta nel crotonese, militando nel Msi, lo stesso partito di Giorgia Meloni. È stato segretario di federazione e consigliere comunale dal 1972 al 1977. Secondo un articolo del quotidiano Il Giornale risalente al 2007, Li Gotti ha iniziato la carriera legale nello studio di Francesco Barbuto, personalità di spicco del Msi, il cui socio era uno dei 101 fedelissimi che, dopo lo sbarco alleato in Sicilia nel 1943, si opposero alle truppe statunitensi a Villa San Giovanni. Negli anni ’70 Li Gotti era quindi pienamente inserito nell’ambiente neofascista meridionale, sotto la guida di Franco Servello, leader calabrese trasferito a Milano. Come Meloni, anche Li Gotti passò in seguito ad Alleanza Nazionale per poi lasciare il partito nel 1998, approdando in seguito ad Italia dei Valori, il movimento guidato da Antonio Di Pietro. Con il nuovo partito l’avvocato diventò sottosegretario alla Giustizia: erano i tempi del secondo governo Prodi, quando il Guardasigilli era Clemente Mastella. Dopo la fine dell’esperienza politica dell’Unione nel 2008, l’avvocato calabrese tornò in Senato, sempre nelle file del partito guidato da Antonio Di Pietro, rimanendovi per un’intera legislatura. Vero è che Luigi Li Gotti ha difeso pentiti di mafia come Buscetta, Contorno e Brusca, rappresentato le parti civili nei processi per l’omicidio di Luigi Calabresi, la strage di piazza Fontana e la scorta di Aldo Moro. Ha partecipato inoltre ai processi per Capaci, via D’Amelio e gli Uffizi, oltre a difendere il prefetto Gratteri per i fatti della Diaz. Più di recente, ha assistito i familiari delle vittime del naufragio di Cutro.
Riferimenti:
https://www.icc-cpi.int/sites/default/files/CourtRecords/0902ebd180a9424a.pdf
https://www.icc-cpi.int/sites/default/files/CourtRecords/0902ebd180a9424a.pdf
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=almirante
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2025/01/crimini-contro-lumanita-ecco-litalietta.html
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