di Gianni Lannes
A proposito delle pesanti e irricevibili ingerenze del camerata Elon Musk in Italia: Giorgia Meloni genuflessa ai piedi degli USA è una mina vagante per la democrazia? Trattative già in stato avanzato tra il Governo Meloni e SpaceX, una delle aziende di Elon Musk, per l'acquisizione da parte dell'Italia di un sistema di sicurezza per le telecomunicazioni. In particolare l'agenzia statunitense Bloomberg il 5 gennaio 2025, citando alcune fonti, ha riportato dettagliatamente la notizia. Eppure, incredibilmente la Presidenza del Consiglio dei ministri ha diffuso una nota in cui smentisce che «siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX», senza però confermare o smentire lo stato delle trattative.
Bloomberg, però, ha riferito anche diversi dettagli del possibile accordo, che prevedrebbe la fornitura all'Italia di un sistema di crittografia per i servizi telefonici e internet. SpaceX fornirebbe questo servizio attraverso il proprio sistema satellitare Starlink. Il piano prevedrebbe, inoltre, una serie di servizi di comunicazione per le forze armate italiane e l'introduzione in Italia dei servizi satellitari «direct-to-cell». Sempre Bloomberg afferma che il possibile accordo sarebbe già stato approvato dai servizi segreti italiani (Aise&Aisi) nonché dal Ministero della difesa (Guido Crosetto).
Ora, anche solo l'esistenza di una trattativa fra il Governo italiano e l'azienda di Musk è inquietante: affidare la sicurezza militare del nostro Paese ad un'azienda privata di uno degli individui (transumani) più potenti e ricchi del mondo può essere un clamoroso errore; quello stesso uomo che, peraltro, è oggi uno dei più stretti consiglieri del futuro Presidente Usa e che sta organizzando e tessendo da mesi la tela della destra estrema in tutti i Paesi europei.
La concezione proprietaria di Musk di asset strategici nazionali troverebbe anche conferma dall'inchiesta giudiziaria nei confronti del rappresentante di Musk in Italia Andrea Stroppa. Questo affidamento a Musk sarebbe il definitivo salto nella privatizzazione dell'Italia, in materia di infrastrutture di reti e comunicazione dopo la vendita della rete Telecom al fondo americano Kkr. Inoltre, è fin troppo evidente che questo tentativo andrebbe contro la necessità di un rafforzamento della difesa e della cybersicurezza comune europea e in aperto contrasto con il piano «Infrastruttura per la resilienza, l'interconnettività e la sicurezza via satellite (Iris 2)» approvato dalla Commissione europea. Indipendentemente dall'ovvia smentita della Presidenza del Consiglio dei ministri sulla sottoscrizione di contratti e/o accordi, è vero, invece, che il Ministero della difesa ha già esaminato e approvato l'accordo tra il Governo italiano e SpaceX? Perché Giorgia Meloni interpellata in ambito parlamentare non risponde?
Ecco alcuni dati di fatto incontrovertibili. “Starlink” è la prima e la più grande costellazione satellitare al mondo costruita dall'azienda privata aerospaziale “Space X”, con sede negli Stati Uniti d'America, composta attualmente da circa 6 mila satelliti e che, sfruttando l'orbita terrestre a bassa quota, offre una connessione internet a banda larga.
Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è stato istituito un tavolo tecnico operativo, composto dal segretario del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, dal sottosegretario con delega all'Innovazione Alessio Butti, dal sottosegretario all'Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, e dal consigliere per gli affari militari Generale Franco Federici, impegnato nello studio della «concessione a Starlink della gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane, oltre che delle stazioni mobili delle navi satellitari italiane».
A seguito di diversi incontri tra i Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa, sarebbe emerso un orientamento del Governo a sottoscrivere, già alla fine dell'estate 2024, un contratto, al fine di collegare la rete Starlink a quella ministeriale e diplomatica, con le sedi diplomatiche italiane in Libano e Bangladesh opzionate come progetti pilota. La mancata formalizzazione del suddetto contratto sarebbe dovuta al sopraggiunto arresto del direttore generale di SOGEI, nonché nell'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Stroppa, referente del proprietario di Starlink, Elon Musk, in Italia, sospettato di corruzione.
In ogni caso la Commissione europea lavora da anni allo sviluppo e alla realizzazione di un sistema satellitare "a rete", analogo a quello di Starlink e denominato “GovSatCom”, con l'intento di assicurare un'infrastruttura di comunicazione europea sicura, condivisa e al riparo di ingerenze esterne, nonché di evitare l'affidamento delle telecomunicazioni strategiche dell'Unione europea e dei suoi Stati membri ad infrastrutture totalmente private. L'Italia, attraverso la società Telespazio, partecipa al suddetto programma.
La scelta del Governo italiano di virare verso progetti autonomi e bilaterali per l'implementazione delle infrastrutture critiche di telecomunicazione e l'affidamento di tali infrastrutture e servizi a soggetti privati e stranieri, al di fuori del contesto europeo, non è mai stata oggetto di discussione in ambito parlamentare italiano né di confronto nelle sedi istituzionali dell'UE.
Inoltre, dal punto di vista delle concessioni, Starlink può operare in Italia sulla base del vecchio Piano strategico BUL (Banda ultra larga) che già nel 2015 autorizzò l'uso della tecnologia satellitare per garantire, in prospettiva, la copertura delle aree cosiddette "grigie", perché difficili da coprire con la tecnologia terrestre della banda larga. Starlink è stata pertanto autorizzata ad operare in Italia una prima volta nel 2020 per utilizzare «alcune porzioni della banda in tre stazioni satellitari (gateway) terrene» e nel 2023, per aumentare la capacità trasmissiva.
Ad oggi il servizio internet di Starlink fornisce banda larga a bassa latenza in Italia a circa 50.000 utenti e da diversi giorni sulle piattaforme social, a cominciare da "X", compare in modo compulsivo una pubblicità che ribadisce la disponibilità del sistema Starlink mini in Italia ad una tariffa di 40 euro al mese/fino a 150+ Mbps.
Il sottosegretario all'innovazione tecnologica Butti ha recentemente affermato che Starlink è stata individuata come una possibile soluzione ai gravissimi ritardi nell'attuazione del Piano Italia a 1 Giga, di cui al PNRR, dal momento che sarebbe in grado dal punto di vista tecnologico di coprire l'intero territorio italiano, anche quello più remoto e inaccessibile per la nostra banda larga, in un arco temporale stimato tra i 6 e i 9 mesi.
Il settore delle telecomunicazioni italiano è stato recentemente oggetto del passaggio del controllo dell'infrastruttura di rete da TIM a Fibercop, controllata dal fondo statunitense KKR, determinando la perdita del controllo diretto di un asset strategico per il Paese. L'eventuale accettazione della proposta Starlink determinerebbe nuovi importanti effetti sul corretto funzionamento e assetto concorrenziale del mercato interno delle telecomunicazioni.
L'eventuale combinato disposto dato dall'assegnazione a Starlink della copertura delle aree grigie in relazione al Piano Italia a 1 Giga di cui al PNRR e della gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane, oltre che delle stazioni mobili delle navi satellitari italiane, determinerebbe rischi per la sicurezza nazionale ed europea in ragione del controllo di infrastrutture strategiche da parte di una società estera, controllata da un soggetto che si appresta ad assumere un ruolo di rilevo nell'ambito dell'amministrazione del prossimo mandato presidenziale negli Stati Uniti d'America.
In realtà, quali sono le motivazioni che hanno spinto il Governo Meloni a negoziare con Starlink un contratto finalizzato a collegare la rete satellitare dell'azienda privata statunitense a quella ministeriale e diplomatica italiana; se abbia attentamente valutato i rischi per la sicurezza nazionale e se intenda chiarire le ragioni della mancata comunicazione di tale scelta in sede parlamentare e nelle sedi istituzionali europee?
Per quali ragioni l'esecutivo di Giorgia Meloni, alla luce degli impegni assunti in ambito europeo, preferisca affidare in prospettiva le suddette infrastrutture critiche del Paese all'azienda privata Starlink anziché procedere con convinzione nel programma europeo "GovSatCom", orientato a predisporre un'infrastruttura di comunicazione europea sicura, condivisa e al riparo di ingerenze esterne?
L'articolo di Ilario Lombardo su "La Stampa" del 13 novembre 2024 si fa riferimento a un contratto tra il Governo italiano ed Elon Musk, amministratore delegato e proprietario di diverse multinazionali (tra cui "X", Tesla e SpaceX), la persona più ricca del mondo e in procinto di assumere un ruolo di governo nella nuova amministrazione statunitense.
Il contratto avrebbe ad oggetto l'utilizzo della rete satellitare Starlink (di proprietà di Musk) e starebbe procedendo verso la definitiva formalizzazione grazie al coordinamento del consigliere militare della Presidenza del Consiglio dei ministri, Franco Federici.
Mesi di incontri tra i Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa e i servizi segreti, infatti, avrebbero portato il Governo, già alla fine dell'estate 2024, a sottoscrivere il contratto, al fine di collegare la rete Starlink a quella ministeriale e diplomatica, tanto che le sedi diplomatiche italiane in Libano e Bangladesh avrebbero persino condotto due progetti pilota.
L'idea del Governo meloniano sarebbe quella di rimettere alla rete Starlink la gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane, oltre alle stazioni mobili delle navi militare italiane.
Le ragioni della mancata formalizzazione del contratto sarebbero nell'arresto del direttore generale di Sogei, nonché nell'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, sospettato di corruzione.
Già a metà dicembre 2023 Musk aveva visitato il nostro Paese, prendendo parte anche alla manifestazione "Atreju" (organizzata da Fratelli d'Italia) e incontrato diversi membri del Governo, ivi inclusa la Presidente del Consiglio dei ministri, affrontando l'ipotesi di realizzare anche un grande piano di estensione della rete internet a banda ultralarga nelle aree periferiche e marginali del Paese e avviare una cooperazione con le sue aziende per potenziare i servizi di connessione sicura per le pubbliche amministrazioni, ivi inclusi quelli relativi alle comunicazioni riservate che riguardino la sicurezza nazionale, con ogni probabilità da "appoggiare" alla rete di sistema satellitare Starlink.
La Commissione europea lavora da anni allo sviluppo e realizzazione di un sistema satellitare “a rete”, analogo a Starlink, chiamato "Govsatcom", con il chiaro intento di assicurare un'infrastruttura di comunicazione europea sicura, condivisa e al riparo di ingerenze esterne, al fine di evitare di affidare le telecomunicazioni strategiche dell'Unione europea e dei suoi Stati membri a infrastrutture totalmente private.
Queste decisioni segrete e unilaterali si dimostrano tanto più gravi se si considera che il Parlamento non ha mai autorizzato in nessuna sede l'affidamento delle infrastrutture a soggetti privati e stranieri e che il Governo ha sempre negato che vi fossero alternative rispetto all'accesso a Starlink, senza valutare il progetto europeo.
Se i fatti esposti corrispondano al vero, chi e a quale titolo ha autorizzato i due progetti pilota richiamati e l'avvio dei negoziati con Starlink? Per quali ragioni il Governo Meloni preferisce affidare le infrastrutture critiche del Paese a un soggetto privato (Starlink) anziché utilizzare la rete di comunicazioni pubblica, sicura e vigilata, predisposta dall'Unione europea?
Un passo indietro nella cronaca documentata. Un articolato sistema corruttivo con diversi protagonisti e con ramificazioni sia all'interno dei Ministeri della difesa e dell'interno e Sogei – società in house del Mef – è il quadro che emerge dagli atti dell'indagine della procura di Roma, in cui si contestano vari reati, che ha portato all'arresto in flagranza del direttore generale della Sogei, Paolino Iorio, fermato dagli uomini della Guardia di Finanza mentre intascava una mazzetta da 15 mila euro. Trattasi di una maxi-inchiesta (18 indagati, 14 invece le società) dove figura anche il referente di Elon Musk in Italia.
Musk più volte è stato in Italia, anche a Palazzo Chigi, ed è di estrema importanza capire, ad esempio, se l'appalto satellitare di Starlink, che riguarda proprio la società del tycoon statunitense, abbia avuto a che fare con qualcuno dei Ministeri italiani e Sogei che detiene informazioni sensibili degli italiani.
Emergono, da questa indagine anche dei fatti piuttosto inquietanti che riguardano i Ministeri dell'interno e della difesa, poiché sembra che siano stati divulgati degli atti di grande rilevanza e secretati riguardanti il Ministero della difesa e degli esteri. Tra gli indagati figura anche il «referente in Italia di Musk», Andrea Stroppa, accusato di avere avuto notizie riservate come un documento riservato della Farnesina consegnatogli da un militare della Marina, indagato per corruzione, «avente ad oggetto – scrivono i pm – la valutazione del progetto finalizzato all'impiego con scopi militari prima e dual use dopo, delle tecnologie satellitari fornite dall'azienda americana Space X». Dovrebbe trattarsi di un documento interno, un elenco di necessità espresse dal Ministero (il numero delle ambasciate e consolati) da collegare al sistema se eventualmente fosse andata avanti la procedura. I magistrati hanno disposto una serie di perquisizioni nel procedimento che punta a scandagliare diverse «procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei Spa, dal Ministero dell'interno – Dipartimento della pubblica sicurezza, dal Ministero della difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa».
A Iorio, che si trova agli arresti domiciliari ed è stato interrogato dai pm, viene contestato il reato di corruzione perché con «più azioni del medesimo disegno criminoso – è detto nel capo di imputazione – indebitamente riceveva in più occasioni, per l'esercizio delle sue funzioni, somme di denaro» da un imprenditore.
In particolare «a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei» per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, il manager «riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell'ordine di decine di migliaia di euro – continua il capo di imputazione – con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023». Si tratta di ncontri «monitorati» anche attraverso intercettazioni. Dai colloqui carpiti dagli investigatori delle utenze in uso all'imprenditore arrestato lunedì sono «emersi i contatti e gli incontri» avuti con l'ufficiale della Marina accusato di avere dato il documento riservato a Stroppa. Già «dai primi incontri emergeva che il militare, al fine di svolgere il proprio ruolo nell'ambito di una fornitura, ha avanzato varie richieste di compensi».
quali interventi urgenti i Ministri interrogati, per quanto di competenza intendano adottare affinché sia fatta luce su quanto in premessa, anche al fine di tranquillizzare l'opinione pubblica che nessuna informazione sensibile, sulle strutture o infrastrutture statali in Italia e all'estero, sia stata divulgata;
Sogei ha fornito a chicchessia informazioni relative ai dati sensibili degli ignari contribuenti italiani?
Post scriptum
Starlink è la prima e la più grande costellazione satellitare al mondo costruita dall'azienda privata aerospaziale “Space X”, composta attualmente da circa 6 mila satelliti e in via di ulteriore sviluppo. La rete dei satelliti di Starlink sfrutta l'orbita terrestre a bassa quota per offrire una connessione internet a banda larga in grado di supportare, tra gli altri, i servizi di streaming, videochiamate e gaming online. I satelliti di Starlink orbitano attorno al pianeta ad una distanza di 550 chilometri dalla terra coprendo l'intero globo e offrono un servizio all'utenza con una latenza, tempo di andata e ritorno dei dati tra l'utente e il satellite, che, nel caso migliore, può arrivare fino a 25 millisecondi; i servizi offerti da Starlink sono ormai disponibili in gran parte dei Paesi, con oltre 3 milioni di abbonati in tutto il mondo a maggio 2024, compresa l'Italia, dove ad oggi sarebbero stati sottoscritti circa 50.000 contratti privati. Recenti studi sulla performance dei servizi Starlink in Italia evidenziano tuttavia alcune criticità. Starlink non rappresenta una sostituzione per la connettività in fibra, ma costituisce una soluzione che risulta valida esclusivamente in aree estremamente remote, dove l'accesso alla rete cablata è inesistente. La velocità media delle connessioni internet è poco sopra i 100 Mbps, paragonabile ad una connessione in fibra ottica misto rame (VDSL). I servizi in abbonamento "a bassa priorità" offrono agli utenti connessioni a bassa velocità che oscillano tra 50 e 100 Mbps, con cali di prestazione nelle ore di punta. Per i servizi di connessione in abbonamento "standard" il livello delle prestazioni sale ma con costi mensili superiori. Per le massime prestazioni, in particolare per le esigenze aziendali, occorre poi l'acquisto di costosi "kit". Le prestazioni attuali di Starlink sono destinate a degradare per ragioni tecniche e l'azienda promette di sostituire continuamente i satelliti che raggiungono l'end-of-life e di espandere la costellazione ad oltre 30.000 satelliti. Con una vita media di circa 5 anni per satellite, la sostenibilità economica a lungo termine di questa tecnologia rimane incerta.
Il PNRR, con il bando "Italia a 1 Giga", ha affidato lavori pari a 3,4 miliardi di euro a TIM e a Open Fiber, per ampliare, entro il 2026, la rete esistente a banda ultralarga e portare a circa 7 milioni di indirizzi civici distribuiti su tutto il territorio italiano servizi con una velocità di trasmissione di almeno un Gbit al secondo, in linea con gli obiettivi europei della “Gigabit society e digital compass”.
La suddetta soglia di connessione è necessaria per sviluppare reti “future proof”, ossia prontamente aggiornabili e in grado di soddisfare nel tempo il crescente fabbisogno di connettività per la fruizione di servizi sempre più avanzati, tra cui video streaming lineare 4K/8K, realtà virtuale e aumentata, collaborazione immersiva, smart working e formazione a distanza, cloud computing, online gaming, domotica avanzata, telemedicina e altro. Il raggiungimento di questa soglia ha particolare rilevanza nell'ambito degli obiettivi del PNRR e gli investimenti pubblici programmati, con una serie di mappature del territorio, mirano proprio al raggiungimento di tali obiettivi anche nei "civici grigi" e nei “civici neri”.
In alcuni articoli di stampa è stata recentemente riportata la notizia di una proposta avanzata da Elon Musk, proprietario di Space X e di Starlink, al Governo italiano riguardante la ridefinizione di alcuni capitoli del piano nazionale di ripresa e di resilienza, al fine di assegnare proprio a Starlink il compito di andare a coprire le cosiddette aree grigie, ossia le zone dell'Italia dove la copertura a banda larga o tramite fibra ottica è parziale o limitata. Sempre da notizie di stampa si apprende che la Presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe incaricato il Ministero delle imprese e del made in Italy di occuparsi della proposta e Cassa depositi e prestiti sarebbe stata informata della volontà del Governo di approfondire concretamente questa possibilità. L'eventuale accettazione da parte del Governo della proposta di Starlink rischia di creare molteplici problematiche. Fra le altre, emergono in tutta evidenza: a) il rischio del mancato raggiungimento degli obiettivi del PNRR "Italia 1 Giga" che prevedono il raggiungimento di una velocità di trasmissione sulla rete ad un Gbit al secondo in tutto il territorio nazionale entro giugno 2026; b) l'ennesima revisione del PNRR e dei progetti con scorporo di risorse in favore di Starlink e l'abbandono dei progetti finalizzati alla copertura fisica delle "aree grigie"; c) la penalizzazione delle aree interne a causa del mancato completamento dell'infrastruttura di rete a banda ultralarga su tutto il territorio nazionale; d) il mancato sviluppo delle reti future proof in grado di soddisfare, su tutto il territorio nazionale, il fabbisogno di connettività minima per la fruizione di servizi di sempre più avanzati.
Delegare la copertura internet di alcune aree del Paese a un'azienda straniera, controllata in maggioranza da un singolo individuo, rappresenta un rischio significativo per la sicurezza nazionale. Il progetto "Iris2" della UE, tra burocrazia e fondi insufficienti, fatica a decollare. La sovranità del nostro Paese e del continente dipende anche da questo.
Il settore delle telecomunicazioni italiano è stato recentemente oggetto del passaggio del controllo dell'infrastruttura di rete da TIM a Fibercop, controllata dalla statunitense KKR, con la perdita del controllo diretto di un asset strategico per il Paese. L'eventuale accettazione della proposta Starlink produrrebbe effetti sull'assetto del mercato interno, con ulteriore rischio di tenuta per le aziende del settore.
Infine, secondo quanto riportato dall'agenzia stampa Bloomberg e successivamente ripreso da vari organi d'informazione, la società «SpaceX» di proprietà del noto imprenditore Elon Musk avrebbe prodotto un esposto all'Agcom ai danni di Tim perché l'azienda italiana si rifiuta di condividere alcuni dati tecnici concernenti le connessioni ad internet satellitari.
Tim ha risposto confermando che non intende ottemperare alla richiesta di SpaceX sostenendo di «aver già fornito i riscontri dovuti e, a fronte delle ulteriori richieste di dati anche sensibili e rilevanti per la sicurezza delle comunicazioni, conferma la sua di disponibilità a dialogare tramite la mediazione prevista dal Ministro delle imprese e del made in Italy (Mimit)».
Il Ministro delle imprese e del made in Italy si è reso disponibile a cercare una mediazione nei termini di legge tuttavia, il 4 aprile 2024 Ministro delle infrastrutture e dei trasporti intervistato da un noto quotidiano, ha dichiarato «mi farebbe molto comodo un soggetto come Starlink nelle aree attualmente sconnesse», nei fatti sostenendo la posizione dell'imprenditore Elon Musk che si dice disponibile a portare la sua tecnologia nelle cosiddette «aree bianche».
Attualmente la connessione a banda larga delle aree bianche, ossia «a fallimento di mercato», è affidata a Open Fiber e Tim, grazie anche agli investimenti garantiti dai fondi del PNRR. Inoltre, sembrerebbe che il Governo abbia messo in campo un pool di esperti per dirimere le controversie tra Tim e Starlink e, intanto, la società di Elon Musk, abbia incassato una prima vittoria: i satelliti di Starlink dialogheranno con le stazioni di terra a Foggia, Marsala e Milano e, l'intero dossier, è supervisionato dalla sorella del sottosegretario Fazzolari, fedelissimo della Presidente Meloni – a parere degli interroganti – sicuramente di un caso, che però aggiunge un altro tassello a questo incrocio tra interessi industriali, sicurezza nazionale e simpatie politiche.
Difatti, Elon Musk, nel suo variegato impegno pubblico, ha più volte espresso vicinanza ideologica e politica il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l'onorevole Matteo Salvini (addirittura twittando a suo sostegni nel processo per il caso Open Arms) e al Presidente del Consiglio dei ministri Meloni, incontrandoli nelle sedi istituzionali, e partecipando a iniziative politiche, come la festa del partito di Fratelli di Italia del 2023. L'interlocuzione con Elon Musk, considerato dai media la persona più ricca del mondo e alla guida di un vasto conglomerato industriale con interessi dell'automotive, nell'aeronautica e in vari altri settori ad alta tecnologia, non può essere affidata a relazioni personali o affinità ideologiche ma va ricondotta in un quadro di tutela degli interessi nazionali italiani, tanto più in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni.
Il piano "Italia a 1 Giga" è il primo dei piani di intervento pubblico della strategia italiana per la banda ultralarga (verso la gigabit society), in attuazione del PNRR, e prevede uno stanziamento di circa 3,8 miliardi di euro. Il piano "Italia a 1 Giga" ha l'obiettivo di promuovere, attraverso l'intervento pubblico, investimenti in reti a banda ultralarga che garantiscano la velocità di trasmissione di almeno un gigabit al secondo sull'intero territorio nazionale al 2026, collegando i civici delle unità immobiliari nei quali non è presente, né lo sarà entro i prossimi 5 anni, alcuna rete idonea a fornire velocità di almeno 300 megabit al secondo in download nell'ora di picco del traffico.
Secondo Infratel, il piano di cablatura nelle aree grigie, appaltato quasi in parti uguali alle società Fibercop e Open Fiber, va avanti molto a rilento. Solo il 29 per cento dei numeri civici sono stati passati con la fibra e il rischio di non traguardare l'obiettivo previsto entro giugno 2026, data stabilita per accedere ai fondi messi a disposizione dal PNRR, è sempre più concreto.
A causa di un vizio originario del bando di Infratel, che ha fornito una mappatura sbagliata dei numeri civici dove portare la fibra, Open Fiber ha dovuto procedere con una revisione del piano che sostituisce l'obbligo di copertura di circa 96.000 numeri civici sparsi nelle zone più isolate con altrettanti numeri civici che sono invece adiacenti (tra 50 e 300 metri) a quelli già mappati e più facili da raggiungere. Tale piano di sostituzione è stato sottoposto ad una nuova consultazione pubblica volta ad accertare la presenza di eventuali attori interessati ai numeri civici non mappati nel primo bando.
In una nota ufficiale a Infratel, AGCM e AGCOM, Open Fiber ha chiesto di vigilare perché Fibercop non vada ad attuare "comportamenti opportunistici già registrati nelle passate consultazioni indette per la mappatura degli investimenti nelle aree bianche" e alla luce anche della “oggettiva difficoltà per Fibercop di garantire il rispetto del termine finale dell'esecuzione degli investimenti fissato al 30 giugno 2026”.
Nella nota di Open Fiber, pubblicata in data 28 settembre 2024, viene riportato che "il gap realizzativo a livello nazionale è concentrato per circa il 50% nelle aree nere e grigie commerciali dichiarate nel piano Fibercop, nuovi impegni ad investire nei civici di prossimità dei lotti aggiudicati a Open Fiber nelle aree grigie nel rispetto del termine finale dell'esecuzione dell'opera del 30 giugno 2026 sarebbe da considerare solo come un atto di concorrenza sleale anche perché non coerente con il piano complessivo dell'azienda".
Fibercop, mettendo in campo una manovra di disturbo, ha dichiarato la propria disponibilità alla copertura di 40.000 numeri civici, rendendo più difficile a Open Fiber la realizzazione del suo piano e conseguentemente la possibilità di chiudere il nuovo finanziamento con le banche da 1,1 miliardi di euro per fine novembre. FiberCop è una società per azioni controllata da un gruppo di investitori guidato dal fondo americano Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR), che ne detiene il 37,8 per cento ed è il più grande operatore wholesale in Italia, dove possiede oltre 24 milioni di chilometri di fibra ottica e una copertura a banda ultralarga (FTTx) che supera il 95 per cento delle linee attive.
In Fibercop sembra prevalere l'interesse di KKR a concludere una fusione con Open Fiber a valori minimi o anche non attuarla entro i prossimi 30 mesi a partire da luglio 2024, ma solo successivamente al fine di non corrispondere il previsto earn out da 2,8 miliardi di euro da corrispondere a TIM. Il Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene il 16 per cento delle quote di Fibercop, ha un importante interesse economico dalla parte di Open Fiber, dove controlla il 60 per cento attraverso la Cassa depositi e prestiti, che detiene il 10 per cento di TIM e che, in caso di fusione tra Fibercop e Open Fiber, potrebbe incassare il premio aggiuntivo.
In un'intervista del 15 ottobre 2024, il sottosegretario all'innovazione, Alessio Butti, ha confermato che a settembre gli operatori hanno complessivamente raggiunto il traguardo di un milione di civici collegati e che “il governo è pronto a testare con Starlink un servizio per coprire in banda ultralarga le aree remote per ovviare ai forti ritardi nell'attuazione del progetto legato al Pnrr”.
La velocità media delle connessioni internet di Starlink è poco sopra i 100 Mbps, paragonabile ad una connessione in fibra ottica misto rame (VDSL). I servizi in abbonamento "a bassa priorità" offrono agli utenti connessioni a bassa velocità che oscillano tra 50 e 100 Mbps, con cali di prestazione nelle ore di punta. Per i servizi di connessione in abbonamento "standard" il livello delle prestazioni sale ma con costi mensili superiori. Per le massime prestazioni, in particolare per le esigenze aziendali, occorre poi l'acquisto di costosi "kit". Le prestazioni attuali di Starlink sono destinate a degradare per ragioni tecniche e l'azienda promette di sostituire continuamente i satelliti che raggiungono l'end-of-life e di espandere la costellazione ad oltre 30.000 satelliti. Con una vita media di circa 5 anni per satellite, la sostenibilità economica a lungo termine di questa tecnologia rimane incerta.
La soglia di connessione individuata dal piano Italia a 1 Giga è necessaria per sviluppare reti "future proof", ossia prontamente aggiornabili e in grado di soddisfare nel tempo il crescente fabbisogno di connettività per la fruizione di servizi sempre più avanzati, tra cui video streaming lineare 4K/8K, realtà virtuale e aumentata, collaborazione immersiva, smart working e formazione a distanza, cloud computing, domotica avanzata, telemedicina e altro. Delegare ulteriormente la copertura internet di alcune aree del Paese a un'azienda straniera, controllata in maggioranza da un singolo individuo, rappresenta un rischio significativo per la sicurezza nazionale.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2025/01/il-governo-meloni-affossa-litalia-per.html
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