di Gianni Lannes
Ufficialmente: un caso irrisolto, ma in realtà la verità è fin troppo evidente. Dopo Moro: un'altra vittima predestinata. Il 6 gennaio dell'anno 1980 Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia fu assassinato con due revolver calibro 38 (mai recuperati dagli inquirenti) a Palermo. Il suo omicidio è erroneamente rubricato come una delle grandi questioni irrisolte della storia italiana, perché non sono mai stati individuati gli esecutori materiali, al punto che Licio Gelli, il capo della loggia massonica P2, definì l’omicidio «il delitto perfetto». Eppure, le indagini datate 1986-1987 del magistrato Giovanni Falcone, indicarono come esecutori materiali i neofascisti e pluriergastolani a piede libero Giuseppe Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini al soldo della mafia. La relazione del giudice Loris D'Ambrosio datata 8 settembre 1989 è un testo illuminante. Si tratta di un omicidio non di mafia, ma “di politica mafiosa”.
foto di Letizia Battaglia |
Le uniche e rilevanti nuove prove
relative all'omicidio di Piersanti Mattarella non sono emerse dalla
riapertura delle indagini, disposta dallla Procura della Repubblica
di Palermo (gennaio 2018), bensì dall'ampia motivazione della
sentenza Cavallini della Corte d'Assise di Bologna (7 gennaio 2021)
inerente la strage del 2 agosto 1980. Secondo la sentenza Bellini,
quindi, “è tutt'altro che fantasiosa la tesi di una connessione
tra Fioravanti, i poteri occulti, la massoneria e Gelli”. Criminali impuniti eterodiretti da chi?
Riferimenti:
https://drive.google.com/file/d/1_Mj_PfjZCp6TY7rrXUnsb9P62BfSGQdt/view?pli=1
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Falcone
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=fioravanti
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