di Gianni Lannes
Coi rifiuti speciali si fanno tanti affari. Scatole concatenate. Ecosun, Ecoservizi, Aurora: tre società
a responsabilità limitata, legate tra loro. Insomma, un sodalizio proiettato da San Marino (un territorio usato da decenni come lavanderia mafiosa) via Rimini fino alla provincia di Pesaro-Urbino. In mezzo Marche
Multiservizi (società a partecipazione pubblica) che ha sborsato ben
2,9 milioni di euro per acquisire il 40 per cento di Aurora srl. A
proposito: chi è la 90enne Maria Zavoli che il 25 maggio 2021
unitamente ad Ambrogio Rossini ha costituito la srl Aurora con 50 mila euro di
capitale (nome originario Ecosun con sede a Rimini)? Allora chi agita l'operazione discarica a tutti i costi nell'urbinate, mentre gran parte dei politicanti in carica non si è accorto (apparentemente) di niente? L'arzilla Zavoli ha fondato anche la Ecosun insieme a Rossini. Ci sono prestanomi o è tutto regolare?
Perché la Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti, notoriamente detta "Ecomafie" si occupa del caso? Un dato di fatto ineludibile: Ecoservizi ha sede a San Marino, dove sono vigenti le agevolazioni fiscali e la trasparenza affaristica non è proprio un vanto titanico.
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Audizione parlamentare |
La questione sembrava essere stata arrestata con la decisione della Provincia di Pesaro e Urbino - datata 19 settembre 2024 - di non autorizzare l’impianto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Petriano, in località Ponte Armellina presso il piccolo centro agricolo di Riceci. Le colline di una delle vallate del Montefeltro, forse erano salve; anzi, no. Già, perché la società proponente ha fatto ricorso al Tar, sperando di ribaltare il diniego motivato a buon diritto della Provincia.
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Audizione parlamentare |
La discarica che si pretende di allestire è quella al limite occidentale del comune di Petriano in prossimità del confine con il comune di Urbino, a circa 500 metri dalla zona industriale di Ponte Armellina, a circa un chilometro dall’abitato di Gallo. Estesa complessivamente su circa 473 mila metri quadrati, dei quali 242 mila relativi all’impianto. Un "immondezzaio" a cielo aperto che secondo le previsioni progettuali, sarebbe in grado di sostenere un flusso di 200 mila tonnellate all’anno per un periodo pari a 25 anni di vita, con una capacità di abbancamento massima di 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali, cosiddetti "non pericolosi".
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Audizione parlamentare |
Il progetto era stato presentato a febbraio 2023 al Servizio pianificazione territoriale della Provincia di Pesaro e Urbino Provincia, al fine di ottenimento del Provvedimento Autorizzativo unico (Pau). La società proponente Aurora, una neo costituita società il cui capitale sociale è per il 60 per cento di Ecoservizi con sede nella Repubblica di San Marino nonché per il 40 per cento di Marche Multiservizi, (società a partecipazione e controllo pubblico per il tramite - nella quasi totalità - dei comuni della Provincia di Pesaro-Urbino e dell’amministrazione provinciale) deriva dalla ditta Ecosun.
Le moltiplici criticità evidenziate dalle associazioni ecologiste, oltre che da Regione e Comune di Petriano, diventano motivazioni per il diniego della Provincia. Che rileva il contrasto del progetto con alcuni criteri localizzativi del Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti, a partire dalle “distanze di tutela integrale dal centro abitato e dalle funzioni sensibili”, passando per la “tutela integrale delle aree di pertinenza dei corpi idrici e tutela integrale dei corsi d’acqua”, oltre alla “tutela integrale dei crinali e tutela integrale dei versanti”. Ma anche alla “fascia di rispetto di Rete Natura 2000 a seguito della valutazione negativa di incidenza espressa dall’Ente gestore Unione Montana Alta Valle del Metauro”. La provincia rileva l’“inadeguatezza del progetto rispetto agli standard fissati dalle migliori tecniche possibili di riferimento per le discariche” e l’“inadeguatezza del progetto per quanto attiene la gestione del biogas”. Anche l’Unione Montana Alta Valle del Metauro esprime parere negativo, dal momento che “non è possibile concludere che il progetto non determinerà incidenze significative sui siti Natura 2000”. Parere negativo anche da parte del Settore Genio Civile Marche sud “riguardo gli aspetti idrologici e idraulici”. Parere negativo, poi, in merito alla variante urbanistica da parte del Comune di Petriano e riguardo il progetto dell’antincendio da parte dei Vigili del fuoco.
Invece è stato licenziato un parere positivo da parte di Marche multiservizi, in relazione al nulla osta per allaccio alla pubblica fognatura e all’autorizzazione allo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura. Parere positivo di compatibilità, poi, da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino centrale nell’ambito delle interferenze con le aeree in dissesto tutelate dal piano di Assetto idrogeologico. Una bocciatura sonora, inequivocabilmente. Alla quale Aurora ha risposto appunto ricorrendo al Tar. Anche perché sulla discarica ha già investito non soltanto per progetto ed integrazioni. A ottobre 2022, quando l’iter autorizzativo deve ancora essere avviato, la società sanriminese procede a versare una caparra confirmatoria (235 mila euro) ai proprietari dei terreni sui quali avrebbe dovuto realizzare la discarica.
Se di mezzo ci sono interessi ecomafiosi o comunque fuorilegge non possono essere avallati dalle pubbliche amministrazioni. E cosa c'è scritto nelle scritture contabili di Aurora srl? Infine, domanda classica: chi controlla i controllori?
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2025/01/a-pesaro-urbino-una-discarica-di-san.html
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