Britannia: proprietà della regina Windsor Elisabetta |
di Gianni Lannes
Non è bastata la cosiddetta "Unità d'Italia" foraggiata dalla massoneria britannica. I grembiulini apparentemente immacolati che usano servitori locali e traditori italioti, hanno sempre un piede nel Belpaese per rubare meglio.
Gli ecosistemi naturali in particolare le falde
acquifere, di tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Campania e Puglia) tremano.
Viene dall’Atlantico ma ormai spadroneggia. La Delta Energy, società che
intende realizzare le ricerche petrolifere con due progetti che coinvolgono
oltre trenta comuni della provincia di Benevento, ha sede a Brighton nell’East
Sussex, a pochi chilometri da Londra.
L’azienda britannica mostra un attivismo davvero
notevole, con particolare predilezione per il Sud Italia. Oltre ai due progetti
relativi al Sannio la società ha presentato al Ministero dello Sviluppo
economico altre quattro istanze per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo, a
cavallo di tre regioni. Al beneventano, appunto, si riferiscono i programmi di
ricerca denominati «Pietra Spaccata» e «Case Capozzi», con estensione
rispettivamente pari a 333,3 chilometri quadrati e 423,7 chilometri quadrati.
La prima istanza ha avviato il proprio iter autorizzativo il 28 febbraio 2011
ed ha già incassato il parere favorevole della commissione di valutazione di
impatto ambientale della Regione Campania.
La medesima società che chiede di avviare ricerche di
idrocarburi nel Sannio ha presentato istanze anche in Puglia e Basilicata.
Più recente invece il progetto «Case Capozzi». Ma Delta Energy visto la compiacenza dello Stato e di chi è a capo delle Regioni, mostra di avere un grande interesse per il Meridione. Il 28 febbraio 2011, nello stesso giorno del deposito del programma «Pietra Spaccata», la ditta di Sua Maestà inoltrava al Ministero altre due istanze di autorizzazione: «Forapane» e «Il Perito».
Nel primo caso l’area interessata è un piccolo bacino
da 24,5 chilometri che si sviluppa tra i comuni di Orsara di Puglia e Troia,
sui monti Dauni della provincia di Foggia. La brutta notizia è che la giunta Vendola, come al solito è in procinto
di rilasciare l’ennesima autorizzazione allo scempio ed alla rapina di risorse
del sottosuolo.
Numeri leggermente superiori per «Il Perito» che abbraccia tre
comuni del Materano per complessivi 91,4 chilometri quadrati. E ancora in
Basilicata ormai sventrata a cielo aperto, la società londinese intende
realizzare un’ulteriore indagine conoscitiva attraverso l’istanza «La Capriola». L’iter partito il 2
aprile 2012 riguarda un’areale da cinque centri pari a 188,1 chilometri
quadrati. Sempre in Lucania ma sul versante potentino si sviluppa infine il
sesto e (finora) ultimo investimento programmato. Si chiama «La Bicocca» ed è il più recente dei
progetti estrattivi ideati dalla società inglese. L’istanza di autorizzazione
risale infatti al 28 maggio 2012 e comprende i comuni di Barile, evidentemente predestinato, Melfi e Rapolla per
155,5 chilometri quadrati.
Ma c’è un altro aspetto finora non rilevato che
riguarda la società londinese e che appare significativo. La Delta Energy si
è costituita poco più di due anni fa. Una anzianità di servizio che appare
davvero troppo limitata e che autorizza a nutrire qualche ulteriore
preoccupazione circa il regolare svolgimento delle operazioni di ricerca ed
estrazione degli idrocarburi.
Evidentemente dopo gli accordi spartitori del giugno 1992 tra il sistema di potere anglo-americano ed i maggiordomi italioti come Amato, Ciampi, Draghi, Prodi eccetera eccetera, le rapine di risorse italiane sono state "legalizzate", per modo di dire (sic!).
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