3.5.13

CACCIA DI IDROCARBURI AL SUD: L’INGLESE DELTA ENERGY ACCAPARRA SUOLI



Britannia: proprietà della regina Windsor Elisabetta



di Gianni Lannes

Non è bastata la cosiddetta "Unità d'Italia" foraggiata dalla massoneria britannica. I grembiulini apparentemente immacolati che usano servitori locali e traditori italioti, hanno sempre un piede nel Belpaese per rubare meglio.  

Gli ecosistemi naturali in particolare le falde acquifere, di tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Campania e Puglia) tremano. Viene dall’Atlantico ma ormai spadroneggia. La Delta Energy, società che intende realizzare le ricerche petrolifere con due progetti che coinvolgono oltre trenta comuni della provincia di Benevento, ha sede a Brighton nell’East Sussex, a pochi chilometri da Londra.  

L’azienda britannica mostra un attivismo davvero notevole, con particolare predilezione per il Sud Italia. Oltre ai due progetti relativi al Sannio la società ha presentato al Ministero dello Sviluppo economico altre quattro istanze per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo, a cavallo di tre regioni. Al beneventano, appunto, si riferiscono i programmi di ricerca denominati «Pietra Spaccata» e «Case Capozzi», con estensione rispettivamente pari a 333,3 chilometri quadrati e 423,7 chilometri quadrati. La prima istanza ha avviato il proprio iter autorizzativo il 28 febbraio 2011 ed ha già incassato il parere favorevole della commissione di valutazione di impatto ambientale della Regione Campania.

La medesima società che chiede di avviare ricerche di idrocarburi nel Sannio ha presentato istanze anche in Puglia e Basilicata.

Più recente invece il progetto «Case Capozzi». Ma Delta Energy visto la compiacenza dello Stato e di chi è a capo delle Regioni, mostra di avere un grande interesse per il Meridione. Il 28 febbraio 2011, nello stesso giorno del deposito del programma «Pietra Spaccata», la ditta di Sua Maestà inoltrava al Ministero altre due istanze di autorizzazione: «Forapane» e «Il Perito». 

Nel primo caso l’area interessata è un piccolo bacino da 24,5 chilometri che si sviluppa tra i comuni di Orsara di Puglia e Troia, sui monti Dauni della provincia di Foggia. La brutta notizia è che la giunta Vendola, come al solito è in procinto di rilasciare l’ennesima autorizzazione allo scempio ed alla rapina di risorse del sottosuolo. 

Numeri leggermente superiori per «Il Perito» che abbraccia tre comuni del Materano per complessivi 91,4 chilometri quadrati. E ancora in Basilicata ormai sventrata a cielo aperto, la società londinese intende realizzare un’ulteriore indagine conoscitiva attraverso l’istanza «La Capriola». L’iter partito il 2 aprile 2012 riguarda un’areale da cinque centri pari a 188,1 chilometri quadrati. Sempre in Lucania ma sul versante potentino si sviluppa infine il sesto e (finora) ultimo investimento programmato. Si chiama «La Bicocca» ed è il più recente dei progetti estrattivi ideati dalla società inglese. L’istanza di autorizzazione risale infatti al 28 maggio 2012 e comprende i comuni di Barile, evidentemente predestinato, Melfi e Rapolla per 155,5 chilometri quadrati.

Ma c’è un altro aspetto finora non rilevato che riguarda la società londinese e che appare significativo. La Delta Energy si è costituita poco più di due anni fa. Una anzianità di servizio che appare davvero troppo limitata e che autorizza a nutrire qualche ulteriore preoccupazione circa il regolare svolgimento delle operazioni di ricerca ed estrazione degli idrocarburi.

Evidentemente dopo gli accordi spartitori del giugno 1992 tra il sistema di potere anglo-americano ed i maggiordomi italioti come Amato, Ciampi, Draghi, Prodi eccetera eccetera,  le rapine di risorse italiane sono state "legalizzate", per modo di dire (sic!).

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