Documento a firma del Sottosegretario di Stato alla Difesa Isabella Rauti |
di Gianni Lannes
Terza guerra mondiale: sul filo
dell'olocausto nucleare. Colpita per la prima volta la Russia con
missili United States of America. Mentre Washington e le colonie
dello zio Sam in Europa (Roma in primis) seguitano a rifornire di
armi l'Ucraina di Zelensky, Putin approva il decreto che aggiorna la
dottrina nucleare. La cronaca attuale: Cremlino, possibile risposta
nucleare a missili da Ucraina. Medvedev: “Nostro diritto reagire
con armi di distruzione di massa”. L'Italia è uno degli obiettivi
prioritari da colpire, in quanto nello Stivale alberga a Ghedi,
Aviano, Livorno (Camp Darby) e Sigonella (Catania) un pericoloso
arsenale atomico statunitense (in grado di disintegrare mezza Europa:
Stivale compreso), col beneplacito delle autorità tricolore a
partire dalla Meloni (con la conferma ufficiale del sottosegretario Isabella Rauti) e in palese violazione della
Costituzione repubblicana italiana, nonché del Trattato di non
proliferazione (Tnp). Siamo sull'orlo di una preannunciata catastrofe planetaria e i politicanti se la ridono pure mentre ingrassano a spese di lavoratori e contribuenti.
Il 6 e 9 agosto 2023 è ricorso il settantottesimo anniversario dell'olocausto nucleare di Hiroshima e Nagasaki che ogni anno ricorda i bombardamenti atomici delle due città Giapponesi, evento che ha sconvolto il corso della storia, ponendo l'umanità di fronte ad una sfida per la propria sopravvivenza. Negli stessi giorni le unità del 31st Fighter Wing e il Comando Aeroporto di Aviano (in provincia di Pordenone), coordinate dalla prefettura e dagli agenti delle forze dell'ordine del territorio, hanno programmato presso la base di Aviano un'esercitazione militare con la diffusione tramite amplificazione di messaggi sonori e l'uso di esplosioni simulate.
Aviano è una delle due basi militari italiane (comandate sulla carta dall'Ami) dove sono collocati ordigni nucleari, in particolare, le bombe B-61, vale a dire ordigni nucleari di fabbricazione americana per l'impiego tattico e strategico da caccia bombardieri, vale a dire bombe B61-12, ordigni con testate fino a 70 kilotoni (circa il quintuplo della bomba sganciata su Hiroshima nel 1945), maggiormente flessibili e perfettamente adatti all'impiego su caccia multiruolo come i nuovi cacciabombardieri italiani F35 a capacità nucleare, per il rafforzamento del deterrente nucleare Nato nei confronti della Russia.
Inoltre, la città di Trieste è nell'elenco dei porti messi a disposizione dal Governo italiano per il transito e la sosta di navi e sommergibili da guerra a propulsione nucleare, che potrebbero detenere ordigni nucleari a bordo. La Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia e il Comitato di Liberazione Nazionale di Pordenone avrebbero in più occasioni sollecitato i rispettivi Prefetti di Trieste e Pordenone a rispondere alle richieste di rilascio di copia dei piani nazionali per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari e dei piani di emergenza esterna per le aree portuali, con riferimento alla base di Aviano e al porto di Trieste, piani previsti dalla legge e dalle direttive europee, anche alla luce delle nuove norme in argomento contenute nella direttiva Euratom 2013/59, recepita dal Parlamento italiano con decreto legislativo 31 luglio 2020 n. 101, senza averne riscontro.
L'Italia, pur aderendo al Trattato di non proliferazione nucleare, continua a mantenere riservate per motivi di sicurezza notizie riguardanti la presenza di ordigni nucleari sul proprio territorio, impedendo di fatto la corretta valutazione dei rischi e costringendo le istituzioni ad omettere importanti conoscenze e informazioni verso gli enti locali e la popolazione riguardo i rischi della presenza di tali ordigni e le relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico deliberato, che si dovessero verificare. Al contrario appare quanto mai doveroso tenere informata la popolazione sui rischi inerenti l'attività nucleare, sul territorio italiano e sulle relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico deliberato, di concerto con gli enti locali e l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.
L'esecutivo Meloni quali iniziative intende adottare per allontanata dal suolo italiano queste armi di distruzione di massa e per garantire la redazione e l'aggiornamento dei predetti piani di emergenza per la base di Aviano e il porto di Trieste e la loro opportuna consultazione pubblica ai fini della valutazione dei rischi e delle necessarie misure di protezione che le comunità locali sono chiamate ad assumere in caso d'incidente o atto bellico deliberato?
Infine: il piano di aggiornamento dell'arsenale nucleare messo in
atto dagli Stati Uniti d'America è stato condiviso con il Presidente
del Consiglio dei ministri (Meloni) e con il Ministro della difesa
(Crosetto) come prevedono gli accordi segreti (dal BIA del 1954 in poi fino allo Stone Ax sottoscritto da Berlusconi Silvio) mai ratificati dal Parlamento? Dov'è sepolta la risposta nel 2011 all'interrogazione parlamentare numero 4/11105 dell'allora ministro Ignazio, Benito Maria La Russa? L'Italia è nel mirino poiché non libera, indipendente e sovrana.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.
https://documenti.camera.it/_dati/leg16/lavori/stenografici/sed443/bt08.htm
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_11105_16#b1a5d98c8c8f47563cff09d89d27efaf
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=crosetto
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=zelensky
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