di Gianni Lannes
Rischia di cadere alla prima raffica di vento, senza contare il peso dei terremoti in un'area ad elevatissima pericolosità sismica; addirittura i piloni sulla sponda calabrese saranno piantati su una faglia sismica attiva. Verità nascoste per un disastro annunciato. Dove sono le prove da
stress dei cavi di sostegno del Ponte sullo Stretto? Mai realizzate. A rischio crollo
sicuro: lo rivelano le carte ufficiali ben mimetizzate. Se non si può
sottoporre a prove tecniche non si può edificare altrimenti si
schianta. Ad attestarlo, ma in lingua inglese, è il cosiddetto
progetto “definitivo” presentato dalla Stretto di Messina, la
società concessionaria dello Stato. Banali sotterfugi per occultare ai profani l'indicibile? Il problema è evidenziato dallo stesso progettista in un
fascicolo sepolto del 2011 scritto nell'idioma di Albione. In sostanza, il ponte
svilupperebbe un'aerodinamica simile a quella dell'ala di un aereo,
tale da imprimere una tensione enorme soprattutto sui cavi portanti. Insomma, il mastodontico affarone voluto a tutti i costi da Salvini non è tecnicamente
fattibile; comunque arricchisce i soliti noti.
«Per verificare l'effetto dello scorrimento è raccomandata una prova di fatica sulla sella alla fase di progetto esecutivo», è scritto nel documento. Non è l'unica parte del progetto a vantare gravi carenze tecniche: alcuni documenti erano stati trasmessi al ministero dell'Ambiente con tabelle piene di caratteri privi di senso. I test a cui fa riferimento il progettista riguardano i cavi principali; sono quelli che sorreggono i piloni, vale a dire quelli ancorati a terra alle estremità del ponte e attaccati ai due piloni sulle rispettive sponde, in Calabria e Sicilia.
Ogni cavo ha un diametro di 1,26 metri, con una lunghezza di oltre 5,3 chilometri tra i due ancoraggi. In totale i quattro cavi pesano 170 mila tonnellate. Perché adottare per i cavi del ponte sullo Stretto un coefficiente di sicurezza inferiore a quello delle funivie?
Tra le 239 richieste di integrazione
segnalate c'è anche la leggibilità di tabelle e dati nella parte
relativa allo studio di traffico. In generale, come si legge sul sito
della Commissione Via-Vas del ministero, per la Valutazione di
impatto ambientale (Via) sono state richieste 155 integrazioni, altre
66 servono per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le
conseguenze di un'opera sui siti che fanno parte della “Rete Natura
2000”, considerati di interesse comunitario. Per il “Piano di
utilizzo terre” sono state invece richieste 16 integrazioni, mentre
per la “Verifica di ottemperanza” ne sono state domandate 2. Se un
Ponte gigantesco - tecnicamente - non sta in piedi perché insistere? La tragedia del Morandi non ha insegnato niente nel Belpaese? A chi giova?
Riferimenti:
Gianni Lannes, L'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.
https://www.edizionimondonuovo.com/catalogo/litalia-trema/
https://strettodimessina.it/web/il-progetto-definitivo/
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