11.10.22

PERICOLO NUCLEARE PER L'ITALIA!

di Gianni Lannes

La centrale nucleare Jedrska Elektrarna Krško, si trova in Vrbina, nel Comune di Krško, in Slovenia. L'impianto è stato collegato alla rete elettrica il 2 ottobre 1981 ed entrato in esercizio commerciale il 15 gennaio 1983. Attualmente, in vista della messa infunzione di un secondo reattore e' in corso la fase di consultazione pubblica per la Valutazione ambientale strategica (VAS), in ambito transfrontaliero per l'estensione del ciclo di vita della centrale nucleare di Krško fino al 2043, in applicazione della Convenzione di Espoo.

Attualmente lo Stato sloveno è comproprietario del reattore insieme alla Croazia sulla base di una soluzione perfezionata nel 2003 con un accordo bilaterale tra Zagabria e Lubiana; in base ad esso, la Centrale viene gestita su base paritaria e col consenso delle autorità dei due Paesi; la centrale nucleare di Krško è da considerare, tra le 26 centrali frontaliere, una delle più vicine al confine nazionale, distando da esso meno di 130 chilometri.

La zona di Krško presenta particolari condizioni orografiche (assenza di rilievi superiori ai 600-700 metri sino alla zona di Trieste) ed anemometriche (condizioni di sopravvento rispetto ai venti dominanti di cui una quota parte spira in direzione di Trieste); la centrale di Krško è considerata come uno dei reattori frontalieri maggiormente impattanti sull'Italia in caso di incidente severo (Analisi statistica delle conseguenze sul territorio nazionale di un ipotetico incidente alla centrale nucleare slovena di Krško, Enea, 2017).

Progettata negli anni '70, dopo 40 anni di attività, risulta essere un impianto obsoleto ma le criticità della centrale sono legate anche allo smaltimento delle scorie radioattive; l'impianto attualmente conserva i rifiuti nucleari nella piscina di raffreddamento ed è in corso di costruzione un «deposito asciutto per combustibile esausto» (SFDS Spent Fuel Dry Storage) con completamento previsto nella seconda metà del 2022; un ulteriore motivo di preoccupazione è legato al fatto di sorgere in una delle zone più sismiche della Slovenia; difatti, il sito è stato in passato epicentro di diversi terremoti.

Quando fu costruita, il ciclo di vita previsto per la centrale era di 40 anni, con scadenza nel 2023. Nel 2015 la Nek (società che esercita la gestione dell'impianto) ha chiesto al Governo sloveno di prolungare l'attività di altri 20 anni. Interventi almeno in parte già realizzati anche con la partecipazione di un'azienda italiana, Ansalo Nucleare; il 14 aprile 2022 ha avuto conclusione la consultazione pubblica per il procedimento valutazione di impatto ambientale, cui seguirà una decisione in merito al prolungamento del ciclo vitale della centrale; per la centrale di Krško, oltre a iniziare il percorso per ottenere la proroga dell'apertura fino al 2043, l'anno scorso ha avuto inizio il percorso per l'ottenimento dell'autorizzazione per iniziare a progettare un nuovo reattore nucleare, chiamato JEK2, da 1100 megawatt. L'obiettivo sarebbe produrre ogni anno poco meno di 9.000 gigawattora. Il nuovo reattore avrebbe un ciclo vitale di 60 anni; le autorità italiane insieme a quelle slovene, negli ultimi anni, hanno affrontato la questione della centrale di Krško in più occasioni e da parte slovena sono sempre giunte rassicurazioni sugli standard di sicurezza dell'impianto; secondo (autorevoli sismologi, la centrale è ubicata in una zona particolarmente critica, tant'è che in passato, dopo alcuni terremoti sprigionatisi non lontani da Krško, è stata temporaneamente chiusa per motivi di sicurezza. 

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nucleare 

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