Tavoliere di Puglia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
L’orizzonte è tagliato dalle eliche che sovrastano i centri
urbani del Tavoliere delle Puglie. Energia pulita - si fa per dire - per mani sporche. Non tutte luride,
naturalmente. La Puglia che vanta un surplus energetico del 95 per cento, è la
regione privilegiata dai bonificatori della natura. Grazie anche al governatore
ecologista Nichi Vendola, e prim’ancora
al suo degno collega Raffaele Fitto,
congiuntamente a tutto il politicume locale, la provincia di Foggia ha pagato
il tributo più pesante. I Monti Dauni
sono stati orribilmente triturati e sfigurati. E lo chiamano progresso rinnovabile.
Ora tocca al Tavoliere,
poi al Gargano ed infine al Mare Adriatico. Sicuramente una mano
distruttiva la daranno anche le trivelle petrolifere, incluse quelle sulla
terraferma autorizzate dalla giunta Vendola:
solo in provincia di Foggia, gli ecologisti al comando ne hanno elargiti ben 13 di nulla osta.
Il lancio dell’Ansa (3 giugno 2013) recita: «Al via in Puglia nuovo parco eolico. Una potenza installata di 20 Megawatt (MW), per una capacità produttiva di circa 40 Gigawattora (Gwh) all'anno. Questi i numeri del nuovo parco eolico della Edp Renewables, azienda al terzo posto al mondo nella produzione di energia eolica, inaugurato a Villa Castelli (Br) in Puglia. Il parco eolico, da 10 turbine con potenza di 2 MW ognuna, è il primo in Italia della Edp renewables. Per i primi 15 anni di funzionamento l'energia elettrica verrà immessa in rete in base alle tariffe previste dallo schema italiano di incentivazione della produzione di energia rinnovabile».
L’orizzonte pugliese
è un serpentone d’acciaio e silicio al posto degli uliveti, dei vigneti e delle
distese di grano. Un mostro che dopo aver devastato l’antica Daunia sbanca la Murgia e deturpa il Salento.
In fondo il Mezzogiorno è stato spartito in spicchi
d’influenza da banche - anche Capitalia
sotto mentite spoglie - e multinazionali che usano sul territorio società
paravento a responsabilità limitata e sviluppatori autoctoni a cui vanno le
briciole.
Monti Dauni - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Alcune aziende hanno monopolizzato le regioni: la Fortore Energia ha massacrato la
Puglia, l’Ipvc ha deturpato la
Campania e Moncada affettato la Sicilia.
In Calabria la ‘ndrangheta s’è pappata la torta: date un’occhiata alla Piana di
Lametia e alla provincia di Crotone in particolare.
Ad approfittare dell’affare i soliti noti: Edison, Sorgenia, Green Power, Sanyo, unitamente a tedeschi, cinesi, olandesi, danesi e spagnoli. E fa capolino Legambiente.
Monti Dauni - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Infine, nell’antica Daunia è spuntata apparentemente dal
nulla la Lucky Wind 4, ovviamente
una srl con sede a Foligno che beneficerà di alcune concessioni regionali. Tanto
per iniziare nell’agro di Manfredonia, ai confini con Foggia e Zapponeta. Ben 9
aerogeneratori - da 2 megawatt cadauno - in località Panetteria del Prete. Si
tratta della Piana del fiume Cervaro, a ridosso della zona umida dove a farne
le spese sarà soprattutto l’avifauna ed il paesaggio.
L’autorizzazione unica porta la data del 17 maggio 2013.
L’autorizzazione unica porta la data del 17 maggio 2013.
«In conclusione
possiamo affermare che, considerata la situazione ambientale ampliata
all’intera Regione Puglia, la realizzazione dell’Impianto Eolico del Comune di
Manfredonia produrrà energia elettrica pulita senza emissioni dannose per
l’uomo e per l’ambiente, contribuendo al miglioramento della qualità della vita»
ha scritto l’architetto Antonio Demaio, estensore della relazione dello studio
di impatto ambientale.
In realtà, gli effetti
indesiderati hanno luogo su scala locale: occupazione del territorio, impatto
visivo, impatto acustico, interferenze sulle telecomunicazioni, effetti
elettromagnetici, effetti su flora e fauna, danni neurologici agli esseri umani.
Ma autorità di controllo e proponenti (ruoli che sovente si confondono) non ne tengono mai conto.
Inoltre, la Soprintendenza BAP di Bari nella nota (protocollo
numero 949 del 20/01/2012), ha rappresentato la seguente osservazione «il parco eolico in oggetto, consiste in una
elevata concentrazione di aerogeneratori, se realizzato, annullerebbe
completamente i caratteri esteriori del bene tutelato, anche sotto l’aspetto
agricolo storicizzato, tanto da determinare una nuova ed inaccettabile
configurazione del paesaggio, venendo così meno alle necessità di un corretto
inserimento ambientale auspicato dalle vigenti norme (D.M.S.E. 10/09/2010 e
D.G.R. Puglia n. 3029 del 30/12/2010); ad opere ultimate l’intero ambito
territoriale sarebbe caratterizzato da un’ampia concentrazione di pale eoliche,
tali da inficiare i valori estetici e naturalistici dei luoghi».
E come non tralasciare un dettaglio? 5 anni fa è sorto in
loco il "Consorzio Eolica Manfredonia": «7 società convenzionate con
il Comune del Foggiano, insieme con l'obiettivo di coordinare la realizzazione
di parchi eolici nella zona. Il compito del consorzio sarà coordinare la
progettazione e la fase autorizzativa degli impianti. Tra le 7 società che compongono
il Consorzio c’è anche la Elce Energia
Spa dei fratelli Bonassisa (Rocco e
Maurizio da Deliceto) specializzati in rifiuti e, discariche, ma soprattutto inquinamento ecomafioso (il caso del fiume Cervaro dai Bonassisa ridotto in una discarica a cielo aperto).
La Lucky Wind si è affacciata anche ad Apricena con un progetto per 15 aerogeneratori da 2 MW alla
località Scivolaturo, a sud ovest del paese. Il sindaco Antonio Potenza, di professione ingegnere, ha informato almeno la
cittadinanza?
Gradualmente, senza dare troppo nell’occhio, al posto di alberi secolari selve di tubi e di pale, l’una dietro
l’altra a recinto dei crinali delle montagne. Gli agricoltori hanno fittato ai
prenditori del vento per una manciata di quattrini, prontamente finiti in malora.
E così lo scarso vento si è trasformato in infiltrazioni
private sulla terra. Affari come ad Ordona, nei pressi dell’area archeologica
di Herdonia, oppure ad Orta Nova,
Stornarella e Stornara, con pale che cingono d’assedio i centro abitati e sottraggono
terra buona ai contadini.
Il vento non spira granché, ma non conta, non vale. Non si
vende. Si regala. Come pure i terreni. Pochi quattrini e affare fatto. Forse si doveva gestire il territorio,
dividerlo per valore paesaggistico, garantire all'eolico un luogo in ambito
industriali già usati, e al paesaggio la sua identità. Scegliere dove metterle,
e come. Preservare il possibile e il giusto. Invece? Invece la legge nazionale ha
delegato le regioni che non hanno pianificato seriamente. Ma soprattutto non hanno previsto la partecipazione pubblica dell’energia
pulita, rendendo bene comune, esattamente come l’acqua, il vento e il sole. Le lobbies hanno avuto il sopravvento.
riferimenti:
http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&file=31.htm&anno=xlii&num=129
http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&anno=xliv&file=o-18.htm&num=74&keysh=
svendola puglia:
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