Luci del Mediterraneo - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
di Gianni
Lannes
Per identificare la cucina
del Mediterraneo bastano due parole: miseria e nobiltà. Nulla di meglio per
descrivere quella mescolanza fra elementi semplici e quel trionfo di profumi e
di colori. Sono aromi e stimoli che seducono la mente, ammaliando il cuore.
Così nasce la cultura del cibo che non è solo mezzo necessario alla
sopravvivenza della specie. E’ anche arte, scienza, tradizione, cultura.
Per l’essere
umano mangiare è un’attività sociale e per poter apprezzare un buon pasto è
importante che qualcun altro lo divida con noi. E’ ancora possibile comunicare
attraverso il cibo? La civiltà
industriale ha reso il cibo indipendente dal tempo e dallo spazio, lo ha
privato di sacralità, ne ha ridotto i significati simbolici e ha modificato,
accelerandolo, anche il modo di stare a tavola. Una cucina basata su
ingredienti poveri e scarsi si è arricchita sempre di più, offrendo una
quantità infinita di piatti anche di elevato livello gastronomico.
Il modo di mangiare del Sud,
continua nonostante tutto a sfuggire certe regole di mercato, anche se poi le multinazionali (vedi Barilla) tentano di copiare a - ma soltanto a parole vuote dis enso - pietanze antiche ed inimitabili.
Piatti antichi e
moderni, gusti orientali e occidentali, una mescolanza di sapori spesso
diversi, ha prodotto qualcosa di unico ed originale. Sono combinazioni che
nascono sulla tavolozza della natura, legati da alcuni elementi comuni
insostituibili come il grano, l’orzo, l’olio d’oliva, il basilico, la cipolla,
l’origano, i fichi, le mandorle. Sapori che si arricchiscono poi di storia di
quelle etnie che hanno lentamente popolato il Mediterraneo.
Un vero e proprio
mosaico composto da tessere diverse: il Maghreb, l’Europa, il Levante. E poi le
religioni: il Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islam.
E ancora i libri sacri: il
Corano, il Talmud e la Bibbia. La cucina è uno dei linguaggi con cui una
civiltà esprime se stessa e il suo universo in rapporto con gli altri. Mangiare
insieme può favorire la comunicazione tra individui e conferire coesione a un
gruppo.
Ogni civiltà ha dato alla cucina un po’ di sé, come una lingua. Ogni
piatto ha incorporato nuove parole e nuovi significati.
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