Orta Nova (FG): biblioteca comunale |
di Gianni Lannes
Allarme: neofascisti! Finora l’inquietante fatto era passato inosservato. Ho
scoperto casualmente che ad Orta Nova, in provincia di Foggia, nella Biblioteca
comunale troneggiano nella sala consultazione - dove si intrattiene a studiare
e fare ricerche principalmente la gioventù ortese, ma non solo - addirittura ben 44 volumi: l’opera omnia
di Benito Mussolini. Non è tutto: figurano
in catalogo anche i libri del teorico italiota del razzismo Giorgio
Almirante, famigerato ed acclarato fucilatore di partigiani. I testi -
secondo i riscontri ufficiali forniti dalla biblioteca civica - sono stati
acquistati nel periodo del mandato da sindaco di tale Giuseppe Moscarella, già esponente locale del Movimento sociale italiano, Fuan, Alleanza Nazionale, attualmente consigliere provinciale del Pdl. L’ex
missino sulla sua pagina Facebook è iscritto perfino alla pagina del saluto
romano. Quando si dice il passo dell’oca.
Il fatto appare ancora più grave perché ad Orta Nova non hanno mai fatto ritorno tre ragazzi, prigionieri dei nazifascisti nei campi di sterminio. Anche questo paese ha i suoi dispersi in Germania, dove furono assassinati nei lager: Luigi Benedetto, nato il 18 marzo 1911, ammazzato il 2 aprile 1945; Paolo Coletta, nato il 12 febbraio 1920, assassinato il 24 febbraio 1945,; ed infine, Giuseppe Norscia, nato il 24 agosto 1920, ucciso il 22 maggio 1945.
E nessun "primo cittadino" li ha mai cercati, o almeno, ha tentato di riportare a casa le spoglie mortali per darvi degna sepoltura in terra italiana. Moscarella - assiso in trono municipale per tre mandati - ha preferito acquistare con denaro pubblico i pensieri cartacei intrisi di odio e violenza di Mussolini ed Almirante.
Insomma, apologia del fascismo nuda e cruda. Sarebbe quantomeno opportuno un interessamento penale della Procura della Repubblica di Foggia. A meno che non si voglia dar torto al Capo dello Stato, calpestare la Costituzione repubblicana ed antifascista, nonché violentare l'animo e la mente delle giovani generazioni. Come ha attestato il Presidente della Repubblica, in Puglia nel 1924 il parlamentare socialista «Giuseppe Di Vagno cadde per affermare i suoi ideali di democrazia, di libertà, di giustizia, di solidarietà, di pace, valori oggi divenuti patrimonio comune di tutti gli italiani, anche grazie al sacrificio estremo di coloro che, come lui, non si piegarono di fronte alla violenza fascista».
Il fatto appare ancora più grave perché ad Orta Nova non hanno mai fatto ritorno tre ragazzi, prigionieri dei nazifascisti nei campi di sterminio. Anche questo paese ha i suoi dispersi in Germania, dove furono assassinati nei lager: Luigi Benedetto, nato il 18 marzo 1911, ammazzato il 2 aprile 1945; Paolo Coletta, nato il 12 febbraio 1920, assassinato il 24 febbraio 1945,; ed infine, Giuseppe Norscia, nato il 24 agosto 1920, ucciso il 22 maggio 1945.
E nessun "primo cittadino" li ha mai cercati, o almeno, ha tentato di riportare a casa le spoglie mortali per darvi degna sepoltura in terra italiana. Moscarella - assiso in trono municipale per tre mandati - ha preferito acquistare con denaro pubblico i pensieri cartacei intrisi di odio e violenza di Mussolini ed Almirante.
Insomma, apologia del fascismo nuda e cruda. Sarebbe quantomeno opportuno un interessamento penale della Procura della Repubblica di Foggia. A meno che non si voglia dar torto al Capo dello Stato, calpestare la Costituzione repubblicana ed antifascista, nonché violentare l'animo e la mente delle giovani generazioni. Come ha attestato il Presidente della Repubblica, in Puglia nel 1924 il parlamentare socialista «Giuseppe Di Vagno cadde per affermare i suoi ideali di democrazia, di libertà, di giustizia, di solidarietà, di pace, valori oggi divenuti patrimonio comune di tutti gli italiani, anche grazie al sacrificio estremo di coloro che, come lui, non si piegarono di fronte alla violenza fascista».
quotidiano locale L'Attacco (29 maggio 2008) |
Michele Iula sul quotidiano locale L’Attacco (29 maggio 2008) ha dedicato al Moscarella un ritratto: che suona testualmente così: «nostalgia di lignaggio per il Ventennio… Statura e scalpo berlusco-mussoliniani… semplicemente comanda lui e basta».
In ogni caso l'apologia
del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, numero 645
(contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"), anche detta Legge Scelba.
Basta sfogliare i libri menzionati di Mussolini ed
Almirante per rendersi conto che dell’odio e della vioe,nzxa che trasudano. I reati, comprendono oltre all’istigazione all’apologia
del fascismo, incitano anche alla discriminazione razziale e politica, e,
dunque, appaiono compiutamente integrati da questa sorta di propaganda pseudo-intellettuale.
La “riorganizzazione del disciolto partito fascista”,
già oggetto della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione
della Repubblica Italiana, si intende riconosciuta, ai sensi dell'articolo 1
della citata legge,
« quando un'associazione, un movimento o comunque un
gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche
proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale
metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite
dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori
della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua
attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del
predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista».
biblioteca comunale di Orta Nova: documenti di registrazione dei volumi acquisiti |
La legge numero 645 del 1952 sanziona chiunque
faccia per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo
avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del
disciolto partito fascista, oppure da chiunque pubblicamente esalti esponenti,
princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. È vietata perciò la ricostruzione del PNF e del
Partito dei Nazionalsocialisti (ovvero quello nazista). Ed ogni tipo di
apologia è denunciabile con un arresto dai 18 mesi ai 4 anni.
La norma prevede sanzioni detentive per i colpevoli
del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o
se è commesso con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla
pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. La paternità della cosiddetta legge Mancino, è in
realtà da attribuirsi alla attività parlamentare svolta dell'allora deputato
Enrico Modigliani. Si tratta di una norma italiana introdotta nel 1993 che
condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per
scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali,
etnici religiosi o nazionali.
La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie
legate a suddetti movimenti politici. Nata come Decreto legge 26 aprile 1993, numero
122, in materia di Misure urgenti in
materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa, e convertita con
modificazioni in Legge 25 giugno 1993, numero 205, in materia di Conversione in
legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 1993, numero 122, recante
misure urgenti in materia di
discriminazione razziale, etnica e religiosa, questa legge è il principale
strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per la repressione dei
crimini d'odio.
La Convenzione
internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale,
aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966, è stata notoriamente recepita
dall'ordinamento italiano con legge 13 ottobre 1975, numero 654. Tale
Convenzione dichiara nel suo preambolo, fra l'altro, che «gli stati parti della
presente convenzione [sono] convinti che qualsiasi dottrina di superiorità
fondata sulla distinzione tra le razze è falsa scientificamente, condannabile moralmente
ed ingiusta e pericolosa socialmente, e che nulla potrebbe giustificare la
discriminazione razziale, né in teoria né in pratica, [e che gli stati stessi
sono] risoluti ad adottare tutte le misure necessarie alla rapida eliminazione
di ogni forma e di ogni manifestazione di discriminazione razziali nonché a
prevenire ed a combattere le dottrine e le pratiche razziali». In conseguenza
la medesima Convenzione, all'articolo 4, stabilisce che «gli Stati contraenti
condannano ogni propaganda ed ogni organizzazione che s'ispiri a concetti ed a
teorie basate sulla superiorità di una razza o di un gruppo di individui di un
certo colore o di una certa origine etnica, o che pretendano di giustificare o
di incoraggiare ogni forma di odio e di discriminazione razziale».
Sempre nel medesimo articolo 4 della Convenzione,
gli Stati contraenti «si impegnano ad adottare immediatamente misure efficaci
per eliminare ogni incitamento ad una tale discriminazione od ogni atto
discriminatorio, tenendo conto, a tale scopo, dei principi formulati nella
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo [...] ed in particolare: a
dichiarare crimini punibili dalla legge, ogni diffusione di idee basate sulla
superiorità o sull'odio razziale, ogni incitamento alla discriminazione razziale,
nonché ogni atto di violenza, od incitamento a tali atti diretti contro ogni
razza o gruppo di individui di colore diverso o di diversa origine etnica, come
ogni aiuto apportato ad attività razzistiche, compreso il loro finanziamento; a dichiarare illegali ed a vietare le organizzazioni
e le attività di propaganda organizzate ed ogni altro tipo di attività di
propaganda che incitino alla discriminazione razziale e che l'incoraggino,
nonché a dichiarare reato punibile dalla legge la partecipazione a tali organizzazioni
od a tali attività; a non permettere né alle pubbliche autorità, né alle
pubbliche istituzioni, nazionali o locali, l'incitamento o l'incoraggiamento
alla discriminazione razziale».
Sono passati nemmeno 70 anni dalla fine della
seconda guerra mondiale in Italia e alcuni partigiani sono ancora in vita.
Persone che hanno vissuto il dramma della dittatura, che sono passati
attraverso anni di galera, di torture e di guerra, nella quale hanno visto
amici e familiari morire per mano fascista e nazista. Magari si poteva almeno
aspettare che morissero tutti, prima di sbeffeggiare la loro lotta, la loro fatica,
il loro impegno e il loro dolore in questo modo.
La memoria è il filo che deve legare le generazioni, tracciando un percorso nella conoscenza collettiva, perché ognuno impari a combattere l’indifferenza, a ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo, per costruire una società fondata sul rispetto della dignità di ogni essere umano perché non possa mai più accadere quello che allora è accaduto.
La memoria è il filo che deve legare le generazioni, tracciando un percorso nella conoscenza collettiva, perché ognuno impari a combattere l’indifferenza, a ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo, per costruire una società fondata sul rispetto della dignità di ogni essere umano perché non possa mai più accadere quello che allora è accaduto.
Per dirla con Primo Levi: «Il fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma il negatore della giustizia, non aveva soltanto trascinato l’Italia in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato come custode di un ordine e di una legalità detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non vuolee essere servo , sulla menzogna sistematica e calcolata».
Note:
http://cerca.unita.it/?key=lannes&first=31&orderby=1
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/02/morti-nei-lager-nazisti-e-nascosti-da.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=macchiarola
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http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=macchiarola
Testo integrale della Legge Scelba L. n. 645 del
1952
Sentenza della Corte Costituzionale 16 gennaio 1957,
n. 1,
Sentenza della Corte Costituzionale 25 Novembre
1958, n. 74
Decreto legge
26 aprile 1993, n. 122, in materia di Misure urgenti in materia di
discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Legge 25 giugno 1993, n. 205, in materia di
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 1993, n.
122, recante misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e
religiosa.
Legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di
Ratifica ed esecuzione della convenzione Internazionale sull'eliminazione di
tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7
marzo 1966.
Legge 20 giugno 1952, n. 645, in materia di Norme di
attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della
Costituzione.
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