Roma (anno 1975): Arafat, Berlinguer e Craxi |
di Gianni Lannes
L'11 novembre 2004 si spegneva in Francia Yasser Arafat. Leader dell'Olp e primo presidente dell'Autorità nazionale, trascorse l'ultimo decennio della sua vita tra un accordo di pace per uno Stato libero e indipendente palestinese e il brutale assedio israeliano che lo rese prigioniero a Ramallah. Con gli accordi di Oslo, Arafat rinunciò al sogno di uno Stato unico pur di ottenere la liberazione di un quinto della Palestina storica invasa dai fanatici sionisti ebraici. Per mezzo secolo il Mossad ha tentato infruttuosamente di assassinarlo. Due decenni più tardi, ai giorni nostri, nessuna liberazione ma la strage continua del popolo palestinese con l'organizzazione terroristica Hamas finanziata e sostenuta dal macellaio Netanyahu. E l'Occidente, che torna furbescamente a blaterare di "due stati" e sostiene militarmente Tel Aviv, non osa mettere in pratica la decisione della Corte internazionale di Giustizia: l'occupazione israeliana va smantellata.
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