di Gianni Lannes
Bentornati nella colonia tricolore prostituita allo zio Sam ed eterodiretta dagli alleati. Anche in materia di guerra nucleare i politicanti italiani hanno sempre occultato l'esplosiva verità e mentito spudoratamente, mettendo a disposizione di Washington il territorio nazionale, così esponendo a rischio e pericolo l'ignara popolazione, in barba alla nostra Costituzione democratica e alla legge 131 del 1975, ispirata e voluta da Aldo Moro. Il popolo italiano che non sa nulla di niente rischia di essere disintegrato in un lampo e viene tenuto all'oscuro di tutto da chi s-governa per conto terzi. Meloni triplica i fondi per la Nato: 1 miliardo di euro in più per le forze speciali, mentre al contempo riduce le risorse pubbliche per cultura, salute, ambiente, scuola e università.
Italia ridotta ad un arsenale nucleare United States of America a partire dal 1956, in base ad accordi ancora oggi segreti, mai ratificati dal Parlamento. Lo attestano e dimostrano prove ufficiali inequivocabili. Eppure, c'è chi prima da ministro della Difesa e poi da capo del Senato, nega la pericolosa evidenza, come il collezionista di busti mussoliniani, al secolo Benito Ignazio Maria La Russa che nel 2023 sbottò: "Via Rasella pagina tutt'altro che nobile". In particolare gli ordigni modello B61-12 (ultima versione intelligente) sono stipati ad Aviano e Ghedi, mentre a Livorno (Camp Darby) e Sigonella (Catania) alberga uno svariato munizionamento atomico, in evidente violazione della Costituzione repubblicana italiana, nonché del Trattato di non proliferazione (Tnp).
Inoltre, in almeno 12 porti dello Stivale (privi di piani effettivi di sicurezza e protezione della popolazione) attraccano e sostano sottomarini a propulsione ed armamento nucleare. Tale situazione e posizione nel Mediterraneo rende l'Italia un prioritario obiettivo di guerra in Europa, dove Washington ha disseminato ulteriori armi nucleari (Gran Bretagna, Belgio, Germania, Olanda, Turchia).
Le ragioni di un arsenale nucleare in Italia sono nebulose e la stessa Nato non ha una strategia trasparente. Le atomiche continuano a svolgere il tradizionale ruolo dissuasivo nei confronti della Russia, e in parte servono per eventuali obiettivi in Medio Oriente, come l'Iran. Un'altra ragione è di tipo politico istituzionale. Per l'Italia è importante continuare a fare parte degli organi di pianificazione nucleare della Nato, per non essere isolata in Europa. Altri paesi come la Germania hanno lo stesso atteggiamento.
Risposta del Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti |
Le armi nucleari tattiche erano state
schierate in Europa al fine di prevenire un possibile attacco
militare sovietico di tipo convenzionale o nucleare su scala
limitata. Tutto questo appare ormai superato sia militarmente, sia
politicamente. Ma nel nostro Paese, a differenza degli altri, nessun
governo ha mai ammesso la presenza di tali arsenali, nessuno conosce
i costi di manutenzione e gestione perché sui nostri bilanci della
Difesa non vi è alcuna indicazione. È tutto segreto. Gli italiani
sono trattati come minorati che non devono sapere. Inoltre,secondo un
rapporto riservato dell'Air Force “alcune basi risultano a rischio,
a causa della mancanza di misure di sicurezza”. Tra queste anche la
base italiana di Ghedi in provincia di Brescia. Bombe nucleari che
possono essere trasportate dai nuovi cacciabombardieri monoposto F35.
Tutto questo benché l'articolo 11 della nostra Costituzione sancisca
il ripudio della guerra come strumento di offesa e l'Italia abbia
firmato e ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare. La
Nato mostra difficoltà ad abbandonare la vecchia mentalità di
difesa e deterrenza, di cui le armi nucleari tattiche sono un
pilastro. In Europa, ancor più che in America, vi sono alcune forti
resistenze ad un cambiamento significativo.
Quando parliamo di armi nucleari dobbiamo fare alcune precisazioni. In primo luogo dobbiamo fare la distinzione tra armi nucleari strategiche, di solito a lunga gittata, particolarmente distruttive e con funzioni deterrenti, e quelle tattiche, di minore potenza e gittata, ma il cui utilizzo è previsto in alcuni casi nei campi di battaglia. Inoltre in Europa vi sono tre paesi dotati di tali arsenali, come la Francia, la Gran Bretagna e la Russia. La Francia possiede circa 290 testate nucleari dispiegate (più 10 nei depositi), mentre la Gran Bretagna ne ha 160 (più 65 nei depositi). La Russia ne ha 2.427 dispiegate (di cui 2.000 circa tattiche, più altre 8.570 nei depositi). A questi arsenali vanno aggiunte le bombe nucleari tattiche statunitensi poste sul territorio europee durante il periodo della Guerra Fredda. Si stima che attualmente siano tra le 150 e le 200 bombe Usa B61 dislocate su cinque paesi in sei basi: Belgio (Kleine Brogel, 10-20 bombe). Germania (Büchel, 10-20 bombe), Italia (Aviano, 50 bombe; Ghedi Torre, 10-20 bombe), Olanda (Volkel, 10-20 bombe), Turchia (Incirlik, 60-70 bombe). Tali bombe sono trasportabili da squadroni aerei di F16 e Tornado, con un raggio d'azione massimo di circa 1.400 chilometri (senza rifornimento in volo). Infine, va ricordato che, un sottomarino dotato di missili nucleari è una minaccia invisibile e difficilmente individuabile che si può muovere da un mare ad un altro, rappresentando una minaccia superiore sia alle armi nucleari tattiche, sia a quelle strategiche posizionate nei silos, autotrasportate o aviotrasportate. Quali sono gli stati Europei contrari alla rimozione e perché?
Come è stato notato, in realtà la Russia detiene le sue per cercare di compensare la superiorità convenzionale della Nato e non per bilanciare il dispiegamento delle armi nucleari tattiche statunitensi in Europa. Così di fatto, mantenendo le nostre armi nucleari tattiche, anche la Russia è giustificata a non parlarne. Quindi sono inutili militarmente e politicamente. Perché non si riesce ancora a trovare un accordo con la Russia che rifiuta di negoziare sulla questione fino a che gli Stati Uniti non avranno trasferito le loro armi nucleari tattiche dall'Europa al proprio territorio? Non va dimenticato che Mosca, dopo la fine dell'Urss, ha ritirato le proprie armi nucleari tattiche dal territorio dei Paesi dell'Europa orientale suoi ex-alleati, schierandone diverse sui propri confini e costituendo così una minaccia per i Paesi Nato. Gli Usa, invece, non hanno ritirato tali armi dall'Europa e Mosca lo avverte come una minaccia. Servono misure di rafforzamento della fiducia e non l'installazione di basi o di missili da una parte o dall'altra. È vero che il governo italiano né smentisce né conferma la presenza delle testate nucleari in Italia?
Nessun governo italiano di centrodestra o di centrosinistra, non negando e non dicendo, ha mai ammesso la presenza di tali arsenali sul nostro territorio nazionale, anche se all'estero tutti sanno quante sono e dove sono. Gli italiani sono trattati come minorati che non devono sapere. Qual è la forza esplosiva e la capacità distruttiva delle bombe nucleari B61 presenti in Italia? Le armi nucleari tattiche B61 sono bombe gravitazionali, che devono essere lanciate da aerei costruiti appositamente o compatibili (F16 o Tornado). La loro potenza distruttiva è pari a 900 volte quella delle bombe di Hiroshima o Nagasaki, con una potenza variabile (a seconda del tipo) da 0,3 a 170 chilotoni. Quali costi di manutenzione ci sono per queste testate? Ovviamente, sui nostri bilanci della Difesa non vi è alcuna indicazione circa i necessari costi di manutenzione di queste bombe, dato che servono personale di sorveglianza, edifici, manutentori ecc. È tutto segreto, almeno per i cittadini italiani. I costi rientrano probabilmente nella voce di spesa relativa alla partecipazione alla Nato, ma non sono disponibili i dati analitici. Il non far conoscere tali informazioni non è casuale, poiché in una società democratica i cittadini potrebbero aver qualcosa da obiettare in merito, come, ad esempio, sta avvenendo adesso in Italia nel caso dei 15 miliardi di euro destinati ad acquistare i cacciabombardieri F35, per di più in un momento di gravissima crisi economica e di tagli drammatici allo stato sociale, alla sanità e all'istruzione.
I siti nucleari in Europa rispettano gli standard di sicurezza o come affermano alcuni documenti del Dipartimento della Difesa USA e numerosi attivisti? Secondo un rapporto riservato dell'Air Force degli Stati Uniti, già nel 2008, risultavano a rischio alcune basi Nato in Europa, a causa della mancanza di misure di sicurezza considerate come standard dal Pentagono e non messe in atto dai paesi alleati. Tra queste veniva segnalata la base di Ghedi di Torre, in Provincia di Brescia. E questo è stato ribadito anche in un rapporto di Greenpeace del febbraio 2011. Perché allora se l'Italia ha firmato e ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare - che si basa su tre principi, ossia disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare - ci troviamo ad avere decine di ordigni nucleari americani sul nostro territorio? Qui tocchiamo un nodo nevralgico della nostra politica e della nostra Costituzione. Da un lato si affermano solennemente il ripudio della guerra (articolo 11 della Costituzione) e l'impegno a non dotarsi o ospitare armi nucleari (articoli 1 e 2 del Trattato di Non Proliferazione Nucleare), dall'altro si opera in tutt'altra direzione, sia partecipando a vere e proprie guerre, sia ospitando tali arsenali nucleari, sia acquisendo sistemi d'arma (come gli F35) utili per un bombardamento nucleare. Le nostre forze politiche si dimostrano così clamorosamente contraddittorie ed incoerenti, anche quelle d'ispirazione cattolica o progressista, quando, pur essendo al potere, non riescono a operare in sintonia con i principi in cui affermano di credere (almeno a parole). Quando poi altri governi come quello di Teheran si muovono nello stesso senso, i governi occidentali si fingono indignati per il comportamento minaccioso dell'Iran. Insomma, due pesi e due misure. Per di più, in Italia un dibattito politico ampio e approfondito sul modello di difesa e sulle conseguenti opzioni non è mai stato presente in tempi recenti nei programmi delle nostre forze politiche. Di fatto gli Stati Uniti possono decidere l'impiego delle armi nucleari senza il permesso del governo italiano? Ufficialmente si è sempre parlato di "doppia chiave", per cui le bombe B-61 statunitensi di Ghedi Torre potrebbero essere utilizzate solo se noi fornissimo il mezzo di trasporto, cioè i caccia bombardieri italiani Tornado. Quelle di Aviano sarebbero, invece, esclusivamente ad uso degli aerei americani. Parlo sempre con il condizionale, poiché non so effettivamente cosa avverrebbe in caso di crisi voluta e indotta.
Come documentano i rapporti dell'U.S. Air Force, vi sono crescenti problemi di sicurezza relativi alla conservazione di queste armi. L'aeronautica militare americana ammonisce che la normale procedura può comportare il rischio di esplosioni nucleari accidentali se un fulmine, ad esempio, colpisse gli ordigni del tipo B61.
Il Blue Ribbon Review of Nuclear
Weapons Policies and Procedures (Brr) fornisce il resoconto
dell'indagine svolta dall'U.S. Air Force per accertare le condizioni
di sicurezza dei siti europei che ospitano armi nucleari
statunitensi. Il rapporto segnala come la maggior parte dei siti
visitati non soddisfino gli standard di sicurezza previsti dal
Dipartimento della Difesa USA. In particolare si sottolineano
criticità relative al personale non sufficientemente formato, alle
strutture non messe in sicurezza, alla carenze di illuminazione, a
recinzioni inadeguate ed insufficienti. Secondo una dichiarazione
pubblicata dal sito dell'USAF, i citati problemi di sicurezza non
interesserebbero le basi di Kleine Brogel in Belgio o di Volkel in
Olanda, bensì «altri siti», suggerendo che possa trattarsi delle
basi di Buchel in Germania o di Ghedi in Italia.
Riferimenti:
https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1975-04-24;131
Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=B61
https://bush41library.tamu.edu/files/nsd/nsd43.pdf
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/11105&ramo=C&leg=16
https://bush41library.tamu.edu/files/nsd/nsd61.pdf
https://www.nato.int/docu/comm/49-95/c911018a.htm
http://www.nukestrat.com/us/reviews/dodnprslides092294.pdf
https://www.nato.int/cps/en/natolive/official_texts_27433.htm?selectedLocale=en
http://www.nukestrat.com/pubs/EuroBombs.pdf
https://media.nti.org/pdfs/NTI_Framework_Chpt3.pdf
https://www.files.ethz.ch/isn/116401/2009-12-tnw_europe.pdf
http://www.nato.int/docu/comm/49-95/c911018a.htm
http://www.nato.int/docu/comm/49-95/c921021a.htm
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http://www.nukestrat.com/us/afn/NATOissue060304.pfd
http://www.archive.usun.state.gov/press_releases/20050502_089.html
http://www.hsdl.org/?view&did=234443
http://www.nato.int/docu/review/2010/Nuclear_Proliferation/Guy_Roberts/EN/index.htm
http://www.fas.org/blog/ssp/2010/12/tacnukes.php
http://www.defense.gov/npr/docs/10-0503_Fact_Sheet_US_Nuclear_Transparency__FINAL_w_Date.pdf
http://www.defense.gov/npr/docs/2010%t20Nuclear%20Posture%20Review%20Report.pdf
https://www.nato.int/docu/review/articles/2010/06/15/how-do-nuclear-changes-look-to-nato/index.html
https://www.bbc.com/news/business-17042065
https://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stenografici/sed0073/sed0073.pdf
https://digitalarchive.wilsoncenter.org/document/appunto-csmd-us-nuclear-weapons-storing-italy
https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_50068.htm
https://www.nti.org/wp-content/uploads/2016/06/NATOs_Nuclear_Future_FINAL.pdf
https://documenti.camera.it/_dati/leg16/lavori/stenografici/sed040/bt08.htm
https://www.govinfo.gov/content/pkg/CHRG-110shrg45602/html/CHRG-110shrg45602.htm
https://www.isprambiente.gov.it/files/temi/trattato-non-proliferazione.pdf
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