26.3.24

TEXAS: ITALIA

 


di Gianni Lannes

Bentornati nel feudo meridionale delle multinazionali petrolifere dove la parola d'ordine è sempre la stessa: sfruttare all'inverosimile il territorio. In Basilicata si estrae petrolio da oltre un trentennio, eppure questa regione ricca di storia e natura, è annoverata tra le più povere d'Italia. In compenso l'antica Lucania vanta innumerevoli emergenze ambientali, provocate dallo sfruttamento.

L’oro nero ha creato guasti alla regione e scarsa occupazione, molto meno di quanto promesso dai politicanti. Non è tutto. Anche l’eolico selvaggio ha devastato il paesaggio, alimentato speculazioni e reso inabitabili numerosi paesi. Ai lucani, in sostanza soltanto miseria, degrado, malattie, morte fisica e sociale.

In Val d’Agri, inclusa Viggiano si estende il giacimento di petrolio più ricco d’Europa. Nel Texas d’Italia, la green economy prospettata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza è un autentico miraggio o - a scelta - un vera illusione.

Così, mentre a Bruxelles si contano i 25 miliardi di euro di anticipo sul piano nazionale per la transizione ecologica, l’economia verde lucana ha già preso altre vie, alcune così distorte da impattare sulle comunità che costellano la regione. Negli ultimi dieci anni, la regione ha visto speculazioni nel campo di rinnovabili come l’eolico.

In Basilicata, la black e green economy non sono stati il volano dello sviluppo propagandato: lo attestano i numeri ufficiali della disoccupazione alle stelle. La Basilicata è una delle regioni che ha sempre avuto un'alta incidenza di rifiuti pericolosi sulla quantità totale di rifiuti speciali prodotti. Come si evince dalla relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti in Basilicata del 24 gennaio 2013, "la scoperta di numerose discariche abusive conferma come l'imprenditoria deviata consideri la Basilicata un territorio adatto ad attività illegali in tale settore", e la magistratura materana ha condotto un censimento delle aree a rischio di sversamenti illegali. Nel corpo della relazione dell'anno 2000 sono state riportate alcune problematiche attinenti al rischio di smaltimenti illeciti cui appariva esposta la regione, evidenziate dalle diverse autorità interpellate (in particolare, prefetto e autorità giudiziaria). Inquietante era il dato relativo agli 890 siti inquinati censiti, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione petrolifera. Riguardo, poi, alla produzione dei rifiuti ed in particolare alla produzione di rifiuti speciali e pericolosi, si legge che: "il 'rapporto sui rifiuti speciali' (realizzato dall'Anpa e dall'osservatorio nazionale sui rifiuti nel 1999) stima per il 1999 una produzione per la Basilicata di 720.594 tonnellate: i rifiuti pericolosi rappresentano il 19,6 per cento, con una produzione stimata in 145.535 tonnellate. Si tratta di un dato da evidenziare, poiché proprio in Basilicata si registra - tra le regioni italiane - la maggiore incidenza di rifiuti pericolosi sulla quantità totale di rifiuti speciali prodotti. Per quanto concerne invece la gestione dei rifiuti speciali, circa 13.000 tonnellate sono state trattate ai fini del recupero di materia, circa 4.000 tonnellate ai fini di recupero di energia, circa 5.000 tonnellate vengono indicate sotto la voce 'altri trattamenti'. Sono pertanto 650.000 le tonnellate che vengono inviate allo smaltimento finale: tuttavia nelle discariche regionali ne risultano smaltite solo 153.577, il che fa permanere un gap di conoscenza sulle restanti 400.000 tonnellate".

Il Tribunale penale collegiale di Potenza, nei procedimenti penali n. 326/2021, n. 856/2020 e n. 4542/2010 R.G.N.R., in primo grado ha: "All'esito dell'istruttoria dibattimentale, il Tribunale 5 di Potenza, in data 10 marzo 2021, in relazione all'ipotesi di traffico illecito di rifiuti, ha assolto due ex dipendenti del Distretto Meridionale per non avere commesso il fatto, ha condannato sei ex funzionari del medesimo Distretto con sospensione della pena ed ha correlativamente condannato Eni ai sensi del D.Lgs. 231/01 alla sanzione di €700.000, disponendo la confisca di una somma quantificata in €44.248.071 ritenuta costituire l'ingiusto profitto conseguito per l'illecito smaltimento di oltre un milione e quattrocentocinquantamila tonnellate (1.452.000) di rifiuti pericolosi da attività estrattive di petrolio e gas. Poiché questa enorme quantità di rifiuti pericolosi è stata registrata per un solo anno di attività di indagini che va dal settembre del 2013 al settembre del 2014".

Un altro capitolo estremamente importante dell'inquinamento prodotto dalle estrazioni è quello legato alle emissioni nocive in atmosfera, a partire dall'idrogeno solforato, ad una serie di gas emessi in atmosfera tutti nocivi per la salute umana e per l'ambiente. Basti ricordare quanto accertato in sede di indagini della Direzione nazionale antimafia, allorquando in presenza di sforamenti dei gas venivano cancellati i dati dalle centraline.

Nel processo che avviatosi il 27 giugno 2022 sul disastro ambientale si fa riferimento a fatti avvenuti nel 2017, e basta recarsi sui luoghi per avere immediata percezione del fatto che il greggio finito nella falda ancora c'è, vi sono decine di pompe elettriche sommerse che tolgono il surnatante (greggio petrolifero) dalla falda e li si può vedere sia a Viggiano dove è avvenuto il disastro sia a Grumento Nova, paese limitrofo.

Con il "piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee" è ripresa la valutazione delle domande di ricerca e "prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi" sul territorio nazionale. Con "prospezione" si intendono le attività finalizzate allo studio generale del territorio, senza attività di perforazione. La "ricerca" invece consente alcune attività di perforazione a scopo esplorativo, mentre la "coltivazione" si riferisce alla vera e propria estrazione di idrocarburi dal sottosuolo.

L'11 aprile 2022, 24 Comuni italiani in cinque regioni, Abruzzo, Basilicata, Campania, Sicilia e Piemonte, hanno presentato un ricorso al TAR del Lazio per chiedere di fatto l'annullamento del piano. "Il piano è ambiguo: da un lato decide dove è possibile trivellare, dall'altro sostiene la necessità di continuare con la transizione ecologica. Il Pitesai mette sullo stesso piano la salute, l'ambiente e l'economia, ma poi non si capisce come questo si concili con la transizione energetica". Secondo i Comuni, poi, il processo di stesura del piano è stato "poco trasparente" e non ha coinvolto in modo sufficiente i territori. Eppure, nel bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse dell'anno LXVI, n. 3, del 31 marzo 2022, a cura del Ministero della transizione ecologica (Dipartimento per l'energia e il clima, Direzione generale infrastrutture e sicurezza), sono state autorizzate ulteriori attività di ricerca in Basilicata. In particolare nelle località: Il Perito, richiedente Delta Energy (100 per cento) nelle aree dei comuni di Miglionico, Montescaglioso, Pomarico; La Bicocca, richiedente Delta Energy (100 per cento) nelle aree dei comuni di Barile, Melfi, Rapolla; La Capriola, richiedente Delta Energy (100 per cento) nelle aree dei comuni di a Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci, Pomarico; Masseria La Rocca, richiedente RockHopper Italia (30 per cento), TotalEnergies EP Italia (38 per cento), ENI (32 per cento) nelle aree dei comuni di Brindisi Montagna, di fatto, a pochi chilometri dall'area urbana di Potenza.

4 anni fa, la maggior parte del gas estratto in Italia, il 55 per cento sul totale, è arrivato dalle piattaforme marittime, mentre la regione con la maggiore produzione su terraferma era di gran lunga la Basilicata, da cui nel 2020 è stato estratto il 34 per cento di tutto il gas prodotto sul territorio nazionale.

La Basilicata, dunque, ha già dato il suo contributo alla nazione e, con le ultime quattro istanze di permesso accordate, si rischia di compromettere irreversibilmente per sempre la sua straordinaria riserva d'acqua.


Riferimenti:

https://www.videpi.com/deposito/videpi/relazioni/4137.pdf

https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1012&id=3077357&value=regione

https://indicatoriambientali.isprambiente.it/it/georisorse/siti-di-estrazione-di-risorse-energetiche-olio-e-gas

https://www.arcgis.com/home/webmap/viewer.html?webmap=ec1b7e39dbb7446cad992b7d2cfb3286&extent=-1.3762,34.3882,31.0774,48.4506

https://www.arcgis.com/home/webmap/viewer.html?webmap=ec1b7e39dbb7446cad992b7d2cfb3286&extent=-1.3762,34.3882,31.0774,48.4506


https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Basilicata

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