foto Gilan |
di Gianni Lannes
Spacciata per panacea anche dagli ecologisti da salotto, invece è una misera barzelletta appena sfornata dagli onorevoli che a Strasburgo bivaccano in poltrona. L'uomo che ha degradato la Natura potrà mai ripristinarla se anche ci fosse una reale volontà in tal senso? In Italia, per fare un esempio concreto e documentato, dopo 28 anni, non è stata effettivamente risanata neppure un'area industriale a grave rischio ambientale.
Bussi sul Tirino: inquinamento Montedison (anno 2000) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Ecco la politichetta del rimando temporale a un futuro indefinito dell'Unione europea subordinata a Washington. Con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astensioni, la legge europea sul ripristino della natura è stata definitivamente approvata dal Parlamento Europeo. Lo scorso autunno l’approvazione di alcuni emendamenti ha ridimensionato l’ambizione originaria della Nature Restoration Law. Se approvata anche dal Consiglio, che dovrebbe esprimersi in materia entro la fine di marzo 2024, la nuova legge, considerata addirittura un pilastro del Green Deal Europeo, stabilirà obiettivi vincolanti fondamentali per la protezione e la conservazione della biodiversità sul continente europeo. Su tutti, il ripristino del 20 per cento delle aree terrestri e marine entro il 2030, e di tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050. Attualmente, secondo la Commissione europea, più dell’80 per cento degli habitat europei si trova in cattivo stato. Per questa ragione, le novità introdotte da questa normativa saranno cruciali per raggiungere gli obiettivi climatici di mitigazione e di adattamento dell’Ue, nonché per adempiere agli impegni internazionali previsti dal quadro delle Nazioni Unite sulla biodiversità di Kunming-Montreal.
Fino a quando il paradigma dominante sarà il profitto economico e non quello ecologico, manderanno in onda il solito fumo negli occhi.
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