di Gianni Lannes
Un inferno in terra. Ecco un non luogo, inventato dai padrini dello Stato tricolore, dove mandano in onda la repressione dei giovani ma non l'educazione. Il terremoto del 1980 ha causato una situazione disastrosa, costringendo circa 300 mila persone a cercare alloggi alternativi. Lo Stato italiano ha dilapidato ben 1.500 miliardi di lire per la costruzione di abitazioni temporanee, che col tempo sono diventate permanenti, trasformando l'area in un vasto complesso residenziale, oggi conosciuto come uno dei più grandi centri di spaccio di droga europei.
Il Parco Verde di Caivano, situato a nord di Napoli, è un'area che inizialmente rappresentava una speranza per gli sfollati del terremoto del 1980, ma nel tempo si è trasformata in un ghetto degradato. Il percorso per raggiungere il Parco Verde, lungo l'asse mediano, mette in evidenza lo stato di abbandono della zona, con rifiuti accumulati nei tratti stradali.
La degenerazione urbanistica degli ultimi quarant'anni è ben rappresentata dal Parco Verde, un tempo zona agricola e oggi simbolo di decadenza urbana. Il cemento armato ha sostituito quasi interamente i campi coltivati esistenti prima del terremoto, e l'area, un tempo segno di rinascita e speranza per gli sfollati, è oggi sinonimo di degrado e illegalità.
Il Parco Verde è stato teatro di eventi tragici e orribili, che hanno scosso profondamente la comunità e attirato l'attenzione dei media nazionali. Uno degli episodi più sconvolgenti è stato l'omicidio di Fortuna Loffredo, una bambina di 6 anni, avvenuto nel giugno del 2014. Fortuna fu abusata e lanciata dall'ottavo piano dell'appartamento dove abitava, situato nell'isolato numero 3 del Parco Verde.
Appena un anno prima, la misteriosa caduta di Antonio Giglio, un bambino di 3 anni, dal settimo piano della sua abitazione, situata nello stesso isolato dove abitava Fortuna. Inizialmente, la caduta del piccolo Antonio era stata considerata come un incidente, ma a seguito delle indagini condotte dalla procura di Napoli Nord, i genitori del bambino sono stati sospettati di averlo ucciso.
Questi due tragici episodi rappresentano solo la punta dell'iceberg del degrado sociale, della violenza e dell'illegalità che hanno pervaso il Parco Verde, trasformandolo in un luogo pericoloso e disperato dove solo negli ultimi mesi la locale compagnia dell'Arma dei carabinieri ha proceduto a diversi arresti di molteplici esponenti dei clan impiegati nello spaccio e nelle estorsioni.
Un ultimo caso di cronaca nel rione «Iacp» del Parco verde, riguarda un gruppo di adolescenti e preadolescenti, di età compresa tra 13 e 19 anni, accusati di stupro nei confronti di due ragazzine di 13 anni.
La situazione a Caivano è estremamente critica: troppo degrado, troppa violenza, troppa promiscuità, troppe assenze, troppo abbandono e troppi abusi. I bambini sono costretti a crescere troppo in fretta, seguendo modelli distorti, con ritmi di vita dettati da modelli criminali, poiché non esistono alternative. La scuola viene frequentata raramente e per periodi di tempo troppo brevi, mentre il resto della vita si trascorre tra casa e strada, entrambi luoghi che possono trasformarsi in trappole pericolose. Questa realtà riflette la profonda crisi sociale ed economica che affligge l'area, dove l'assenza di opportunità e la prevalenza di modelli negativi costringono molti giovani a intraprendere percorsi distorti e pericolosi.
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