25.8.23

GRANCHIO BLU: UN CONCENTRATO DI RIFIUTI INDUSTRIALI!

  


di Gianni Lannes

Comprare il granchio blu, che infesta i mari italiani, e cucinarlo. È il messaggio che Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, invia con un video pubblicato su Facebook. «Sono andato in una bella pescheria barese, ho comprato questi granchi per poteri gustare e poterli proporre a tutti quelli che vorranno aiutarci a diminuirne la presenza nei nostri mari. Questo è il granchio blu, sta infestando le nostre acque, non ha un predatore naturale nei nostri mari. E' un animale che ha grandissime proprietà, è ottimo per la sua carne», recita il ministro, mostrando i crostacei in cucina.

Una ricerca scientifica di livello internazionale (pubblicata nell'anno 2021) ha attestato che proprio il granchio blu (in realtà color ciano) è un concentrato di metalli pesanti, vale a dire, rappresenta un rischio grave per la salute umana. Eppure un ministro del governo tricolore (cognato del primo ministro pro tempore Giorgia Meloni), lo raccomanda a tutti.

I danni all'ecosistema e all'economia della pesca causati dal granchio blu sono ancora incalcolabili. Si tratta di un problema ecologico, ma i politicanti nostrani se ne sono accorti solo quando è diventato un problema economico. Il granchio reale blu è un crostaceo autoctono delle coste atlantiche del continente americano che negli ultimi anni è stato accidentalmente introdotto in numerose parti del mondo; in Italia è stata segnalata la sua presenza per la prima volta nel 2008 in Basilicata, sulla costa adriatica dell'Abruzzo e della Puglia, e dal 2007 nell'alto adriatico da Goro ai lidi ferraresi.

Il granchio blu non avendo più un antagonista marino naturale ha già interferito con gli equilibri naturali delle popolazioni ittiche autoctone; è una specie predatoria, voracissima di pesci, molluschi e altri crostacei anche allevati dalle imprese di acquacoltura e molluschicoltura.

Appunto il granchio blu sta creando notevoli danni al settore della venericoltura e della pesca nella Sacca di Gora, tra le foci del Po di Volano e del Po di Goro (provincia di Ferrara) – dove viene prodotto il 55 per cento delle vongole veraci consumate in Italia e su cui si fonda l'economia della zona –; la sua massiccia proliferazione è stata recentemente registrata anche nelle acque di Chioggia e nella Laguna di Venezia; nonché in diverse altre parti dell'Adriatico e in Liguria; la notevole siccità dell'estate 2022 aveva già messo a rischio la produzione di vongole (meno 30-35 per cento) e quest'anno si è aggiunta la voracità del granchio blu.

Con una nota del 18 luglio 2023, al fine di fare fronte alla grave emergenza relativa alla grave perdita di produzione di vongole e vongole veraci nelle acque in concessione a causa del granchio blu, nella Sacca di Goro, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ne ha autorizzato la pesca all'interno degli impianti di molluschicoltura attraverso l'utilizzo di «nasse/cestelli e reti di posta fissa» per le imbarcazioni iscritte in categoria V, normalmente utilizzate negli impianti di acquacoltura

Fino a due o tre anni fa trovare un granchio blu nelle reti e nelle nasse era un evento insolito, per certi versi singolare, date le notevoli dimensioni del crostaceo, ma con il tempo la proliferazione di questo animale è diventata un grande problema anche perché sono complesse le operazioni di liberazione del granchio blu pescato accidentalmente.

La presenza di questa specie nell'Adriatico è uno dei sintomi dei cambiamenti climatici - indotti dall'uomo - che hanno portato all'aumento della temperatura dell'acqua marina che sta facilitando la migrazione di questa specie aliena facendola diventare una presenza stabile nei nostri mari, dove le acque calme e poco profonde sono l'habitat ideale per la sua riproduzione e crescita.

Il granchio blu è una delle 100 specie considerate più invasive del Mediterraneo e dell'Adriatico, si riproduce in modo incontrollato – la femmina depone tra 700 mila e 2.1 milioni di uova secondo le dimensioni della femmina – e senza un antagonista naturale ha già interferito con gli equilibri naturali delle popolazioni ittiche autoctone; è una specie onnivora che mangia di tutto ma predilige soprattutto pesci, molluschi e altri crostacei anche allevati.

Dal mese di maggio 2023 subito dopo la prima alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna, il granchio blu si sta moltiplicato a dismisura nella Sacca di Goro, tra le foci del Po di Volano e del Po di Goro (provincia di Ferrara), tra i comuni di Goro e Comacchio, dove vengono prodotte ogni anno circa 16 mila tonnellate di vongole veraci (Tapes Philippinarum), che corrispondono al 55 per cento della produzione italiana e al 40 per cento di quella europea e su cui si fonda l'economia della zona (valore di circa 100 milioni di euro); il fenomeno della proliferazione del granchio blu si sta diffondendo velocemente anche nella laguna di Venezia, nella Sacca di Toro di Chioggia e soprattutto nella Sacca di Scardovari di Porto Tolle (provincia di Rovigo).

Il granchio blu, oltre che nell'Adriatico, si sta diffondendo velocemente anche in Toscana ed in particolare nella Laguna di Orbetello, nella zona della foce dell'Arno, con segnalazioni in aumento anche a Vada, ma anche a Marina di Pisa e all'isola d'Elba; il rischio è che il fenomeno si ampli anche a tutto il mar Tirreno; segnalazioni di granchio blu si registrano, con numeri e aree differenti, praticamente in tutte le regioni costiere nazionali, Sicilia e Sardegna comprese; il fenomeno sta assumendo, quindi, le proporzioni di una vera e propria «calamità naturale» che minerà la sopravvivenza delle imprese del settore.

Oltre ad essere molto aggressivo è anche molto veloce e questo lo spinge ad alimentarsi in continuazione, motivo per il quale devasta coltivazioni ittiche e banchi di pesce; le sue chele distruggono anche reti da pesca, (una rete costa dai 100 ai 200 euro) facendo perdere ai pescatori il loro pescato e danneggiando l'attrezzatura causando così gravi danni agli allevamenti ittici.

La sua commercializzazione non è così remunerativa per i pescatori e acquacoltori; i mercati ittici non riescono più a smaltire l'enorme offerta di granchi blu e il prezzo è crollato.

Riferimenti:

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0045653521009012

https://search.nal.usda.gov/discovery/search?vid=01NAL_INST%3AMAIN&search_scope=pubag&tab=pubag

https://www.adnkronos.com/politica/granchio-blu-il-ministro-lollobrigida-e-la-ricetta-compratelo-e-cucinatelo-video_4VU1YAWJLOCKXD7gPeHGW8

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/08/lalieno-che-piace-meloni-e-lollobroigida.html


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