6.8.23

ITALIA: COLONIA USA E GETTA!

  


 

di Gianni Lannes

Anche nel Belpaese il rombo aereo delle armi squarcia l'omertà dell'indifferenza generale. In Italia (colonia anglo-americana dal 1943) non vale il principio di precauzione a salvaguardia della salute umana, bensì la sudditanza dei politicanti al governo, come nel caso sfacciato di Giorgia Meloni e di tutti i suoi predecessori a Palazzo Chigi, ad esclusione di Craxi avverso il fantoccio Reagan (Sigonella docet). In tempi di pace apparente, onde elettromagnetiche generate artificialmente penetrano la ionosfera e i tessuti di ogni essere vivente a partire dai bambini, per alimentare l'insospettabile guerra ambientale in corso. Ecco una storia dimenticata ma sempre attuale.

Kissinger&Meloni (28 luglio 2023)

il dittatore Pinochet e il macellaio Kissinger (giugno 1976)




«Il MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo». Parola dell'ambasciata United States of America in Italia: tale ammissione è però scomparsa dal portale diplomatico quando il tema s'è arroventato e gli onorevoli grullini (targati m5s) il 17 maggio 2013 si recarono in gita premio in Sicilia per legittimare la colonizzazione militare straniera.




Uno dei quattro impianti militari terrestri è stato realizzato abusivamente appunto a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. In realtà, originariamente la base prescelta per il terminal del nuovo sistema satellitare di guerra elettronica era quella di Sigonella (vicino a Catania), la principale stazione aeronavale della Marina militare degli Stati Uniti nel Mediterraneo, divenuta un arsenale nucleare. Poi, la Us Navy ha deciso di dirottare l’impianto a Niscemi, che dal 1991 assicura le comunicazioni supersegrete e non, delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri di comando ed intelligence Usa e Nato. Il cambio di destinazione è stato dettato dagli esiti di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle gigantesche antenne del MUOS, elaborato da AGI - Analytical Graphics, Inc., società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato “Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”, racchiude un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d’armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nella base aeronavale siciliana (HERO - Hazards of Electromagnetic to Ordnance). Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel corso di un’intervista a RaiNews 24, trasmessa il 22 novembre 2007 durante lo speciale “Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato”, Gemma ha dichiarato che «una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso». I ricercatori hanno accertato che le intensissime emissioni elettromagnetiche possono avviare la detonazione degli ordigni presenti nella base militare.


Il provvedimento di autorizzazione all’installazione è frutto della stipula di un accordo bilaterale USA-Italia del 2001 in violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana italiana, mai approvato o ratificato dal Parlamento italiano, addirittura rilasciato dall’Assessorato regionale territorio e ambiente a seguito di una Conferenza di servizi svoltasi il 9 settembre 2008. I lavori vennero approvati dal Ministero della difesa con nota del 31 ottobre 2006, nella quale si precisava che i progetti «dovranno essere conformi alla normativa tecnica italiana e che prima della messa in funzione del sistema deve essere garantito e certificato che le emissioni elettromagnetiche rientrino nei parametri stabiliti dalle vigenti leggi italiane». Il 1º giugno 2011 è stato firmato un protocollo d’intesa tra Ministero della difesa e Regione siciliana, a tutt'oggi lettera morta, con il quale le parti «ognuna per quanto di propria competenza, definiscono termini, modalità ed impegni volti a garantire che l’installazione del sistema MUOS avvenga nel rispetto irrinunciabile della salvaguardia della salute della popolazione, della sicurezza dell’area, della tutela dell’ambiente, della conservazione della biocenosi e della fruizione e della valorizzazione della RNO “Sughereta di Niscemi”».




Il MUOS (acronimo di Mobile User Objective System) è - tecnicamente - un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) militari ad alta frequenza (UHF) e a banda stretta, gestito dal Dipartimento della Difesa United States of America. Quattro satelliti (più uno di riserva) e quattro stazioni di terra. Questo modulo bellico integra forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo. A Niscemi ( in provincia di Caltanissetta), nel cuore di un’importante riserva naturale, sono state abusivamente installate tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e due trasmettitori elicoidali in banda UHF (Ultra High Frequency), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Queste gigantesche antenne trasmettono con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 Ghz: i due trasmettitori elicoidali hanno una frequenza di trasmissione tra i 240 e i 315 MHz.

L'Ufficio per il Programma delle Comunicazioni Satellitari della Marina Militare degli Stati Uniti d'America (PMW 146) del comitato esecutivo del programma (PEO) per i sistemi spaziali a San Diego è lo sviluppatore a capo del programma MUOS. Lockheed Martin è il Prime Contractor del sistema ed è il progettista dei satelliti del MUOS in forza del contratto US Navy Contract N00039-04-C-2009, stato annunciato il 24 settembre 2004. Tra i subappaltatori chiave vi sono General Dynamics (architettura di trasporto terrestre), Boeing (Sistema legacy UFO e porzioni del WCDMA payload) e Harris (riflettori maglia schierabili). Il primo satellite MUOS-1, è stato lanciato nello spazio il 24 febbraio 2012.

Le selezioni dei siti sono state completate nel 2007 con la firma di un “Memorandum of Agreement” (MOA), mai ratificato dal Parlamento italiano. Le quattro stazioni a terra (in aree desertiche o disabitate, ad eccezione del sito siciliano), ognuna delle quali serve uno dei quattro satelliti attivi, sono ubicate presso: Australian Defence Satellite Communications Station a Kojarena a circa 30 chilometri a est di Geraldton, Australia Occidentale; Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) Niscemi a Niscemi, a circa 60 chilometri dalla Naval Air Station di Sigonella, Sicilia (Italia); NGaval SATCOM Facility, Northwest, Chesapeake nel Sud-Est della Virginia (USA); Naval Computer and Telecommunications Area Master Station Pacific situato a Wahiawa nell'isola di Oahu dell'arcipelago delle Hawaii (USA). Il quarto terminale ha dunque trovato “ospitalità” nella sughereta di Niscemi, dove sono state devastate decine di ettari di riserva naturale, dove si stagliano tre mastodontiche antenne paraboliche che guidano, con le loro onde elettromagnetiche, missili e aerei senza pilota. A Sigonella sono di base i droni del tipo Global Hawk, Predator eReaper, gli stessi utilizzati quotidianamente in Ucraina, Afghanistan, Iraq, Pakistan, Somalia, Yemen, Libia, per colpire obiettivi civili e militari e assassinare anziani, donne e bambini.

La Procura di Caltagirone, il 6 ottobre 2012, ha disposto il sequestro della stazione radio MUOS di Niscemi per violazione delle prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell'area protetta denominata Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi. Il sequestro è stato poi annullato in data 28 ottobre 2012 dal Tribunale della libertà di Catania che ha dato, così, il via libera alla ripresa dei lavori. Nel gennaio 2013 sulla questione interviene il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, che avanza la richiesta di sospensione dei lavori di installazione delle quattro antenne del MUOS. Il 29 marzo 2013, la Regione Siciliana revoca in via definitiva l'autorizzazione alla costruzione della stazione MUOS a Niscemi. Il 20 aprile 2013 il Ministero della difesa Giampaolo Di Paola ha presentato ricorso al Tar della Sicilia chiedendo l'annullamento della revoca e la condanna della Regione al risarcimento dei danni. Il 9 luglio 2013, il TAR di Palermo ha respinto tali richieste di sospensiva della decisione della Regione che aveva arrestato i lavori in applicazione del principio di precauzione circa la salute della popolazione locale. Il 25 luglio 2013, la Regione Siciliana revoca lo stop imposto all'autorizzazione al MUOS. Sempre nel 2013 una delegazione di onorevoli grullini (5 stelle) è in gita premio alla base di Niscemi.

Tra il 24 e il 26 gennaio 2014 le tre antenne paraboliche della stazione di terra Muos sono state posizionate sui rispettivi supporti, in linea con i tempi di realizzazione annunciati nel giugno 2013, mentre il 20 gennaio 2015 è stato lanciato in orbita il terzo dei satelliti per la messa in funzione del Muos. Il 13 febbraio 2015 il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) della Sicilia ha annullato la delibera della revoca operata dalla Regione Siciliana il 25 luglio 2013, con la conseguenza di fermo ai lavori. Nella sentenza, il TAR accoglie i ricorsi presentati dai Comitati No MUOS e dal Comune di Niscemi, perché, alla luce della relazione del verificatore, ritenendo che i possibili effetti negativi su salute e traffico aereo non siano stati trattati in maniera esaustiva dall'Istituto Superiore di Sanità, dall'Ispra e dall'Enav: essi, pertanto, sono suscettibili di ulteriori e necessari approfondimenti. Il 1º aprile del 2015 il Gip di Caltagirone emette l'ordinanza di sequestro dell'impianto realizzato nella riserva del Sughereto di Niscemi, confermata poi dal Tribunale per il Riesame di Catania, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, che ha bloccato la prosecuzione dei lavori per la realizzazione dell'impianto di Telecomunicazione nella base americana per il quale erano indagati otto individui. Il 4 settembre 2015: il Cga accoglie parzialmente il ricorso del Ministero della Difesa, disponendo nuove verifiche. Il 25 gennaio 2016 la Cassazione rigetta il ricorso presentato dall'Avvocatura dello Stato per conto del Ministero della difesa: rimane vigente l'ordinanza emessa il 1º aprile. Il 26 febbraio 2016 il giudice dispone il completamento delle attività di controllo attraverso la misurazione delle emissioni prodotte dalle parabole e della antenne: saranno in esercizio tutti gli impianti per fare le rilevazioni. Il 9 marzo 2016 il MUOS viene acceso alle 9 del mattino su disposizione del Cga per il tempo necessario a verificare sul campo la reale pericolosità delle emissioni elettromagnetiche della struttura. Il 24 marzo 2016 il collegio di verificazione nominato dal Cga consegna la relazione finale in cui si esclude, alla luce delle misure effettuate tra il 9 e l'11 marzo 2016, qualunque tipo di rischio per la salute connesso all'accensione del MUOS. Il 6 maggio 2016 il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (CGA) ritiene "emerso con sufficiente sicurezza come l'impianto in discussione non generi emissioni illegali né faccia sorgere le altre criticità che erano state ipotizzate dall'Ente locale (fermo restando, beninteso, che la rilevanza dell'installazione esige comunque che l'Amministrazione non manchi di monitorarne le emissioni nel tempo)" e di conseguenza respinge il ricorso del Comune di Niscemi.



Nel 2011 il professor Massimo Zucchetti (professore ordinario di Impianti nucleari al Politecnico di Torino) e il dottor Massimo Coraddu hanno stilato una relazione per conto del comune di Niscemi. La relazione conclude che: «le misurazioni svolte dall'ARPA mostrano che i limiti di sicurezza previsti dalla legislazione italiana saranno sicuramente superati; sebbene le caratteristiche del sistema siano poco note, si possono comunque avanzare alcune ipotesi circa i rischi associati al MUOS. Segue quindi l'analisi dei potenziali rischi cui può andare incontro la popolazione che abita nelle zone adiacenti l'impianto». Zucchetti e Coraddu hanno affermato che «per un principio di salvaguardia della salute della popolazione e dell'ambiente, non dovrebbe essere permessa alcuna installazione di ulteriori sorgenti di campi elettromagnetici [...] occorre approfondire lo studio delle emissioni già esistenti e pianificarne una rapida riduzione».

Nel luglio del 2013 l'Istituto Superiore di Sanità certifica incredibilmente e in palese contraddizione con i propri precedenti rapporti (Istisan 1982 e 1989), invece, che “i risultati delle misure sperimentali effettuate dall'ISPRA indicano che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici sono attualmente rispettati in larga misura. Di conseguenza, l'impatto delle antenne di cui è prevista l'installazione presso la stazione NRTF può essere considerato separatamente da quello delle antenne attualmente in funzione.”. Per quanto riguarda le antenne del sistema MUOS, l'Istituto Superiore di Sanità concludeva che “nella regione di campo vicino, al di fuori di cilindri coassiali con le antenne paraboliche, con base di diametro quadruplo rispetto alle aperture delle parabole stesse, i livelli di campo elettromagnetico sono almeno due ordini di grandezza inferiori al valore di attenzione previsto dalla normativa italiana come misura di cautela nei confronti degli ancora non accertati effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici. Non sono inoltre prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici, e anche nell'ipotesi poco probabile di un puntamento delle antenne paraboliche a livello del terreno, o comunque nella direzione di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi possano essere considerati trascurabili.”

Tuttavia, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, “la natura puramente teorica delle valutazioni qui riportate impone comunque la necessità di verifiche sperimentali successive alla messa in funzione delle antenne del sistema MUOS, qualora quest'ultime vengano effettivamente installate”. Tali conclusioni sono state oggetto di contestazione da parte di alcuni esperti che hanno effettuato altre stime di rischio.

Il MUOS a Niscemi è, come argomentato, uno dei quatto terminali terrestri all'interno di un programma gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America: una rete di mega antenne e satelliti per telecomunicazioni belliche. È un sistema per propagare e moltiplicare gli ordini di attacco convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare, ad uso esclusivo delle forze armate degli Stati Uniti d’America. Nei piani del Pentagono, entro la metà del secolo le Guerre saranno del tutto automatizzate. Decisioni, piani e ordini di attacco saranno esclusivamente demandati ai robot, ai computer, ai terminali terrestri e satellitari e ai droni.

L’ARPA regionale siciliana (Agenzia regionale protezione ambiente) ha effettuato una serie di rilevamenti sulle emissioni di onde elettromagnetiche generate dalla stazione e tali misurazioni hanno evidenziato il raggiungimento della soglia di attenzione indicata dalla legislazione italiana (legge numero 36 del 2001 e decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 luglio 2003) nel valore di 6 V/m (anche se tali misure sembrano essere falsate da «malfunzionamento dei dispositivi di monitoraggio» come affermato dall’ISPRA nella relazione del 24 marzo 2014 consegnata in occasione dell’audizione effettuata in Senato). I predetti valori, pur essendo fissati per legge, sono solo convenzionali e non escludono di per sè la possibilità di un danno alla salute delle popolazioni; l’azione investigativa dell’ARPA risulta, comunque, non esaustiva a causa della mancanza di dati certi, in quanto le informazioni tecniche sugli impianti e sullo stesso sistema MUOS sono in parte coperti da segreto militare; il principio di precauzione impone di valutare le possibili alternative, una volta che si sia deciso che l’attività debba necessariamente essere messa in atto, allorquando vi sia anche solo un rischio teorico o un allarme sociale.

Nonostante il ricorso del Ministero della difesa sia stato respinto dal Tar Sicilia, a causa della mancanza di un referto che indichi la sicurezza del MUOS per la salute dei cittadini, il 24 luglio 2013 il governatore della Regione siciliana ha annullato la revoca dell’autorizzazione precedentemente disposta, alla luce dello studio dell’Istituto superiore di sanità, che ha stabilito che la realizzazione dell’impianto non crea alcun danno alla salute dei cittadini, adducendo anche il motivo di non incorrere in una penale di 25.000 euro circa al giorno chiesta dagli Stati Uniti d’America. In data 5 settembre 2013 è stato presentato dall’Istituto superiore di sanità (ISS) lo studio sul MUOS, realizzato in collaborazione con l’OMS e l’ISPRA, richiesto dal Ministero della salute, le cui conclusioni invitano ad una «particolare attenzione e cautela» e alla realizzazione di un «sistema di sorveglianza epidemiologica dello stato di salute delle persone residenti a Niscemi» al fine di «poter rilevare eventuali variazioni di frequenza di patologie e di fornire dati tempestivi alla popolazione residente». Lo studio sulla valutazione delle esposizioni della popolazione ai campi elettromagnetici collegati all’installazione delle nuove antenne individua i bambini come categoria più a rischio specificando che la «presenza nella popolazione di Niscemi di una componente giovanile più accentuata che nell’intera regione richiede una particolare attenzione e cautela». Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, «c’e` un’evidenza diretta che i bambini sono più suscettibili degli adulti ad almeno alcuni cancerogeni, incluse alcune sostanze chimiche e varie forme di radiazioni». La relazione elaborata dagli esperti della Regione siciliana, dottor Mario Palermo e professor Massimo Zucchetti, che hanno espresso un loro parere sulle conclusioni della relazione del gruppo di lavoro dell’ISS per quanto riguarda gli aspetti di impatto elettromagnetico, sottolinea, infatti, che «stante i risultati delle indagini e valutazioni ISS, ISPRA e ARPAS, (...) per quanto riguarda (...) le altre fonti inquinanti, e stante i risultati sull’inquinamento chimico e sul profilo di salute dei niscemesi – che mettono in evidenza correttamente molte criticita` – gli scriventi ritengono che la costruzione del MUOS ricada in un contesto di grave inquinamento ambientale in fase di bonifica, che non può  e non deve ulteriormente essere inquinato con altre installazioni. Per quanto riguarda il profilo di salute della popolazione di Niscemi, considerando la situazione sanitaria complessivamente non positiva che emerge, con un numero elevato di fattori oncogeni e patogeni simultaneamente presenti, sarebbe necessaria un’azione di attento monitoraggio e di ulteriore indagine». L’installazione di una rete di rilevazione era già prevista dal protocollo d’intesa tra il Ministero della difesa e la Regione siciliana del giugno 2011. Il protocollo d’intesa tra il Ministero della difesa e la Regione siciliana del 1º giugno 2011  prevedeva, tra gli altri, i seguenti impegni disattesi da parte del Ministero della difesa: – riduzione delle emissioni a radiofrequenza grazie all’installazione di un sistema di trasmissione interrato a fibre ottiche, per mitigare l’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparati di trasmissione già esistenti; – fornire la strumentazione necessaria all’installazione di un sistema di monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici, da integrare nella rete regionale di monitoraggio dell’ARPA Sicilia, che ne curerà  la gestione e l’elaborazione dei dati, i quali saranno resi sempre disponibili all’amministrazione comunale di Niscemi; – la rimozione tempestiva delle antenne in disuso, privilegiando tecnologie di trasmissione alternative ed innovative e tali da ridurre i consumi energetici e le emissioni; a prevedere adeguate misure di compensazione qualora venissero accertati danni materiali e immateriali alla popolazione locale riconducibili oggettivamente al MUOS; a prevedere l’immediata interruzione del sistema laddove dal monitoraggio emergessero risultati nocivi per la popolazione, come previsto dall’accordo del 2011; a valutare l’opportunità che le attività di controllo e di prevenzione del rischio ambientale e sanitario nell’area di Niscemi vengano svolte anche mediante l’impiego del locale distaccamento dei volontari dei Vigili del fuoco, con una copertura dei relativi servizi sulle ventiquattro ore, e che i costi per la realizzazione di tali servizi siano posti, nell’ambito di un apposito atto convenzionale, a carico del soggetto responsabile della gestione amministrativa della centrale di radiotrasmissione in cui è ubicato il MUOS; a presentare annualmente al Parlamento una relazione sintetica, ma esaustiva, delle azioni realizzate e del percorso compiuto in adempimento di quanto previsto dalla presente risoluzione. Tutte queste prescrizioni, grazie alle inottemperanze istituzionali, sono ancora lettera morta.

 

Riferimenti:

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Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, 2012.

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