foto Gilan |
Ogni mattina mi sveglio all'alba: è così da quando ho perso mia moglie per uno spietato cancro fulminante. Fino a qualche tempo fa credevo di essere un uomo felice, sapevo chi ero, cosa desideravo, quale sentiero impervio stavo percorrendo in un'esistenza non comune. Ora mi muovo come un cieco in una burrascosa tempesta di sabbia, attorniato dall'egoismo disumano dalla stupidità dilagante, ma anche sfiorato dalla bellezza naturale, dall'empatia umana, dalla poesia del vivere. Non ho la più pallida idea di cosa voglio, se non amare, scrivere, fotografare, cercare il senso della vita. Eppure, una certezza me la sono guadagnata sul campo: la felicità non c'entra niente con quello che vuoi, perché la vita non è ciò che ti capita, ma la tenerezza di quel che conti di fare con ciò che ti succede, senza abbandonarsi alla rassegnazione.
Gilan
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