di Gianni Lannes
Dimenticati sulla via Emilia dalla Meloni che punta tutto sul ponte mafiosoni in Calabria e Sicilia. Nel bacino del Po esistono alcuni ponti costruiti nel passato che, per la necessità di continue manutenzioni, chiudono periodicamente per mesi o che, a causa dell'inadeguatezza delle strutture, chiudono per periodi anche molto lunghi, a scopo precauzionale, interrompendo collegamenti importanti sul territorio e sottoponendo i cittadini a non pochi disagi e code di traffico, insostenibili sui pochi ponti restanti aperti.
Dalla ricognizione riportata nel decreto ministeriale numero 1 del 2020 risultano essere 183 su 255 i ponti con degrado strutturale alto, 42 i ponti con limitazione di portata, 5 con limitazione del traffico, 4 chiusi totalmente e altri interessati da lavori di manutenzione.
Alcuni ponti, inoltre, sono ormai chiusi perennemente al traffico pesante, in quanto, anche dopo i lavori di ristrutturazione, non sopportano carichi eccessivi o le strutture e le dimensioni sono tali da rendere impossibile l'applicazione delle nuove norme di sicurezza.
Il ponte tra i comuni di S. Benedetto Po e Bagnolo S. Vito, in provincia di Mantova, rappresenta un'infrastruttura viaria di importanza cruciale per il sistema dei collegamenti e della mobilità nei territori lombardo-emiliani; tuttavia, i lavori per la sua realizzazione sono in corso da anni e non è ancora chiara la data di ultimazione. L'attuale ponte fu realizzato a metà degli anni '60 in sostituzione del precedente; da allora ha subito numerose ristrutturazioni. Il sisma del 2012 ha indebolito irrimediabilmente la struttura ed è stato inevitabile il nuovo blocco del traffico pesante, regolato tramite strettoie agli accessi; queste limitazioni sono tuttora presenti.
Nel settembre 2013 sono iniziati gli studi del progetto per il nuovo ponte per la parte in alveo e ad aprile 2017 è avvenuta la consegna del cantiere all'appaltatore; con la fine dei lavori prevista per inizio 2019. Ad oggi però il ponte è realizzato solo parzialmente in posizione "provvisoria", perché la gara d'appalto prevedeva il rifacimento della sola parte in alveo, pur essendo anche la parte in golena deteriorata. Ci si trova quindi davanti al rischio di indizione di una nuova gara, che comporterebbe un aggravio di quattro-cinque anni minimi necessari per finire l'opera. Inoltre gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione comporterà un ulteriore incremento del quadro economico complessivo dell'opera.
Nella stessa provincia anche il ponte tra Ostiglia e Revere, infrastruttura di carattere strategico in parte ferroviaria sulla linea Bologna-Verona e in parte stradale sulla strada statale 12, attende ormai da diversi anni lo sblocco della progettazione e lo stanziamento delle risorse.
Il comma 891 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145), ha istituito un fondo nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni, dal 2018 al 2023, da utilizzare da parte delle città metropolitane, delle province territorialmente competenti e dell'ANAS S.p.A., per la messa in sicurezza dei ponti esistenti e per la realizzazione di nuovi ponti nel bacino del Po in sostituzione di quelli esistenti con problemi strutturali di sicurezza.
Attraverso il Po, in particolare sulle strade statali, passa buona parte delle merci italiane esportate e importate, che determinano il 60 per cento del prodotto interno lordo italiano e riguardano una parte significativa dell'export e import nazionale; i veicoli che transitano quotidianamente sui ventitré ponti principali del Po, di cui quattro autostradali, sono più di quattrocentomila, con oltre settantamila mezzi pesanti.
Il ponte della Becca a Pavia, ad esempio, dal 2010 è interdetto ai mezzi pesanti ed è oggetto di frequenti manutenzioni ed interventi di messa in sicurezza che spesso portano alla chiusura totale del traffico per diversi giorni all'anno. La strada su cui insiste il ponte è ormai di competenza Anas ed è necessaria la costruzione di una nuova infrastruttura, per la quale è già stato finanziato il progetto preliminare ed è necessario l'inserimento delle spese connesse alle fasi successive nell'aggiornamento del Cdp Anas.
Il ponte di Casalmaggiore, fra le province di Cremona e Parma ma con rilevanza strategica anche per il transito verso la provincia di Mantova, ha visto un'interruzione totale al transito fra il 7 settembre 2017 e il 5 giugno 2019 per degrado dell'impalcato ed è stato sottoposto a lavori di «cerchiaggio»; ancora si attende di sapere chi costruirà il nuovo ponte.
Il ponte di Viadana-Boretto, fra le province di Mantova-Reggio Emilia e che risulta essere destinato al passaggio ad Anas, è stato oggetto di lavori di manutenzione nel 2019 che hanno comportato una prolungata chiusura fino al mese di giugno 2019.
Per il ponte di Guastalla-Dosolo risulta essere in corso la progettazione esecutiva riguardante interventi di riqualificazione e messa in sicurezza.
Il ponte di Borgoforte (Mantova), costruito nei primi anni '60, presenta ormai uno stato di degrado avanzato; è stato oggetto di un intervento di rinforzo strutturale delle tre pile in alveo, ma il degrado avanzato e generalizzato del calcestruzzo induce a ritenere urgente un intervento di manutenzione straordinaria e di consolidamento statico sulle 41 pile e 40 campate in golena (travi, mensole, pilastri, appoggi) nonché sugli elementi secondari quali parapetti, marciapiedi, pavimentazione.
Sul ponte di San Benedetto Po (Mantova) il traffico pesante è interrotto dal 2012 e fu presentata segnalazione ad Anac per la gara che si concluse con l'assegnazione dell'esecuzione dei lavori ad una società extraregionale, che assegnò in subappalto buona parte dei lavori a un'azienda locale poi interdetta dalla white list antimafia; si attende la costruzione del by-pass temporaneo per congiungere il nuovo ponte alla terraferma, nonché la nuova gara di appalto per la costruzione del tratto di ponte in golena.
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