27.5.23

IL GOVERNO MELONI AFFONDA VENEZIA?

 

foto Gilan


di Gianni Lannes

Ancora cemento armato: il solito sperpero di denaro pubblico e i conseguenti danni ambientali nella laguna di Venezia. Ecco i fatti documentati. Il 5 marzo 2021 il Direttore generale della direzione valutazioni ambientali decretava l'assoggettamento alla procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto denominato «Interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del canale Malamocco Marghera-Opere di protezione delle Casse di Colmata» (proponente il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Provveditorato interregionale per le OOPP del Veneto-Trentino-Alto Adige-Friuli-Venezia Giulia), ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 152 del 2006, considerato al riguardo il parere della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale – VIA VAS n. 171 del 15 febbraio 2021.

In data 23 novembre 2021 detto progetto è stato approvato a maggioranza dalla Commissione per la cosiddetta “salvaguardia di Venezia”; ad esprimere un motivato parere contrario è stato soltanto l'ingegner Antonio Rusconi, che ha evidenziato l'anomala assenza della Via, mentre i rappresentanti del MASE, del MIC e della Città metropolitana di Venezia si sono astenuti.

L'esigenza della previa procedura di Via – prescritta nel parere vincolante della Commissione di salvaguardia in merito al progetto Canale S. Leonardo-Marghera del 18 dicembre 2003 – era stata segnalata dal professor Stefano Boato alla Segreteria della Commissione.

Il progetto, nelle modalità previste dal citato parere del 23 novembre 2021, non veniva comunque avviato a realizzazione; comunque il 21 dicembre 2022 l'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale avviava ad esecuzione mediante bando di gara, un «nuovo» progetto che, sebbene con le medesime caratteristiche del precedente, recava la seguente diversa titolazione: «Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del canale Malamocco tratto San Leonardo Fusina – interventi di protezione dall'erosione marina delle casse di colmata, lato laguna viva», del quale si evidenziano le seguenti criticità progettuali:

a) il marginamento delle casse di colmata è previsto in chilometri di scogliere lineari realizzate in pietrame di grandi dimensioni, tipologia non prevista da PALAV e già denegata dal voto della Commissione per la salvaguardia di Venezia del 18 dicembre 2003 che prescrive piuttosto le morfologie di tipo «lagunare» per evitare l'effetto erosivo delle onde prodotte dalla navigazione delle navi;

b) la compromissione che detto marginamento reca alle azioni di ripristino dell'ambiente naturale e floro-faunistico già eseguite nelle casse di colmata;

c) la previsione di scaricare i fanghi di scavo dei canali sopra le casse di colmata. Si segnala altresì quanto segue:

a) l'intervento è finanziato con fondi PNRR e ha una rilevante dimensione economica (euro 19.504.459);

b) l'intervento non si limita a prevedere la realizzazione di opere di mera manutenzione e ripristino, ma la realizzazione di nuove opere di consolidamento della sponda ovest e, presumibilmente, della sponda est;

c) l'intervento comprometterebbe stabilmente i siti ed i paesaggi interessati, concretizzando assai probabilmente un irrigidimento che impedirebbe la prosecuzione dell'attuazione della normativa vigente che prevede «il ripristino naturalistico e florofaunistico» già in parte attuato per anni dallo Stato (Magistrato alle Acque) e ancora in itinere;

d) in base all'articolo 2 del decreto-legge n. 103 del 2021 gli interventi di «manutenzione dei canali esistenti» di navigazione portuale sono affidati alla competenza del Commissario straordinario per la realizzazione di approdi temporanei e di interventi complementari per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna e devono essere effettuati «previa valutazione di impatto ambientale, secondo quanto previsto dalla vigente normativa in materia, e garantendone la coerenza con le indicazioni del Piano morfologico e ambientale della Laguna, e successivi aggiornamenti»;

e) la mancata approvazione dell'aggiornamento del Piano morfologico della laguna rende necessaria la verifica della coerenza di qualsiasi intervento con il tuttora vigente Piano Morfologico approvato con i decreti del Presidente del Magistrato alle Acque di Venezia del 24 febbraio 1993 e del 28 febbraio 1994;

f) la Commissione europea, nell'ambito della Procedura di infrazione Pilot 9722 (2020), ha richiesto all'Italia particolari informazioni relative a possibili violazioni alla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE in merito ai «progetti del Porto di Venezia per rafforzare il principale canale di navigazione attraverso la laguna con barriere rigide che modificherebbero irrimediabilmente la morfologia della laguna»; a tal proposito va evidenziato che il vigente Piano di gestione delle acque, per la parte relativa alla laguna di Venezia, non prevede alcuna misura riguardante il marginamento delle casse di colmata.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=venezia


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