17.11.21

COVIDIOTISMO DI MASSA!

 

Lucera (13 novembre 2021) - foto Gilan
 

di Gianni Lannes


In Italia: emergenza surrogata e prigionia infinita. Tanti corrono a farsi iniettare nell'organismo, come fantocci telecomandati, la terza dose di veleno (che ha già mietuto oltre 30 mila vittime nella sola Unione europea e danneggiato la salute di 3 milioni di persone, secondo i dati ufficiali di EudraVigilance) spacciata per una panacea, mentre i mafiosi in doppiopetto al potere - per conto terzi - si accingono a far marchiare anche i bambini di 5 anni, nonché a imprigionare i tanti recalcitranti alla siringa multinazionale. Oggi in regime di nuovo totalitarismo non c'è analfabeta funzionale (televirologo o sierovelina) che non si senta tenuto ad ammorbare il prossimo con una lectio magistralis sulla parola d'ordine corrente (covid), stabilita e imposta dal sistema di dominio mondiale, mediante una pandemia inventata a tavolino, e sulla necessità di farsi inoculare a tutti i costi sieri sperimentali (alquanto letali) spacciati per vaccini.

Alla stupidità dilagante di un virus orchestrato da chi comanda e pompato dai mass media, si oppone almeno la letteratura. La peste scarlatta di Jack London (pubblicato nel 1912) immaginava ai giorni nostri una pandemia tale da resettare il genere umano. Illuminante è la citazione del romanzo La peste di Camus, dove il contagio biologico vale come metafora di un ben piu' complesso degrado politico. La storia ritorna sui suoi passi e così si respira il medesimo clima di insensatezza generale del passato Novecento.

A proposito di contagio dei non vaccinati. E se vogliamo ricordare quanto è spregevole la caccia all'untore (presunto), allora perché non riportare alla luce la relazione di Edmondo De Amicis sull'epidemia del 1867, con quella drammatica descrizione del tentato linciaggio di un soldato, all'insegna di “Dove lo tieni il veleno?...”? Oppure, ancora piu' calzante, potremmo finalmente riscoprire in tanti un gioiello come Quelli del colera di Giovanni Verga: un testo sorprendente, violentissimo e di inaudita attualità, in cui si narra l'accanirsi di un intero paese contro un baraccone di attori girovaghi, linciati perché ritenuti portatori del contagio. Quell'immagine del capocomico che “col sangue giu' per la faccia, i capelli irti gli occhi fuori della testa” tenta di salvare dalle fiamme i suoi burattini e costumi di scena, rappresenta un fotogramma di lucidissima forza narrativa, e al tempo stesso racconta fino a che punto possa spingersi la paura di un male invisibile e infido che infetta l'animo ben piu' del corpo.

La salute non puo' essere appannaggio di una certificazione colorata (greenpass) che non è supportata dall'evidenza scientifica, bensì dalle falsificazioni delle autorità, dai ministeri governativi eterodiretti dalla speculazione finanziaria, un crimine contro l'umanità sorretto addirittura da un codice a barre o da un'applicazione scaricabile sul telefono portatile.

Il totalitarismo che sempre necessità delle informazioni piu' intime dell'individuo per esercitare la sorveglianza e il controllo, da sempre combacia con il fanatismo piu' bieco anche delle vittime. Sotto la tecnocrazia eugenetica non c'è immunità naturale dalla stupidità di gregge. E allora separare la realtà dalle menzogne di chi comanda (sia pure per conto terzi) e lottare ogni giorno per la verità, è un lavoro impegnativo e a tempo pieno che da' linfa alla vita. La libertà è un tesoro universale che nessuno può alienare, neanche il male. La vita non si arrende mai, neanche sotto la peggiore dittatura.

Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco Edizioni, Modena, 2012.

 https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vaccini 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=green+pass

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