Cavo d'acciaio tranciato della rete da pesca: Rita Evelin |
Peschereccio Rita Evelin: affondato il 26 ottobre 2006 |
di Gianni Lannes
Non solo la funivia del Cermis (20 vittime civili). Sul peschereccio Rita Evelin trascinato sul fondo dell'Adriatico il 26 ottobre 2006, a tutt'oggi dalle autorità solo un mare di menzogne, muri di gomma e insabbiamenti (la Direzione Marittima di Ancona seguita a negare l'accesso agli atti, alla stregua del Tribunale di Ascoli Piceno col pretesto dell'amianto in archivio). Francesco Annibali, Luigi Luchetti e Ounis Gasmi sono stati assassinati, ma questa tragedia non ha ancora un responsabile. La barca di Nicola Guidi (che ha intascato un congruo indennizzo assicurativo, ha propinato evidenti contraddizioni e non parla) non è mai stata recuperata e giace sul fondale a 76 metri di profondità, al largo di Porto San Giorgio. La Procura della Repubblica di Fermo (procuratore capo Piero Baschieri) e la Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto (capitano di fregata Luigi Forner) non hanno svolto indagini per individuare i responsabili di questa strage per cui hanno perso la vita tre lavoratori del mare.
Queste le parole ufficiali dell'ammiraglio di squadra Paolo La Rosa (all'epoca capo di Stato Maggiore della Marina Militare), pronunciate il 13 dicembre 2006 durante un'audizione parlamentare:
“Come sapete, nel Mediterraneo operano permanentemente formazioni navali NATO, in particolare due, una che svolge sorveglianza e controllo del traffico navale di superficie, l’altra che svolge una funzione di contromisure mine: vi sono, quindi, due formazioni standing, sempre fisse nel Mediterraneo, alle quali partecipiamo con nostre navi”.
Dalle immagini e dai filmati subacquei si evince che il motopesca Rita Evelin è stato agganciato e sprofondato a morire. Non è stato un incidente. L'unità militare investitrice non si è fermata a prestare soccorso. Uno dei cavi d'acciaio di sostegno della rete a strascico risulta tranciato di netto ed è ben visibile. Eppure questo elemento di prova non è mai stato preso in considerazione da tecnici, magistrati, ufficiali della capitaneria e avvocati. Nessuno ha mai indagato sulle attività di guerra in tempo di pace della Nato in Italia e sulle loro tragiche conseguenze. Il minimo dovuto alle vittime a bordo del Rita Evelin è riaprire il processo penale con una rogatoria internazionale che illumini le disumane responsabilità. Quando non vi è giustizia, occorre almeno far emergere la verità.
Riferimenti:
https://leg15.camera.it/_dati/lavori/stencomm/04/indag/militari/2006/1213/INTERO.pdf
https://leg15.camera.it/_dati/leg15/lavori/stencomm/04/indag/militari/2006/1213/s010.htm
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/12/una-strage-di-pescatori-e-il-muro-di.html
https://www.lameridiana.it/nato-colpito-e-affondato.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cermis
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