Italia - foto Gilan |
La manipolazione virale del clima: la data fatidica è il 2025. Mentre velivoli a bassa quota in palese violazione della Convenzione Enmod dell'ONU (che vieta le mutazioni climatiche indotte) irrorano gran parte della superficie terrestre, soprattutto in Europa va in scena la nuova parola d'ordine del sistema di dominio che va dagli USA in Vaticano (dove adesso è obbligatorio il green pass per entrare).
«L'emergenza climatica è come la pandemia». Le due questioni sono intrecciate, perché servono a mantenere uno stato d'emergenza inventato di sana pianta - senza giustificazione - che sostituisce la democrazia incompiuta con la tecnocrazia imperante.
«È vero che stiamo ancora lottando contro la pandemia, ma questa è un'emergenza di uguale entità e non dobbiamo assolutamente ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici» ha sbottato Mario Draghi al vertice sul Clima nell’Assemblea generale dell’ONU. Anche, l’Osservatore Romano, nell’edizione del 21 settembre, si è fatto megafono dell’allarmismo facendo proprio il messaggio con un titolo a caratteri cubitali in prima pagina: L’emergenza climatica è come la pandemia
Questo connubio ideologico tra clima e pandemia non è casuale. Tutto serve a mantenere il falso stato di emergenza. In questa prospettiva la pandemia è un’occasione per rendere ancora più concreto e stringente lo stato d’emergenza, con tanto di sospensione delle libertà individuali e delle garanzie democratiche e cpnsolidare la transizione transumanista all'eugenetica totalitaria. Questo a sua volta faciliterà il perpetuare le misure costrittive anche per la presunta emergenza climatica. Probabilmente non è un caso che il lasciapassare di cui tanto si parla di questi tempi sia stato chiamato Green Pass, lasciapassare verde.
Una volta accettata l’idea del Green Pass, non è remoto il momento in cui sarà allargato ai comportamenti ecologici. Il perenne stato d’emergenza inoltre genera almeno due conseguenze. La prima è la fine della democrazia. Non si tratta di un effetto collaterale, ma di un obiettivo esplicitamente voluto. Infatti, in un rapporto del Club di Roma, risalente al 1991, intitolato The First Global Revolution (La Prima rivoluzione globale), scritto: «La democrazia non è una panacea. (…) per quanto possa suonare sacrilego, la democrazia non è più appropriata per gli obiettivi che abbiamo davanti. La complessità e la natura tecnica di molti dei problemi di oggi non sempre permettono a rappresentanti eletti di prendere decisioni corrette al momento giusto». La direzione è quella di una governance mondiale tecnocratica capace di affrontare “scientificamente” le emergenze globali (o che vengono presentate come tali). Guardando a come i media ci presentano la pandemia e i cambiamenti climatici non ci sono dubbi al riguardo.La seconda conseguenza è la crescente invadenza dello Stato in ogni ambito della vita umana. La sussidiarietà, l’iniziativa personale sono bandite, tutto dipende dalle decisioni del governo. Chi sostiene che il 31 dicembre 2021 segnerà finalmente in Italia la fine dello stato di emergenza è un illuso.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=enmod
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
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