31.8.21

REGIME VIRALE!

 

foto Gilan

di Gianni Lannes

La banalità del male, sovente ritorna, come se gli esseri umani non avessero appreso la tragica lezione della storia contemporanea. Masse di individui trattati nel 2021 come codici a barre, alla stregua di cavie ricattate. La discriminazione sociale che oggi colpisce coloro che non vogliono farsi marchiare dal siero sperimentale, propagandato da multinazionali del crimine, politicanti covidioti, medici ignoranti o venduti, esperti di regime e lacchè dell'informazione pilotata, ed ottenere così il lasciapassare “sanitario”, è comparabile a quella che nel 1938 fu realizzata in Italia mediante le leggi razziali contro gli ebrei.

Nella propaganda razziale nazista era comune l’accusa mossa agli “ebrei” di diffondere la febbre tifoide. Segregarli era presentato in primo luogo come una misura di sanità pubblica. Molti medici tedeschi accettarono le leggi di Norimberga del 1935 (il presupposto ideologico delle leggi razziali italiane del 1938). Ora, alla luce dei tragici eventi in corso sulla falsariga di una pandemia elaborata a tavolino, non si può ignorare il ruolo della comunità biomedica nella creazione del clima culturale e politico che permise violazioni dei diritti umani.

Vera Sharav, non solo è sé sopravvissuta alla barbarie di un campo di concentramento nazista, ma si occupa dell’etica degli esperimenti su umani. Ecco che cosa ha detto in un’intervista del marzo 2021: «Il sistema nazista distrusse la coscienza sociale in nome della salute pubblica, e le violazioni su individui e classi di esseri umani furono istituzionalizzate. […] La propaganda nazista usò la paura di epidemie infettive per demonizzare gli ebrei in quanto diffusori di malanni e minaccia per la salute pubblica, questa è un marchio dell’antisemitismo […] Paura e propaganda furono le armi psicologiche, che i nazisti usarono per imporre un regime genocida. E oggi la gente sta cominciando a capire perché il popolo tedesco non si sollevò, era la paura a trattenerli dal fare la cosa giusta. Le imposizioni mediche di oggi sono un grosso passo indietro verso la dittatura fascista e il genocidio.».

L'eterodiretta politica dei governi Conte e Draghi ha adottato questa impostazione: fingere di privilegiare la «salute fisica del popolo» sopra ogni altro interesse, ma in realtà danneggiando gli italiani anche sotto ogni profilo, a partire da quello della salute psico-fisica.

Da numerosi anni, soprattutto nella forma più drammatica nell’ultimo lustro, a s-governare l’Italia ci sono personaggi eterodiretti il cui operato è palesemente estraneo alla Costituzione repubblicana. Fantocci che da un anno e mezzo hanno ingigantito a dismisura un’emergenza sanitaria, largamente frutto delle irresponsabili e dannose politiche sanitari e e ambientali del ventennio precedente, per opprimere la popolazione e calpestarne i diritti.

L'articolo 32 della Costituzione italiana parla chiaro: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.». È evidente che l’interesse della collettività è qui invocato a giustificare la garanzia di «cure gratuite agli indigenti», e viene comunque dopo il «fondamentale diritto dell’individuo», che è di preservare la propria salute – e anche questo, sebbene fondamentale, non è scritto che vada garantito a ogni costo. Anzi, è precisato che una legge che imponga l’obbligo di un trattamento sanitario, anche supposto efficace, non dovrà «in nessun caso», violare «i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Come si definiscono «i limiti imposti dal rispetto della persona umana»? A farlo sono i trattati internazionali sottoscritti dall'Italia in virtù dell'articolo. 10: «L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.» In questo caso ciò si applica, in particolare, alla Convenzione di Oviedo del 1997 e alla Carta dei Diritti Fondamentali della Unione Europea, risalente all'anno 2000. La prima dichiara: «Un intervento nel campo della salute può essere eseguito solo dopo che la persona interessata ha dato ad esso un consenso libero e informato. Questa persona dovrà ricevere anticipatamente informazione appropriata sullo scopo e la natura dell'intervento come sulle sue conseguenze e rischi. La persona interessata può liberamente ritirare il consenso in qualsiasi momento.». La seconda, all’articolo 3, (“Diritto dell'integrità della persona”) recita: «1. Ognuno ha diritto alla sua integrità fisica e mentale. 2. Nei campi della medicina e della biologia deve essere in particolare rispettato quanto segue: – il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le procedure fissate dalla legge;». Dato che in caso di contrasto tra legge internazionale e legge nazionale è la prima a prevalere, è evidente che un decreto legge che contraddice il principio del consenso libero e informato è automaticamente nullo, per quella parte in cui lo contraddice e per tutto ciò che ne dipende. Ma c’è di più. Non solo i trattati internazionali suddetti, ma anche un più specifico regolamento europeo: il "Regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021", è in palese contraddizione con la suddetta decretazione.

Nel mese di agosto del 1931 il governo in carica in Italia chiese ai docenti universitari di giurare fedeltà al fascismo. A rifiutarsi furono in12 su circa 1250. Nel 1938 il regime fascista emanò le leggi razziali. Era una specie di “passaporto razziale”, senza il quale, per esempio, si perdeva il posto nel pubblico impiego, come adesso con il Green Pass. In Italia ci troviamo in queste settimane davanti a un nuovo giro di vite autoritario – nello stile tipico dei governi con finalità eversive, che emanano leggi in violazione di diritti civili e del lavoro nel momento più opportuno a creare un fatto compiuto. Avendo documentato ampiamente e in dettaglio, fin dall’inizio del 2020, le ragioni per ritenere insostenibile la versione ufficiale circa l’epidemia SarS CoV-2 in Italia e nel mondo, e criminali molte delle principali scelte delle autorità di governo che su di essa si sono basate, non occorre che qui mi dilunghi. In sintesi, è in corso una delle più grandi e pericolose truffe pseudoscientifiche mai perpetrate su scala mondiale, da una classe dirigente in complicità con membri della comunità medica immersi in conflitti d’interesse e di dubbia competenza. Questa truffa criminale è culminata in una campagna vaccinale irrazionalista e manipolatrice, condotta con disprezzo della libertà di coscienza e dei dati di fatto. Una pagina nera è stata la conferenza stampa del 22 luglio di Mario Draghi, che già aveva mostrato la sua sconcertante incompetenza in fatto di covid-19 nel discorso in cui, il 17 febbraio 2021, chiese la fiducia al suo governo telecomandato.

Il “passaporto razziale” (Green Pass), con cui stavolta si vogliono, in contrasto con il diritto universale alla libertà, le convenzioni internazionali sui diritti del malato e con la stessa legislazione europea, forzare quante più persone è possibile a vaccinarsi contro il nuovo coronavirus (peraltro mai identificato ed isolato, di cui si ignora vettore, letalità e modalità di trasmissione), in un clima di ostruzionismo circa le statistiche sulle reazioni avverse e i veri rischi di presunti “vaccini” che non sono mai stati approvati, ma solo autorizzati in forma condizionale per un limitato periodo temporale.

Il decreto-legge numero 105 del 23 luglio 2021 istituisce un certificato (“Certificazione verde” o “Green Pass”) da cui risulti che un cittadino verifichi una delle seguenti condizioni: 1) si è vaccinato contro il covid-19 (validità: 9 mesi); oppure 2) è guarito dal covid-19 (validità: 6 mesi); oppure 3) si è sottoposto a tampone con esito negativo (validità: 48 ore).

Il carattere persecutorio del DL 105/2011 è manifesto anche dall’inclusione come aree vietate senza Green Pass dei musei, istituti culturali e mostre, che con le misure messe in atto finora non si erano mai rivelati una fonte di nuovi focolai. Ancora più assurda è la richiesta del Green Pass per partecipare ai concorsi pubblici – anche per impieghi che non comportino alcun significativo contatto con il pubblico. La lettera aperta del direttore del Museo Cappella Sansevero di Napoli, Fabrizio Masucci, a proposito dell’imposizione del Green Pass per l’accesso ai musei, con cui lo stesso ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico: «rilevazioni statistiche e ricerche scientifiche […] giungono alla conclusione che di tutti i principali luoghi al chiuso aperti al pubblico – assodato che si osservino alcune basilari misure di sicurezza – i musei sono quelli in cui sussiste il minore rischio di contagio.» E allora come mai si è deciso di imporre il GP per i musei? «[…] l’obbligo di richiedere l’esibizione del green pass per l’accesso ai musei non è legato a valutazioni di carattere epidemiologico specificamente riferite ai contesti museali, ma è stato considerato esclusivamente uno strumento utile, fra tantissimi altri, allo scopo dichiarato – in sede di conferenza stampa di presentazione, lo scorso 22 luglio, del DL n. 105 – di ottenere più numerose adesioni alla campagna vaccinale. Senza assolutamente entrare nel merito dello scopo che ha inteso prefiggersi il Governo, e non avendo ovviamente pregiudizi di sorta nei confronti dei vaccini, obietto tuttavia che i musei non debbano e non possano essere strumentalizzati – nel senso letterale di “usati come strumento” – per ottenere qualsivoglia scopo estraneo alle loro naturali finalità, specie quando tale strumentalizzazione contribuisca inevitabilmente a compromettere, invece che favorire, la coesione sociale, in aperto contrasto con una delle più intrinseche missioni di un museo.»

In seguito il DL 105/2021 è stato supplementato dal DL 111 del 6 agosto 2021 dove si legge: «ART. 9-ter (Impiego delle certificazioni verdi COVID-19 in ambito scolastico e universitario) 1. Dal 1° settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione, tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario, nonché gli studenti universitari, devono possedere e sono tenuti a esibire la certificazione verde COVID-19 di cui all’articolo 9, comma 2. 2. Il mancato rispetto delle disposizioni di cui al comma 1 da parte del personale scolastico e di quello universitario è considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato.».

Perché l’obbligo del Green Pass sia stato applicato, oltre che al personale sanitario (addirittura – altro abuso di potere – obbligato dal 10 aprile 2021 alla vaccinazione con il DL 44/2021), anche a quello delle scuole di ogni ordine e grado. Su questa falsariga l’obbligo per la stessa ragione riguarderebbe molte altre categorie, e in particolare i parlamentari. Quando l’ovvia obiezione è stata fatta notare al sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, il 23 luglio, ecco qual è stata la sua risposta: «Non ho dubbi che gli onorevoli dovrebbero essere tutti vaccinati, ma il Parlamento è un luogo di lavoro, come tale non ha obbligo di green pass. Non metterei obbligo vaccinale nelle aziende». Quindi adesso – finalmente – i docenti di ogni ordine e grado sono stati informati dal governo che la scuola e l’università non sono luoghi di lavoro. I sindacati della scuola dovrebbero invitare tutti i lavoratori dell’istruzione e della ricerca a rifiutare il Green Pass per protesta contro questa offesa alla loro dignità.

Infine, non esistono prove scientifiche, sanitarie o mediche che essere vaccinati contro il Sars CoV-2 diminuisca il rischio di trasmissione del covid-19. Non ci sono prove che essere vaccinati abbia un effetto protettivo più durevole che essere guariti dal novello coronavirus; anzi ci sono prove del contrario: eppure il DL attribuisce al Green Pass una validità di 6 mesi nel secondo caso e di 9 mesi nel primo. E non ci sono prove che un tampone negativo entro le precedenti 48 ore significhi che non si sia infetti e contagiosi. Di fatto anche l’OMS ha avvertito più volte che i tamponi possono essere considerati solo come «un ausilio per una diagnosi», e che «gli operatori sanitari devono considerare qualsiasi risultato in combinazione con la tempistica del campionamento, il tipo di campione clinico, le osservazioni cliniche, la storia del paziente, lo stato confermato dei suoi contatti, e le informazioni epidemiologiche». Fare quindi di questa certificazione fasulla una “lasciapassare” per normali attività sociali significa abusare della medicina. È evidente che lo scopo del decreto non è attuare una qualsivoglia protezione delle comunità scolastiche, ma indurre gli anche gli appena maggiorenni a vaccinarsi – nonostante questi abbiano praticamente niente da guadagnare, e molto da rischiare, facendolo – e ricattare gli insegnanti, pena la perdita dello stipendio, perché si vaccinino. Come in precedenza per il personale sanitario, così sugli insegnanti si operano illecite pressioni affinché diano il proprio consenso “libero e informato” in condizioni che impediscono di darlo. Se un ricatto disciplinare, e in definitiva in soldoni, basta perché un medico accetti la violazione del suo corpo contro le sue convinzioni, perché il cittadino dovrebbe credere che nelle indicazioni terapeutiche che ne riceve il medico non stia agendo secondo la stessa logica di vantaggio privato? E che dire degli insegnanti che pretendono di coltivare nei loro studenti lo “spirito critico”, come possono essere credibili se, non essendo riusciti a resistere alle pressioni del governo, hanno tradito il proprio spirito critico? Come è noto, chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo.

Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco edizioni, Modena, 2012.

Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.

Gianni Lannes, VACCINI CAVIE CIVILI E MILITARU, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vaccini

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=draghi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=green+pass

2 commenti:

  1. Grazie per il tuo post. L'ho apprezzato. Adesso è segnalato. Continua a postare!
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  2. Grazie, come sempre articoli da condividere,più persone informate, più persone potenzialmente svegliate

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