di Gianni Lannes
Naturale? No artificiale. Più dei veleni chimici
irrorati a tutto spiano come il glifosato. C’è di peggio, ma nessuno ci ha
fatto caso: radiazioni e irradiazioni per indurre modificazioni genetiche non
dichiarate. I limiti di contaminazione
radioattiva degli alimenti sono considerati accettabili senza alcuna
limitazione temporale e la loro applicazione viene estesa alle situazioni di
crisi della gestione dei rifiuti delle centrali nucleari stesse. Il caso più
eclatante è quello del grano contaminato in seguito al disastro di Chernobyl
del 26 aprile 1986, oppure del frumento di “alta qualità” (secondo gli standard
industriali correnti) bombardato con cobalto 60, cesio 137 e raggi X in Canada
e Stati Uniti d’America. Si tratta di grano che per magia o miracolo diventa
pasta tricolore. Questioni di limiti biologici (pari a zero), ma non economici,
oppure di modificazioni molecolari indotte dalle radiazioni.
La normativa emanata dall’Agenzia Internazionale
per l’Energia Atomica (AIEA) non lascia dubbi. Infatti, secondo l’Agenzia per
la promozione del nucleare civile la logica non è più di tollerare per un
periodo limitato una dose di radioattività nel caso di incidente grave, ma di
autorizzare definitivamente la presenza di inquinanti radioattivi in tutti gli
elementi destinati al genere umano.
Il problema sorge quando si verificano i calcoli
tecnici: le dosi di rischio fissate dall’IAEA superano da 100 a 2000 volte la
soglia ritenuta accettabile dai tecnocrati internazionali. Non siamo più
nell’ambito della soglia di rischio irrilevante, ma bensì a livelli di pericolo
decisamente inaccettabili.
La frase del documento normativo secondo cui
l’assunzione di alimenti contaminati al di sotto del limite fissato non
rappresenta un rischio per un essere umano tralascia un dato fondamentale:
ossia è vero solo nel caso in cui questo alimento contaminato non rappresenti
più dello 0,1 per cento del totale dell’alimentazione della persona.
Ora bisogna sapere che questo 0,1% equivale a 10
grammi al giorno per un adulto e a meno di 2 grammi per un bambino. Un
sensibile dettaglio che fa tutta la differenza. E che differenza alla voce
effetti letali: malformazioni e morte.
Quando ci si rende conto che la nuova normativa
non prevede nessuna misura per garantire il rispetto di queste percentuali e
che i consumatori finali non possono distinguere il cibo in questione, si
comprende la perversità del sistema di potere dominante, al di sopra delle
nazioni non più sovrane.
Con il nome in codice di ALINORM 04/27/12 la
normativa è stato approvata dalla Commissione del Codex Alimentarius, una
struttura dipendente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla FAO. Un
particolare non trascurabile: è in vigore dall’anno 2005.
Nel frattempo, dopo anni di strana disattenzione
di esperti nessuno ha contrastato
l’Organizzazione Mondiale del Commercio, arrestando il passo al cibo
“legalmente inquinato” dalla contaminazione nucleare.
L’operazione di genocidio dell’umanità è iniziata
all’insaputa dell’opinione pubblica universale, su iniziativa dell’IAEA, un
organismo delle Nazioni Unite preposto al controllo del nucleare militare ed
alla promozione del nucleare civile. Nel 2002 questa agenzia
terroristico-mafiosa rivolse alla commissione del Codex Alimentarius una
domanda di revisione della normativa che regola il commercio di alimenti
contaminati da radiazioni. La commissione espresse parere favorevole alla
revisione (in peggio) ed incaricò la stessa AIEA della stesura di un nuovo
progetto di regole.
Risultato finale: tumore legalizzato a norma di
legge universale. Allora, che senso ha parlare di cura del cancro?
E così si continua a mangiare, respirare, bere e
vivere in condizioni che deliberatamente provocano il cancro, senza neanche
sfiorare le vere ragioni di queste patologie. Di più e peggio: le Autorità che
detengono il potere a livello planetario decretano per legge la morte del
genere umano.
riferimenti:
1. Rotem, T., Food Irradiation Revisited,
International Institute of
Concern for
Public Health, October 2004.
2. Food
Irradiation, Canada Food Inspection Agency, November 2002
3. Hauter, W.
and Worth, M., Zapped! Irradiation and the Death of
Food, Food and
Water Watch, 2008.
4. Food
Irradiation – A technique for preserving and improving the
safety of
food, WHO, Geneva, 1991.
5. Gamma
Irradiators for Radiation Processing, IAEAm /vuebbam
2005
6. Jenkins, P.
and Worth, M., Food Irradiation: A Gross
Failure,
Center for
Food Safety and Food and Water Watch, January 2006.
www.centerforfoodsafety.org
and www.foodandwaterwatch.org
7. Questions
& Answers About Irradiation-A technology for
protecting our
food supply, Minnesota Department of Health,
September 2007
8. Bertell,
R., Food Irradiation, International Institute of Concern for
public Health.
August 1988; Revised January 2003.
www.iicph.org/docs/food_irradiation.htm
9. Food
Irradiation, Food Safety Network, University of Guelph.
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