di Gianni Lannes
Mafia di Stati e multinazionali del crimine col pretesto
della scarsità di energia si apprestano a stuprare la Puglia. I consumi di gas
crollano eppure i gasdotti aumentano, attestano i dati ufficiali. Vicino al gasdotto TAP che porterà il gas
in Svizzera e Germania squarciando l’Italia, sarà presto realizzato il gasdotto
Igi Poseidon con approdo ad Otranto. Così vuole l’Europa degli affari in
spregio al diritto dei popoli e alla salvaguardia ambientale. Infine, Eni e Gazprom hanno appena riapero il martoriato passaggio a
Sud nel Mezzogiorno d’Italia, mentre contadini e sindaci protestano invano contro
l’approdo nel Salento del devastante TAP . Di
fatto è Southstream che risorge dalle sue ceneri.
In spregio a qualsiasi dato circa la gravissima
situazione sanitaria e ambientale, alle caratteristiche territoriali e alla
vocazione turistica, il Salento continua ad essere considerata terra di approdo
dei nuovi predoni stranieri, grazie anche a governi italidioti che proprio non
riescono a dire di no ai grandi gruppi industriali.
Il 23 febbraio 2016 è stato annunciato
ufficialmente un accordo tra Edison, Gazprom e Depa, siglato al termine di un
incontro tra Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico nonché
imprenditrice del settore energetico, e Alexey Miller, viceministro
dell’energia russo, ma anche presidente della compagnia energetica Gazprom.
Alla cerimonia era presente anche George Tsipras, segretario generale del
Ministero per gli Affari Esteri della Grecia. Il progetto prevede la
costruzione di un gasdotto trans-adriatico, per il trasporto del gas dalla
Russia, passando per la Turchia e la Grecia attraverso il Mar Nero, fino a
giungere in Italia, approdando a Otranto. La società proponente è la Poseidon
SA, i cui azionisti sono Edison e la greca Depa. Il progetto è giunto nella sua
fase esecutiva. A differenza del gasdotto TAP, il progetto Igi-Poseidon ha
ottenuto il parere favorevole del Comune di Otranto, della Provincia di Lecce e
della Regione Puglia (Vendola&Frisullo nel 2010, con appena 3 prescrizioni).
L’approdo di Igi-Poseidon è previsto al largo dei laghi Alimini, una straordinaria
area naturalistica. Una soluzione alternativa prevede l’approdo nella zona sud
di Otranto, in prossimità del porto turistico, a ridosso del centro storico. Il
gasdotto dovrebbe poi percorrere un tratto onshore
lungo diversi chilometri, per riemergere in un’area compresa tra Minervino e
Giuggianello, o in alternativa a Palmariggi.
Questa situazione disastrosa sotto il profilo
ecologico e del diritto, testimonia l’incapacità del nostro Paese di darsi una
politica energetica, che tenga conto delle reali esigenze, mentre di fatto le
scelte in questo settore sono consegnate ai colossi energetici che seguono unicamente
il senso speculativo degli affari, non certo l’interesse pubblico.
«Lo sviluppo di capacità di trasporto
intra-europeo è un elemento importante per garantire forniture affidabili di
gas, compreso il gas russo, ai consumatori di tutta Europa», ha dichiarato
Miller. «Il possibile sviluppo di questo nuovo corridoio di approvvigionamento,
da perseguire in pieno accordo con le normative europee, favorirà la sicurezza
del sistema di approvvigionamento italiano e il ruolo del Paese come principale
hub sud-europeo del gas, in linea con gli obiettivi della strategia energetica
nazionale», ha aggiunto Marc Benayoun, amministratore delegato di Edison. «Il
rilancio del progetto Igi-Poseidon rafforza la sicurezza del sistema energetico
europeo, con un corridoio di approvvigionamento supplementare e il ruolo della
Grecia come importante snodo per il gas da fonti e rotte diversificate», ha
dichiarato Theodoros Kitsakos, amministratore delegato della Depa.
E’ quantimeno paradossale notare come uno degli
argomenti utilizzati per sostenere la necessità di realizzare il TAP, sia
legata alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, considerati i rischi
legati alle forniture del gas russo; mentre proprio per garantire la sicurezza
dell’approvvigionamento si punta su Igi-Poseidon, un gasdotto che trasporterà
gas russo. L’accordo su Igi-Poseidon viene siglato all’indomani della
diffusione dei nuovi dati sui consumi di gas, che registrano ancora un nuovo
calo, come riportato nel rapporto annuale 2016 dell’Osservatorio sulle Alleanze
e le Strategie nel Mercato Paneuropeo delle Utility.
Avremo due gasdotti, a poca distanza l’uno
dall’altro. La cosiddetta valutazione di impatto ambientale dei due progetti, non
ha tenuto conto dell’operatività simultanea di due gasdotti.
Il rigassificatore a Brindisi: anche questo
progetto infatti ha superato la valutazione di impatto ambientale, ma nel 2012
la British Gas, uno degli azionisti interessati, ha abbandonato il progetto.
All’origine l’infrastruttura doveva convogliare in
Italia il gas del Mar Caspio, poi l’Azeirbaijan, proprietario dei giacimenti,
stipulò l’accordo con l’attuale TAP. Adesso avanza il Poseidon. Il gas lo
mettono i russi unitamente a Israele che sfrutterebbe i nuovi giacimenti marini
sottratti alla Palestina. Un’opera con due siti di approvvigionamento: gasdotti
dal fondo del mediterraneo, raccordo e infine il tubo tra Grecia e Italia.
Complessivamente tre gasdotti nella stessa regione:
TAP, Igi-Poseidon, South Stream, ed inoltre un rigassificatore a Brindisi dove
è già attivo un deposito di gpl nonché gigantesco impianto di gas a petrolio
liquefatto a Manfredonia?
Cosa succederà se venissero realizzati tutti i
progetti industriali? Non è accettabile continuare in una prospettiva in cui
siano aziende private a decidere quanti progetti realizzare e scegliere in
completa autonomia la localizzazione al di fuori di una politica ambientale e
energetica. Non è accettabile che ogni operatore si possa scegliere il punto
d’approdo e, oltretutto lasciar credere che si faranno tutti e tre i gasdotti
proposti lungo la costa sud della Puglia. Una cosa è certa come la morte: i politicanti parassiti italiani sono ormai alla canna del gas.
riferimenti:
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