di Gianni Lannes
Nell’antica Daunia da più di mezzo secolo è in
atto un furto legalizzato di metano con l’intesa garantita della Regione Puglia
e dei politicanti locali. I dati ufficiali del ministero dello sviluppo
economico, attestano attualmente ben 14 concessioni di coltivazione idrocarburi
per 125 pozzi produttivi e 90 destinati ad altro utilizzo che si estendono su 1236,41
chilometri quadrati. Ma non è tutto: sono anche operativi 2 permessi di ricerca:
Posta Nuova (154,55 chilometri quadrati) e Masseria Montarozzo (154,60
chilometri quadrati) di cui è unica titolare la società canadese Cygam Energy, che
ingloba il parco regionale dell’Incoronata (con annesso santuario della Madonna
nera) e comprende i comuni di Ascoli Satriano, Orta Nova, Ordona, Carapelle,
Foggia e Manfredonia. E ancora. Il permesso Sciascitiello (territori di Deliceto,
Rocchetta Sant’Antonio e Sant’Agata di Puglia su 90, 21 chilometri quadrati) è
in fase di rilascio. Sulla terraferma la giunta regionale, nonostante i
paroloni non si oppone alle speculazioni a tutto spiano e rilascia gli atti
d’intesa. I beneficiati? I soliti noti: Eni, Edison, Gas Plus, Rockhopper, Aleanna, Canoel,Cygam; e in passato: Total, Fina, Snia Bpd, Fiat, Montedison, Petrex.
Infatti, anche Michele Emiliano come il predecessore, ovvero il sedicente ecologista Nichi Vendola, ha appena autorizzato l’ennesimo stupro ambientale. Si tratta della deliberazione della giunta regionale numero 141 del 7 febbraio 2017: “Riattribuzione in concessione del giacimento marginale di idrocarburi “TORRENTE VULGANO». In totale i pozzi perforati nella sola Capitanata ammontano a 354. Peggio: l'ente provincia di Foggia ha pure autorizzato l'Eni a reiniettare nel sottosuolo gli scarti radioattivi e tossici.
Tutto il metano sottratto agli autoctoni nel corso
di 52 anni fino ai giorni nostri avrebbe potuto garantire l’autonomia
energetica su scala provinciale, mentre in loco restano soltanto i danni
ambientali e le conseguenze sanitarie. L’ignara popolazione paga la bolletta del
gas alla società francese Edf, che a Candela gestisce una centrale turbogas (Edison),
mentre a San Severo è operativo un altro impianto simile della multinazionale
En Plus (già Mirant). Il pretesto ministeriale è paradossalmente il «fine di
valorizzare per mezzo della ricerca le risorse nazionali di idrocarburi», come
si legge ad esempio nel decreto firmato dal dirigente generale del Mise, Franco
Terlizzese, in data 11 ottobre 2013. Insomma, a buon diritto la Daunia è una
colonia a tutti gli effetti.
E in questo lembo di mare Adriatico va anche peggio, come attesta la
vicenda Spectrum.
riferimenti:
http://unmig.mise.gov.it/dgsaie/istanze/dettaglio.asp?cod=540
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/04/eni-inquinamento-radioattivo-in.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=DAUNIA
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/07/addio-adriatico-la-spectrum-da-il-colpo.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/04/ecomafie-di-stato-foggia-e-provincia.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/04/eni-inquinamento-radioattivo-in.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=DAUNIA
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/07/addio-adriatico-la-spectrum-da-il-colpo.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/04/ecomafie-di-stato-foggia-e-provincia.html
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