15.3.23

ITALIA: ANCORA SEGRETI SULLE STRAGI E IL GOVERNO MELONI NON RISPONDE!


 di Gianni Lannes

Accade oggi nel Belpaese senza memoria, senza verità e senza giustizia. Documenti latitanti, carte ufficiali censurate, elenchi di nominativi non consegnati, fogli sbianchettati e interi pezzi cancellati proprio in concomitanza con la loro desecretazione. È quanto ha denunciato la relazione annuale (datata 12 ottobre 2022) del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio centrale dello Stato e agli Archivi di Stato della documentazione di cui alle direttive del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 e del 2 agosto 2021 (come avevo anticipato il 23 gennaio scorso).

Addirittura è sparito completamente l'archivio del Ministero dei trasporti per gli anni esplosivi delle stragi (1968-1980) e, in particolare, tutta la documentazione del Ministro e del suo gabinetto. A tale proposito la ciarliera Giorgia Meloni non fiata da mesi, nella falsariga dei suoi predecessori (da Draghi&Conte fino a Prodi e Berlusconi).

Nelle conclusioni della predetta relazione si legge: «Non è accettabile che in un periodo di tempo prolungato, che va dalla fine degli anni '60 agli anni '80, possa mancare del tutto la documentazione relativa al Gabinetto del Ministro dei trasporti [...] riferita al periodo delle stragi che hanno segnato tragicamente il nostro Paese».

Il governo Meloni, interrogato in merito, ovvero sulla sparizione di documenti relativi stragi accadute in Italia che a tutt'oggi non hanno ancora i nomi dei responsabili (mandanti, esecutori) non risponde in Parlamento, di fatto contribuendo a insabbiare queste sanguinose vicende - che hanno dilaniato l'Italia - in veste di primo ministro, sia pure pro tempore. Infatti, l'interrogazione a risposta scritta numero 4/00236 del 10 gennaio 2023, giace inevasa dall'inquilina di Palazzo Chigi (e sono trascorsi oltre due mesi).

Si tratta non solo di un vulnus dello Stato di diritto e della tanto sbandierata trasparenza, ma anche di un segnale estremamente negativo circa la situazione della documentazione archivistica nelle amministrazioni dello Stato. È un fatto che depotenzia il percorso di desecretazione della documentazione relativa alle stragi, che interessa anche le vicende della loggia P2 nonché di Gladio.

Post scriptum

La direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 100 del 2 maggio 2014, ha previsto la declassifica e il versamento straordinario all'Archivio centrale dello Stato «degli atti concernenti gli eventi di Piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di Piazza della Loggia a Brescia (1974), dell'Italicus (1974), di Ustica (1980), della stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984)».

Tale direttiva è stata successivamente ampliata dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri datata 2 agosto 2021, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 190 del 10 agosto 2021, arrivando così ad includere anche la documentazione concernente l'organizzazione Gladio e la Loggia Massonica P2.

Con decreto del Segretario generale del 28 settembre 2016 è stato istituito il Comitato consultivo sulle attività di versamento agli archivi di Stato e all'Archivio centrale dello Stato della documentazione in oggetto.

il Comitato, rinnovato annualmente e ricostituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2021, è formato anche dai presidenti di importanti associazioni dei familiari di vittime delle stragi, tra cui quelle riferite alla strage della Stazione di Bologna e alla Strage di Ustica, entrambe avvenute 43 anni fa.

il Comitato, che ha concluso nell'ottobre 2022 i lavori e presentato la sua relazione annuale, ha riscontrato gravi carenze circa l'attuazione della direttiva del 2014 e grandi deficienze del materiale coevo ai fatti nelle varie amministrazioni pubbliche.

È utile ricordare che il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, cosiddetto «Codice dei beni culturali e del paesaggio», stabilisce, all'articolo 10, che rappresentano beni culturali «gli archivi e i singoli documenti dello Stato», ivi inclusi quindi gli archivi ministeriali, e, all'articolo 41, il versamento «all'Archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato dei documenti relativi agli affari esauriti da oltre trent'anni, unitamente agli strumenti che ne garantiscono la consultazione.

Riferimenti:

https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Relazione.pdf

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=stragi

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/00236&ramo=C&leg=19

Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni

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