8.4.21

VACCINI AZIENDALI!

 

Al via le vaccinazioni in tutti i luoghi di lavoro. Chi non accetta resta a casa senza stipendio. Un canale parallelo alla rete ordinaria e non già una procedura alternativa, quello aziendale, che servirà a rafforzare la capillarità necessaria all'obiettivo di un mondo del lavoro subordinato alla dittatura covidiota. 

L'accordo sottoscritto tra parti sociali e i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e della Salute, Roberto Speranza, prevede che i vaccini siano somministrati, a tutti i lavoratori indipendentemente dalle tipologie contrattuali, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail. Tale intesa varrà a livello nazionale su tutto il territorio.

L'obiettivo è quello di arrivare a vaccinare tutti i lavoratori, anche quelli delle cosiddette micro-aziende: per questo il governo utilizzerà anche gli ambulatori Inail. Una "potenza di fuoco" consistente, comunque, quella che arriva dalle imprese che in circa 7.500 si sono messe a disposizione: il 75% nel Nord, il 13% al Centro e il 12% tra il sud e isole mentre sono oltre 10.000 i locali che potrebbero ospitare le strutture mediche. Saranno comunque solo i lavoratori a poter accedere al vaccino; sembra sia prevalsa infatti la linea di escludere i familiari come pensato in un primo momento. Un'opzione che trova d'accordo molti, da Confapi a Cgil. La vaccinazione del personale avverrà tenendo conto di alcune priorità coerenti con quelli adottati a livello ordinario: età e fragilità.

I costi di medici e infermieri saranno a carico dell'azienda e i vaccini (e relative siringhe) a carico dello Stato, ovvero degi italiani che pagano le tasse. Sollevata la responsabilità penale per eventuali eventi avversi al vaccino. Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario è equiparato all'orario di lavoro.


L'accordo raggiunto ha consentito anche di aggiornare il protocollo sicurezza del 14 marzo 2020 (rivisto il 24 aprile); in particolare è stato indicato che per il rientro al lavoro dopo l'infezione occorre un tampone molecolare o antigenico negativo che potrà essere fatto anche in una struttura sanitaria accreditato o autorizzata dal servizio sanitario.

Confermato il principio secondo cui la mancata attuazione del Protocollo determina la sospensione dell'attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.


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