13.2.21

BERLUSCONI AL QUIRINALE NEL 2022?

 

Dell'Utri&Berlusconi


di Gianni Lannes

Dopo l'onorevole inciucio all'italiana con Draghi, Grillo, Renzi, Zingaretti e così via, l'Italia rischia di avere il pregiudicato Silvio Berlusconi, addirittura al Quirinale per 7 anni. Do ut des? L'ennesima ammucchiata partitocratica ha pure la benedizione di Travaglio che per anni ha osannato i 5 stelle e pure Conte.

Gli italopitechi hanno forse dimenticato il fatto conclamato che Berlusconi è un pregiudicato, condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale, salvato da numerose leggi ad personam e prescrizioni in altri processi ed oggi ancora indagato dalla Procura di Firenze, assieme all'ex senatore Marcello Dell'Utri, come mandante esterno delle stragi del 1993. Gli italopitechi hanno dimenticato le considerazioni del nano di Arcore sui temi della giustizia, gli editti bulgari? Gli italopitechi hanno dimenticato che Berlusconi era iscritto alla loggia massonica segreta P2 del Maestro Venerabile Licio Gelli. Una struttura che aveva elaborato un Piano che prevedeva una strategia di conquista dall’interno della politica, della magistratura, dell’informazione. Mattarella, Grillo, Zingaretti e soci hanno dimenticato che il 17 marzo 1981, durante le perquisizioni nella villa e nella fabbrica di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi (Arezzo) nell'ambito delle indagini sul presunto rapimento di Michele Sindona, venne rinvenuta una lista degli affiliati alla loggia. Tra i 962 nomi in elenco vi erano 44 parlamentari, 2 ministri, un segretario di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell'esercito italiano, 4 dell'aeronautica militare, 8 ammiragli, magistrati e funzionari pubblici, direttori e funzionari dei servizi segreti, giornalisti e imprenditori. Tra i nomi di rilievo vi era proprio quello di Silvio Berlusconi (numero di riferimento 625), all'epoca presidente Fininvest, poi fondatore di Forza Italia assieme, tra gli altri, al condannato per mafia Marcello Dell'Utri (condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, ndr) e dal 1994 più volte presidente del Consiglio.

Silvio Berlusconi - come attestano le sentenze giudiziarie - ha pagato alla mafia "cospicue somme di denaro". Basta leggere le motivazioni della sentenza di condanna per concorso esterno nei confronti di Marcello Dell'Utri. I giudici certificano che per diciotto anni, dal 1974 al 1992, l’ex senatore è stato il garante “decisivo” dell’accordo tra Berlusconi e Cosa nostra con un ruolo di “rilievo per entrambe le parti: l’associazione mafiosa, che traeva un costante canale di significativo arricchimento; l’imprenditore Berlusconi, interessato a preservare la sua sfera di sicurezza personale ed economica”. Inoltre “la sistematicità nell’erogazione delle cospicue somme di denaro da Marcello Dell’Utri a Cinà (Gaetano Cinà, boss mafioso, ndr) sono indicative della ferma volontà di Berlusconi di dare attuazione all’accordo al di là dei mutamenti degli assetti di vertice di Cosa nostra”. La Cassazione aveva poi evidenziato come vi fosse un “patto di protezione andato avanti senza interruzioni” in cui Dell’Utri era il garante per “la continuità dei pagamenti di Silvio Berlusconi in favore degli esponenti dell’associazione mafiosa, in cambio della complessiva protezione da questa accordata all’imprenditore”.

Nella sentenza di primo grado sulla trattativa Stato-mafia viene passata in rassegna un'importante testimonianza come quella dell'ex ministro Roberto Maroni che, in un’intervista al Tg3 del 16 luglio 1994, denunciò l'"imbroglio" con cui il Consiglio dei ministri aveva approvato il "decreto Biondi" (anche conosciuto come "Salvaladri").

Con quella normativa si vietava la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica Amministrazione e quelli finanziari, comprese corruzione e concussione. Inoltre, sottobanco, sarebbero state inserite disposizioni che favorivano Cosa Nostra. Un decreto che, hanno evidenziato i giudici della Corte d'Assise di Palermo, interveniva sull'articolo 275 del codice di procedura penale. Se prima di allora si prevedeva che “… quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai delitti di cui all’art. 416 bis… ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dallo stesso articolo… è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari”. Di fatto, mentre per gli altri reati la custodia cautelare era l’extrema ratio, per i reati di mafia era una scelta obbligata fino a prova contraria. L’articolo 2 del decreto Biondi modificava quella norma: nel senso che anche per i delitti di mafia il giudice, prima di applicare la custodia in carcere, avrebbe dovuto cercare e illustrare le esigenze cautelari, prima date per scontate. Inoltre si restringeva ulteriormente la possibilità di arresto preventivo in caso di pericolo di fuga: non bastava più il “concreto pericolo che l’imputato si dia alla fuga”, ma occorreva provare che l’indagato “stia per darsi alla fuga”. Inoltre vi era anche un altro articolo, l’art. 9, (che portò Maroni a denunciare anche in televisione il fatto) in cui si diceva: 'Nell’art. 335 del C.C.P. il comma 3 è sostituito dal seguente: le iscrizioni previste dai commi 1 e 2 sono comunicati alla persona alla quale il reato è attribuito, al suo difensore e alla persona offesa che ne facciano richiesta. Se sussistono specifiche esigenze attinenti all’attività di indagine il pubblico ministero può disporre con decreto motivato il segreto sulle iscrizioni per un periodo non superiore complessivamente a 3 mesi'. Maroni, ascoltato nel dicembre 2016 come teste, aveva ribadito di essersi sentito "imbrogliato" perché quella norma era stata inserita nel testo a sua insaputa. Fu una telefonata del Procuratore Caselli ad avvisarlo che con quella norma diventavano difficili, se non impossibili, le indagini sulla mafia. Il 23 luglio 1994 il decreto venne poi ritirato per una questione relativa alla ritenuta mancanza di motivi di urgenza.

Che senso dello Stato potrebbe nutrire proprio Berlusconi che al processo Stato-mafia nel novembre 2019 scelse la via del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere? E che dire di quell'inchiesta su Berlusconi come mandante esterno delle stragi? Il fascicolo è stato riaperto nel 2017 dopo la trasmissione di atti, pervenuti da Palermo, con le intercettazioni dei colloqui in carcere del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, effettuate nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. "Berlusca mi ha chiesto questa cortesia, per questo c'è stata l'urgenza” diceva il capomafia durante l’ora di passeggio con il camorrista Umberto Adinolfi nel carcere di Ascoli Piceno". In quelle conversazioni, avvenute tra il 19 gennaio 2016 e il 29 marzo 2017, si diceva anche altro. A parlare era sempre Graviano: "Nel ‘92 già voleva scendere, voleva tutto, ed era disturbato... In mezzo la strada era Berlusca... lui voleva scendere... però in quel periodo c’erano i vecchi... lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa...". Ed è questo secondo gli inquirenti un altro riferimento alla "cortesia". Ma in quel dialogo il boss di Brancaccio esprimeva anche altre considerazioni: "Nel ‘94 lui è ubriacato perché lui dice, ma io non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato... Pigliò le distanze... e ha fatto il traditore". O ancora "25 anni fa mi sono seduto con te... Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi è successa una disgrazia, tu cominci a pugnalarmi... Ma vagli a dire com’è che sei al governo, che hai fatto cose vergognose...".


I procedimenti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi sono molteplici, uno dei quali si è concluso con una sentenza di condanna passata in giudicato. Il 1º agosto 2013 la Corte di Cassazione ha confermato la decisione di condanna della corte di appello riguardo al processo Mediaset a quattro anni di detenzione (di cui tre beneficiati dall'indulto). Pur avendo scontato la condanna ai servizi sociali alla clinica Sacra Famiglia di Cesano Boscone dal 9 maggio 2014 al 6 marzo 2015, Berlusconi risulta pregiudicato per la fedina penale, e per la Legge Severino incandidabile, interdetto, ma con diritto di voto. Oggi, tuttavia, è stato infine riabilitato dal punto di vista penale.

In precedenza nessun procedimento penale a suo carico si era concluso con una sentenza di condanna definitiva per via di assoluzioni, declaratorie di prescrizione, amnistie e depenalizzazioni dei reati contestati.




I PROCESSI DI BERLUSCONI


Menzogne sulla loggia P2 (falsa testimonianza)
La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall'amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: "Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo [.]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta". Berlusconi però si era iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i giudici della Corte d'appello di Venezia scrivono: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità [.], smentite dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate [.]. Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso", rilasciato "dichiarazioni menzognere" e "compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza". Ma "il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia".
 
Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione)
I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate (niente attenuanti generiche). Appello: prescrizione per tre tangenti (grazie alle attenuanti generiche), assoluzione con formula dubitativa (comma II art.530 c.p.p) per la quarta. Nelle motivazioni si legge: "Il giudizio di colpevolezza dell'imputato poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti, per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza probatoria". Cassazione: assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla classica insufficienza di prove. La Cassazione non può entrare dichiaratamente nel merito, né dunque annullare la sentenza precedente con formula dubitativa: deve emettere un verdetto secco (conferma oppure annulla). Ma nella motivazione i giudici della VI sezione penale rimandano esplicitamente all'"articolo 530 cpv": dove "cpv" significa "capoverso", cioè comma 2 ("prova contraddittoria o insufficiente"). A 12 righe dalla fine, a scanso di equivoci, i supremi giudici hanno voluto essere ancora più chiari. Si legge infatti: "Tenuto conto di quanto già osservato sulla insufficienza probatoria, nei confronti di Berlusconi, del materiale indiziario utilizzato dalla Corte d'appello...".
 
All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)
I grado: condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi versati estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxi. Appello: il reato cade in prescrizione, ma c'è: "per nessuno degli imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza". Cassazione: prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle 11 spese processuali. Nella sentenza definitiva tra l'altro si legge: "Le operazioni societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero dal conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern Holding [Craxi] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente. [.] Non emerge negli atti processuali l'estraneità dell'imputato".
 
All Iberian 2 (falso in bilancio)
Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in materia di reati societari approvate dal governo Berlusconi si pronuncino l'Alta Corte di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. Se le eccezioni sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarà dichiarato prescritto.
 
Medusa Cinema (falso in bilancio)
I grado: condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie alla compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di Silvio Berlusconi). Appello: assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530). Berlusconi, secondo il collegio è così ricco che potrebbe anche non essersi reso conto di come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore Carlo Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire in nero. Scrivono i giudici: "La molteplicità dei libretti riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie rilevanti dimensioni del patrimonio di Berlusconi postulano l'impossibilità di conoscenza sia dell'incremento sia soprattutto dell'origine dello stesso". Cassazione: sentenza d'appello confermata.
 
Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)
I grado: assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale (per 4.4 miliardi di lire pagati in nero all'ex proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio, dove vivono la moglie Veronica e i tre figli di secondo letto), prescrizione per i falsi in bilancio di due società ai quali "indubbiamente ha concorso Berlusconi". Appello: confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione anche dal primo dei due falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è coperto da amnistia. Cassazione: in corso.
 
Caso Lentini (falso in bilancio)
I grado: il reato (10 miliardi versati in nero al Torino Calcio in occasione dell'acquisto del giocatore Luigi Lentini) è stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul falso in bilancio.
 
Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)
Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge sul falso in bilancio, i 1500 miliardi di lire di presunti fondi neri accantonati 12 dal gruppo Berlusconi su 64 off-shore della galassia All Iberian (comparto B della Fininvest). Il pm Francesco Greco aveva presentato ricorso in Cassazione perché la mancata fissazione dell'udienza preliminare gli ha impedito di sollevare un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il trattato dell'Ocse.
 
Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria)
Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo grado ha portato alla condanna di Cesare Previti - è stato dichiarato prescritto dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione. Nelle motivazioni della Cassazione, tra l'altro, si legge: "il rilievo dato [per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è diventato presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo.".
 
Sme-Ariosto (corruzione giudiziaria)
A causa dei continui "impedimenti istituzionali" sollevati da Berlusconi e dei conseguenti rinvii delle udienze, la posizione del premier è stata stralciata dal processo principale. Ed è stato creato un processo parallelo, che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico (o sine die, in caso di rielezione o di nomina ad altra carica istituzionale) facendo approvare a tempo di record il Lodo Maccanico, proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e a 40 mesi dall'inizio del dibattimento.
 
Sme-Ariosto (falso in bilancio)
In seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario, questo capo d'imputazione contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo l'accusa- ad alcuni giudici, è stato stralciato. Il processo è fermo in attesa che l'Alta Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità tra le nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di risposta positiva per i giudici, resterà bloccato per il Lodo Maccanico. Come tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio Berlusconi.
 
Diritti televisivi (falso in bilancio -?- e frode fiscale)
Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale), a carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell'azienda. Oggetto dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto di diritti cinematografici e televisivi da majors americane, con vorticosi passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi, con il risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso Berlusconi per detassare gli utili reinvestiti dalle imprese. Un presunto falso in bilancio che i magistrati valutano in circa 180 milioni di euro nel 1994.
 
Telecinco (violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna)
Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasàr Garzòn Real, dopo aver chiesto nel 2001 al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di privarlo dell'immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha ancora ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzòn di rivolgersi di nuovo alle autorità italiane. Berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello Dell'Utri e ad altri dirigenti del gruppo Fininvest - di aver posseduto, grazie a una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite, il controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti rispetto ai limiti dell'antitrust spagnola, negli anni in cui il tetto massimo era del 25 per cento delle quote azionarie.
 
Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)
Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei termini massimi concessi per indagare.
 
Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)
Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti "mandanti a volto coperto" delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate per scadenza dei termini d'indagine. A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano "intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato". Cioè con il clan corleonese che da vent'anni guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi. Aggiunge il giudice fiorentino che esiste "una obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione [Forza Italia]: articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo processuale asseritamente trascurato dalla legislazione dei primi anni 90". Poi aggiunge che, nel corso delle indagini, addirittura "l'ipotesi iniziale [di un coinvolgi- mento di Berlusconi e dell'Utri nelle stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità". Ma purtroppo è scaduto "il termine massimo delle indagini preliminari" prima di poter raccogliere ulteriori elementi. Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: "Gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e Dell'Utri]. Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considera- zione del prestigio di Berlusconi e Dell'Utri, essi possano essere stati individuati dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori". Ma "la friabilità del quadro indiziario impone l'archiviazione". C'è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, che il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss mafiosi per la strage di Capaci: nel 14 capitolo intitolato esplicitamente "I contatti tra Salvatore Riina e gli on. Dell'Utri e Berlusconi", si legge che è provato che la mafia intrecciò con i due "un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il profilo economico". Talmente fruttuoso che poi, nel 1992, "il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e dell'economia". Cioè a "indurre nella trattativa lo Stato ovvero a consentire un ricambio politico che, attraverso nuovi rapporti, assicurasse come nel passato le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato".




Leggi salva Berlusconi


Qui di seguito tutte le leggi approvate dal 2001 ad oggi dai governi di centrodestra che hanno prodotto benefici effetti per Berlusconi e le sue società.

1 Legge n. 367/2001. Rogatorie internazionali. Limita l'utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria. La nuova disciplina ha lo scopo di coprire i movimenti illeciti sui conti svizzeri effettuati da Cesare Previti e Renato Squillante, al centro del processo "Sme-Ariosto 1" (corruzione in atti giudiziari).

2 Legge n. 383/2001 (cosiddetta "Tremonti bis"). Abolizione dell'imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni. (Il governo dell'Ulivo l'aveva abolita per patrimoni fino a 350 milioni di lire).

3 Legge n.61/2001 (Riforma del diritto societario). Depenalizzazione del falso in bilancio. La nuova disciplina del falso in bilancio consente a Berlusconi di essere assolto perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato" nei processi "All Iberian 2" e "Sme-Ariosto2".

4 Legge 248/2002 (cosiddetta "legge Cirami sul legittimo sospetto"). Introduce il "legittimo sospetto" sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo ("In ogni stato e grado del processo di merito, quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l'incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto, la Corte di cassazione, su richiesta motivata del procuratore generale presso la Corte di appello o del pubblico ministero presso il giudice che procede o dell'imputato, rimette il processo ad altro giudice"). La norma è sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati.



5 Decreto legge n. 282/2002 (cosiddetto "decreto salva-calcio"). Introduce una norma che consente alle società sportive (tra cui il Milan) di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali.

6 Legge n. 289/2002 (Legge finanziaria 2003). Condono fiscale. A beneficiare del condono "tombale" anche le imprese del gruppo Mediaset.

7 Legge n.140/2003 (cosiddetto "Lodo Schifani"). E' il primo tentativo per rendere immune Silvio Berlusconi. Introduce ildivieto di sottomissione a processi delle cinque più altre cariche dello Stato (presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, del Senato, della Camera, del Consiglio). La legge è dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 13 del 2004.

8 Decreto-legge n.352/2003 (cosiddetto "Decreto-salva Rete 4"). Introduce una norma ad hoc per consentire a rete 4 di continuare a trasmettere in analogico.

9 Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004). Legge 311/2004 (Finanziaria 2005). Nelle norme sul digitale terrestre, è introdotto un incentivo statale all'acquisto di decoder. A beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solari. com, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp". La società controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi.

10 Legge 112/2004 (cosiddetta "Legge Gasparri"). Riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni. Introduce il Sistema integrato delle comunicazioni. Scriverà il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi: "Il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti".

11 Legge n.308/2004. Estensione del condono edilizio alle aree protette. Nella scia del condono edilizio introdotto dal decreto legge n. 269/2003, la nuova disciplina ammette le zone protette tra le aree condonabili. E quindi anche alle aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi.

12 Legge n. 251/2005 (cosiddetta "ex Cirielli"). Introduce una riduzione dei termini di prescrizione. La norma consente l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Lodo Mondadori", "Lentini", "Diritti tv Mediaset".

13 Decreto legislativo n. 252 del 2005 (Testo unico della previdenza complementare). Nella scia della riforma della previdenza complementare, si inseriscono norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio anche della società assicurative di proprietà della famiglia Berlusconi.

14 Legge 46/2006 (cosiddetta "legge Pecorella"). Introduce l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento. La Corte Costituzionale la dichiara parzialmente incostituzionale con la sentenza n. 26 del 2007.

15 Legge n.124/2008 (cosiddetto "lodo Alfano"). Ripropone i contenuti del 2lodo Schifani". Sospende il processo penale per le alte cariche dello Stato. La nuova disciplina è emenata poco prima delle ultime udienze del processo per corruzione dell'avvocato inglese Davis Mills (testimone corrotto), in cui Berlusconi (corruttore) è coimputato. Mills sarà condannato in primo grado e in appello a quattro anni e sei mesi di carcere. La Consulta, sentenza n. 262 del 2009, dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione.

16 Decreto legge n. 185/2008. Aumentata dal 10 al 20 per cento l'IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset.

17 Aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azione proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

18 Disegno di legge sul "processo breve". Per l'imputato incensurato, il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità). Una norma transitoria applica le nuove norme anche i processi di primo grado in corso. Berlusconi ne beneficerebbe nei processi per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.


Riferimenti:

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/02/09/berlusconi-a-roma-a-consultazioni_b5226cc3-5778-452a-896c-6a9dd6d1817d.htmlhttps://web.archive.org/web/20121227110619/http://www.diritto-in-rete.com/sentenza.asp?id=950

https://www.ilfoglio.it/politica/2021/01/24/news/e-intanto-salvini-candida-berlusconi-al-quirinale-si-potrebbe-fare-il-capo-dello-stato--1731374/

https://www.corriere.it/cronache/19_settembre_25/06-interni-f1corriere-web-sezioni-8a0fe940-dfc6-11e9-aa5f-fbca0c81b7c9.shtml

http://www.laprivatarepubblica.com/overruling/SME%20-%20Sentenza%20stralcio%20-%2010-12-2004.pdf

https://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/08/01/news/adesso-berlusconi-e-un-pregiudicato-1.57327

http://www.societacivile.it/memoria/articoli_memoria/archiviazione.pdf

http://www.giustiziami.it/gm/wp-content/uploads/2014/10/6000-14_970-1412.pdf

https://www.repubblica.it/politica/2010/02/25/news/tappe_processo_mills-2428495/

https://www.corriere.it/cronache/10_aprile_21/mills-cassazione-berlusconi_4f436bc4-4d32-11df-b5d6-00144f02aabe.shtml

https://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/04/21/visualizza_new.html_1764540421.html

https://www.repubblica.it/politica/2012/10/26/news/mediaset_berlusconi_condannato-45374682/?ref=HREA-1

https://www.repubblica.it/politica/2013/08/01/news/mediaset_cassazione_berlusconi_condannato_annullata_interdizione-64133345/?ref=HREA-1

https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/04/decadenza-berlusconi-diretta-dalla-giunta-berlusconi-non-ci-sara/732512/

https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-18/diritti-tv-pg-cassazione-chiede-conferma-2-anni-interdizione-berlusconi-162829.shtml?uuid=ABeGKu3

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=berlusconi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2021/02/cadono-le-maschere.html



4 commenti:

  1. Caro Gianni, sono Piero Campoli e sono venuto a qualche tua conferenza.
    Hai documentato molto bene il personaggio criminale tessera P2 1816.
    Mi permetto solo di aggiungere alla tua documentazione alcuni dati di cui sono CERTO e che riguardano la vicenda della falsa testimonianza che dalla informazione Main Stream e' censurata e dalla informazione alla "TRAVAGLIO" e' data in maniera parziale per cui alla fine il risultato e' peggiore della censura fatta dalla informazione ufficiale.

    Purtroppo l'impegno ad informare correttamente su Berlusconi ed il lavoro di Giovanni Ruggeri sono stati annullati dalle mezze "VERITA'" di giornalisti "antiberlusconiani" come sono i vari TRAVAGLIO, BARBACETTO, GOMEZ ect. ect.
    Sono un semplice cittadino, non un professionista della informazione, ma sono una persona ONESTA ed anche bene informata su cio' che e' accaduto tra BERLUSCONI e RUGGERI e finche' vivo, DIFENDERO' l'onore di un GALANTUOMO e di un GIORNALISTA VERO, che e' stato diffamato nel febbraio 1994 da un PUTTANIERE con la complicita' di uno come SANTORO.

    http://pcampoli.altervista.org/Dati.htm
    http://pcampoli.altervista.org/


    RispondiElimina
  2. Giovanni Ruggeri è stato un grande giornalista: il primo ed unico a smascherare con dovizia di prove Berlusconi.La sua prima pubblicazione di successo fu Berlusconi. Inchiesta sul signor Tv, scritto con Mario Guarino e pubblicato da Editori Riuniti nel 1987, ben prima della discesa in politica dell'imprenditore milanese. La gestazione del libro fu travagliata e circondata da polemiche. Quando fu pubblicato, vendette due edizioni in pochi giorni e rimase nelle classifiche dei best seller dall'inizio di aprile a fine giugno. Gianni Barbacetto su Diario dell'11 maggio 2007 ricorda che Editori Riuniti fu attaccata con una lunga serie di cause civili e penali, e che ci furono pressioni per far scomparire l'opera dalle librerie. Berlusconi secondo Barbacetto avrebbe spinto sul PCI, che indirettamente controllava la casa editrice, per cessare la distribuzione del libro per non danneggiare gli affari di Fininvest in Unione Sovietica.

    Nel 1993 alcune parti vennero riprese in Berlusconi 1, un saggio-miscellanea a cura di Floriano De Angeli edito dal Centro documentazione di Mafia Connection.

    Nel 1994 Ruggeri ripubblicò Berlusconi. Inchiesta sul signor Tv, passando alla casa "alternativa" milanese Kaos edizioni. Il testo venne rimaneggiato e aggiornato, e ottenne di nuovo successo di pubblico, scalando la classifica e attestandosi nei primi dieci libri più venduti in Italia per tutto il periodo dalla pubblicazione, da febbraio sino a giugno. Nella classifica limitata a opere di saggistica, il volume oscillava tra il primo e il secondo posto. Il libro ritornò tra i best seller di nuovo a settembre e ottobre.

    Nell'introduzione di questa edizione è presente un resoconto degli ostacoli incontrati nella pubblicazione della prima edizione di Editori Riuniti. Silvio Berlusconi, nei vari tentativi per bloccare l'uscita del libro, citò Ruggeri e Mario Guarino per diffamazione; il 27 settembre 1988 Berlusconi fu riconosciuto colpevole di falsa testimonianza presso il Tribunale di Verona; la sentenza è stata annullata dall'amnistia del 1990, mentre Ruggeri e Guarino, dal marzo 1993 furono totalmente assolti dalla Cassazione dal reato di diffamazione.

    Nel novembre dello stesso anno Ruggeri pubblicò, sempre con Kaos, Berlusconi. Gli affari del Presidente. Il libro ottenne grande successo, e subì persino opere di "pirateria" da parte di editori che copiarono intere parti del libro illecitamente, o addirittura pubblicando l'intero testo su Internet. Silvio Berlusconi citò Ruggeri e Mario Guarino per diffamazione; Ruggeri e Guarino, a marzo 1993 furono assolti dalla Cassazione dal reato di diffamazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gianni, sono Campoli, vorrei potermi mettere in contatto per spiegarti alcune cose che non posso dire pubblicamente e che riguarda quello che mi disse Ruggeri nel maggio 2005, l’ultima volta che lo incontrai a Milano. Non mi rassegno ad accettare che uno come Berlusconi possa aver diffamato un galantuomo come Ruggeri perche’ la Magistratura italiana e’ quella che e’....
      la mia mail e’ sempre la stessa pcampoli@libero.it e il cell. 3297237121.
      Buona giornata

      Elimina
  3. sulatestaitalia@libero.it

    RispondiElimina

Gradita firma degli utenti.