Almeno in Italia la tecnocrazia ha sostituito la
democrazia: lo Stato tricolore tutela la salute delle multinazionali farmaceutiche. Un Parlamento ed un esecutivo illegittimi possono varare una legge
per l’obbligatorietà vaccinale, o addirittura una nuova legge elettorale (Rosatellum 2) pur non avendo i requisiti legittimi di status politico ed istituzionale? Nei ricorsi in discussione alla Corte costituzionale
il 21 novembre prossimo, gli avvocati preposti hanno concretamente preso in esame e riportato all’attenzione
della Consulta questo aspetto fondamentale? Peraltro, in punta di diritto, il decreto legge 73 del 7 giugno 2017 è stato trasmesso con un giorno di ritardo al Senato (attestato sulla Gazzetta Ufficiale), in palese violazione di quanto disposto espressamente dall'articolo 77 della Costituzione. Perché introdurre nel corpo sostanze estranee all'organismo umano?
Nel 2014 sia la Consulta (pronunciamento numero 1) sia la Corte di Cassazione (sentenza 4 aprile 2014, numero 8878 della I sezione civile) hanno riconosciuto l’incostituzionalità della legge elettorale 21 dicembre 2005, numero 270. Tale norma - il pilastro della democrazia - con cui si forma la rappresentatività democratica, era ed è assolutamente fuorilegge. Non si tratta di una legge qualunque, bensì della norma che fissa la rappresentatività elettorale, un tassello fondamentale dello Stato di diritto. Ebbene soltanto a seguito della denuncia documentata di 27 cittadini italiani, il caso è stato preso in esame dai giudici supremi.
Piero Alberto Capostosti, presidente emerito della
Corte costituzionale, in una intervista pubblica al giornale Qn, ha detto:
«Dal
giorno dopo la pubblicazione della sentenza, questo Parlamento è esautorato
perché eletto in base a una legge dichiarata incostituzionale. Quindi non potrà
più fare niente, e questo è drammatico».
Il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale ha attestato l'incostituzionalità della legge in riferimento al premio di
maggioranza assegnato e all'impossibilità per l'elettore di fornire una
preferenza, sfornando un comunicato stampa intitolato non a caso “Incostituzionalità
della Legge elettorale n. 270/2005” si legge testualmente:
«La Corte costituzionale ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che
prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza - sia per la Camera dei Deputati
che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che
abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito,
almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a
ciascuna Regione.La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale
delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”,
nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. Le
motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà
luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi
effetti giuridici».
Com’è noto a chi ha studiato all’università un
minimo di giurisprudenza, o comunque sa leggere e comprendere il senso della
meravigliosa lingua italiana, la legge incostituzionale cessa di
avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta
ufficiale. Così almeno fino a prova contraria, attesta l’articolo 136
della Costituzione repubblicana, disponendo un effetto di tipo generale.
Quanto alle conseguenze in proposito, ecco cosa
argomenta il professor Gustavo Zagrebelsky, costituzionalista di chiara fama, in
una sua pubblicazione (La giurisdizione costituzionale, pagine 763-802, in:
AA., VV., Manuale di diritto pubblico, Il Mulino, Bologna, 1984) argomentando
l’effetto di retroattività di una legge incostituzionale, a maggior ragione se
alla base della rappresentanza politica in uno Stato di diritto:
«L'adozione del sistema di instaurazione
incidentale ha reso insomma insostenibile la previsione degli effetti
dell'incostituzionalità fatta nell'articolo 136, ponendo le premesse per il
riconoscimento di una efficacia retroattiva delle decisioni di
incostituzionalità. La formula costituzionale è stata allora modificata
nell'articolo 30 della legge numero 87/1953, là dove si dice che dal giorno successivo
alla pubblicazione, la legge dichiarata incostituzionale non può più avere
applicazione da parte di nessuno. Sulla base di questo meccanismo, la
dichiarazione di incostituzionalità, concepita originariamente come una sorta
di abrogazione pro futuro, opera invece come annullamento con effetti
retroattivi...».
Se la legge elettorale è illegittima, allora il
Parlamento è abusivo, le decisioni parlamentari non sono valide, le sue nomine
nulle, il presidente della Repubblica è così esautorato, le sue nomine sono da
annullare, sono legittimi e ammissibili tutti i ricorsi che ogni cittadino o
associazioni può avanzare anche contro gli atti dei precedenti Parlamenti
eletti sempre con il porcellum, ovvero sarebbe da ritenersi completamente
illegittimo tutto l'operato delle ultime tre legislature e di 7 governi
(Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni).
Il 13 gennaio
2014 la Corte costituzionale ha depositato le seguenti motivazioni:
«...
Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali
dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con
ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle
Camere si compie con la proclamazione degli eletti. Del pari, non sono
riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove
consultazioni elettorali...».
La Consulta ha stabilito l’incostituzionalità
della legge elettorale 270 del 2005 con cui sono stati illegittimamente
imbastiti ben 7 governi e 3 legislature. Ragion per cui il Parlamento e il capo
dello Stato sono abusivi. Infatti, la sentenza 8878/14 della Cassazione Civile
(sezione I) ha riconosciuto che gli elettori non hanno potuto esercitare il
diritto di voto. Dal Porcellum all’Italicum sempre di illegalità si tratta.
Già, ma chi se n’è accorto? La legge non è uguale per tutti. Il punto è che
l’alta magistratura (nominata in parte dal potere politico) non trae le
conseguenze. Se gli organi politici dello Stato di diritto violano la legge
fondamentale della rappresentanza democratica, devono essere istantaneamente
allontanati dai vertici istituzionali, non possono dettare nuove regole, non
hanno l’autorità morale per farlo. L'abuso non è stato sanato, più di tutto non
può essere aggiustato dagli stessi stupratori a piede libero della
Costituzione. Oltre al diritto, se si fa finta di niente, si violenta la logica
e la morale. E l'Italia così è passata da culla del diritto a tomba della
giustizia.
Gli avvocati Aldo Bozzi e Claudio Tani, in una
lettera al presidente della Repubblica, hanno scritto chiaro e tondo:
«Vorremmo
attirare la Sua attenzione sulla importantissima recente sentenza pronunciata
dalla Corte di Cassazione, n. 8878/14 del 4 aprile 2014, nella quale, con
l’efficacia del “giudicato erga omnes ” è stato accertato e dichiarato che “…i
cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto personale,
eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva
e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di
traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di
maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità
per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Il
principio di continuità dello Stato non può legittimare fino alla fine della
legislatura le Camere elette in violazione della libertà di voto e che sono il
frutto della grave ferita inferta “alla logica della rappresentanza consegnata
dalla Costituzione».
Nel 2014 Napolitano avrebbe dovuto sciogliere le Camere, invece piazzò Renzi a Palazzo Chigi senza passare per le urne elettorali. L’attuale Parlamento, in conclusione, secondo i
predetti legali «non ha alcuna legittimazione democratica per
apportare modifiche alla vigente Costituzione, né per modificare la legge
elettorale risultante dalla sentenza n. 1/2014 della Corte Costituzionale, né
per fare altro e ciò che ha approvato è nullo. Auspichiamo, pertanto, che Lei,
preso atto dell’ineludibile giudicato e dell’obbligo giuridico di darvi pronta
attuazione, promuova gli atti necessari affinché il Popolo Italiano sia
finalmente messo in grado di esercitare il diritto di voto personale, eguale,
libero e diretto secondo il paradigma costituzionale».
La Corte costituzionale è composta da quindici
giudici, nominati per un terzo ciascuno dal presidente della Repubblica, dal
Parlamento e dai giudici delle supreme magistrature. Uno degli ultimi arrivati
nel 2014 è stato Giuliano Amato, già
presidente del consiglio dei ministri e pensionato d'oro. Nel 2014 l’attuale
inquilino del Quirinale, sedeva nei banchi della Consulta. Lo stesso Sergio
Mattarella da presidente della Repubblica il 7 giugno 2017 ha emanato il
decreto legge (Lorenzin) sull’obbligo vaccinale coercitivo con ben 12 vaccini
obbligatori, in seguito scontati a 10 obbligatori e 4 facoltativi con la legge
119 del 31 luglio 2017.
Sul piano giuridico, ossia in punta di diritto ne
discende che tutti gli atti legislativi varati da ben cinque governi nel corso
di tre legislature (XV, XVI, XVII) sono nulli, ossia non validi. Se poi il diritto costituzionale è diventato
carta straccia è un altro discorso, ma le conseguenze sarebbero travolgenti se
pensiamo soltanto ai danni economici e civili. La legge è o non è uguale per tutti?
Perché, se ora in questo caso non sarà rispettata la legalità, allora ognuno
sarà legittimato a farsi finalmente giustizia. E si
ripiomberà nella barbarie (non che adesso sia tanto diverso).
Il problema è che il livello culturale italiano è
attualmente sotto terra. Secondo l’Istat "il 54,7
per cento - ossia la maggioranza del popolo tricolore - non legge un libro
all’anno". E 4 su 5 si informano dai telegiornali, mentre il 45 per cento
vanta un titolo di studio di scuola media inferiore. Certo i titoli di studio
non sono tutto, la cultura è altra cosa. Ma a parte il dettaglio, quello che
preoccupa maggiormente è la lobotomia sociale in atto da decenni, che ha
divorato gli anticorpi intellettivi. E' scontato che dopo tutto questo sfacelo
condito dall'analfabetismo di ritorno (funzionale) lo Stivale è il fanalino di
coda del mondo in quanto a libertà di espressione.
Ormai sopravviviamo in una nazione brutale e arrogante - eterodiretta dagli interessi speculativi stranieri - che pur di arrivare ai propri scopi, è disposta a violentare vite umane senza scrupolo alcuno.
Ormai sopravviviamo in una nazione brutale e arrogante - eterodiretta dagli interessi speculativi stranieri - che pur di arrivare ai propri scopi, è disposta a violentare vite umane senza scrupolo alcuno.
Eppure, l’articolo 1 della Costituzione repubblicana
italiana stabilisce senza equivoco:
«La
sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione».
Il popolo italiano sovrano sarà capace di
costituire democraticamente un comitato di liberazione nazionale che dia
respiro ad una nuova Costituente e assicuri all'Italia libertà e sovranità?
Riferimenti:
http://www.cortecostituzionale.it/actionPronuncia.do
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/08/vaccini-mattarella-ha-firmato-la-legge.html
https://www.youtube.com/watch?v=KnFEc_t_5Bw
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/08/vaccini-mattarella-ha-firmato-la-legge.html
https://www.youtube.com/watch?v=KnFEc_t_5Bw
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